CURED - 1981

Hope I don't wake - Picture postcard - Can't let go - The air-conditioned nightmare - Funny feeling - A cradle of swans - Overnight sleeper - Turn back time


   Certamente Steve Hackett,  con la sua bella camicia scollata da spiaggia e la bibita con tanto di cannuccia in primo piano,  ha un aspetto molto "curato".   Non altrettanto si puo' dire,  pero',  dell'album che in tal posa lo ritrae.
   Purtroppo tutti i musicisti che l'hanno accompagnato fin qui sono stati licenziati - ufficialmente per ragioni economiche - e Cured diviene cosi' l'occasione per fare piazza pulita del bello stile sfoggiato fin qui dall'ex chitarrista dei Genesis.   Il suono progressivo dei bei tempi si tramuta in un ricordo lontanissimo,  e Hackett si concentra su composizioni dal valore musicale assai modesto,  ripartendo da zero con coretti da autoradio e canzoncine pop.   Non moltissime,  per giunta:   l'album dura nel complesso poco piu' di mezz'ora,  ed e' un bene perche' alcuni suoi episodi sono addirittura imbarazzanti (Can't Let Go ricorda nientemeno che i Police, tutto detto).   La delusione piu' grande deriva comunque dalla mancanza di una trama chitarristica degna di questo nome.
   Cio' che piu' infastidisce di Steve Hackett e' che,  quando vuole,  e' veramente in grado di scrivere pagine di chitarra sublimi.   Ma non c'e' nessuno piu' bravo di lui nel buttarsi via in album senz'anima,  e Cured e' purtroppo un esempio da manuale di questo suo atteggiamento.   La maggior parte dei suoi ascoltatori abituali non sapra' piu' perdonarlo.