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II - 1978
(SCRATCH)
On the air - D.I.Y. - Mother of violence - A wonderful day in a one way world - White shadow - Indigo - Animal magic - Exposure - Flotsam and Jetsam - Perspective - Home sweet home
Dietro l'apparente successo di vendite dell'album d'esordio di Peter Gabriel si
cela un passivo di produzione valutato tra le centomila e le duecentomila Sterline [18]
[08].
Il musicista stesso si rende ben conto che, esaurito l'affettuoso
entusiasmo del pubblico dei Genesis per il suo ritorno sulla scena, un
nuovo passo falso dal punto di vista artistico potrebbe essere un errore senza
possibilità d'appello. Tenta pertanto di coinvolgere maggiormente
Robert Fripp affidandogli l'intera produzione dell'album, ed ingaggia
l'ottimo Roy Bittan (già nella E Street Band di Bruce Springsteen) alle tastiere
[08].
La collaborazione Gabriel/Fripp prosegue non certo senza
difficoltà: la personalità sperimentatrice del primo è assai poco
conciliabile con l'anima metodica e "disciplinata" del secondo.
Fripp ha deciso di influenzare Gabriel il meno possibile, lasciandogli
massima libertà
d'azione in un momento in cui invece egli ha urgente bisogno di un guida.
Da queste tensioni opposte nascono brani come Exposure (che Fripp ripubblicherà
nel suo album di pari titolo) o eterne diatribe come ad esempio quella riguardante la celebre D.I.Y (acronimo di Do It Yourself ed
orgoglioso proclama di indipendenza Gabrieliana) di cui Gabriel preferiva
la versione rock del demo originale a quella funky registrata in studio da Fripp,
piegandosi infine alla volontà di quest'ultimo. Più in generale,
nasce un album fin troppo compatto ed uniforme che, se da un lato non ha
le drammatiche cadute di stile del precedente, dall'altro non raggiunge
nemmeno lo splendore assoluto dei pochi brani davvero degni di nota, ma anzi si
trascina - forse per paura di commettere errori - in una
mediocrità che specialmente sul secondo lato (tutto da dimenticare) diviene piatta fino all'eccesso.
Tornano citazioni tardo-progressìve (purtroppo le ultime che si
sentiranno nelle opere dell'ex cantante dei Genesis) come ad esempio nei synht della cupa e
intrigante White Shadow, e torna nei testi anche il personaggio noto col
nome di Mozo, sorta di alter-ego metropolitano di cui Gabriel si servirà spesso. L'album, nonostante un dignitoso decimo posto nelle
classifiche di ventita britanniche [12],
non è accolto certo con entusiasmo dal pubblico, tanto che il singolo
D.I.Y. - lanciato dapprima per aprire la strada al Long Playing, e poi una
seconda volta in versione remissata - rimane praticamente invenduto
[08]
[18].
Nuovamente, un album interlocutorio, di pura transizione ed
affinamento.
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L'ANGOLO DEL
COLLEZIONISTA (COLLECTOR'S CORNER) |
Il Long Playing Peter Gabriel II ha una particolarità stupefacente: l'incisione del
brano conclusivo del primo lato (White Shadow)
prosegue anche sui solchi a spirale che chiudono il disco, ed anche sul
cerchio terminale. La nota d'organo che chiude il pezzo,
pertanto, persiste indefinitamente finché l'ascoltatore non provvede ad
alzare il braccio del giradischi dal solco.