Sabato sera ho assistito insieme ad alcuni amici allo show del "A view from the top of the world" tour dei Dream Theater.
Trattandosi di uno dei primi show internazionali post pandemia ho notato una partecipazione di pubblico inferiore all'usuale (andai a sentirli nel Febbraio 2020 e il Forum era pieno, Sabato scorso era riempito a malapena per metà).
Ho poi scoperto che anche altri show andati in scena pochi giorni prima al Forum avevano avuto lo stesso destino: spettatori più o meno dimezzati rispetto all'usuale.
Speriamo per noi e per gli artisti che si riesca a tornare presto ad una quasi normalità.
Avevamo scelto i posti basandoci sull'ultima esperienza, ottima, del 2020 in cui ci eravamo posizionati in tribuna al secondo anello, vicinissimi al lato destro del palco osservando dal pubblico (ovvero lato Petrucci). Avevamo goduto di acustica e visuale notevoli grazie alle casse di amplificazione laterali dritte di fronte a noi e alla vicinanza.
L'altra sera però abbiamo trovato l'impianto montato in modo diverso, senza casse laterali , e nella nostra posizione l'audio arrivava decisamente rimbombante e confuso. Fortunatamente, anche se a show iniziato da un po', abbiamo potuto spostarci in una zona più lontana dal palco ma meno laterale e da lì la situazione acustica è migliorata notevolmente.
Ma veniamo alla musica.
La setlist proposta contiene 4 brani dell'ultimo album, tutti molto godibili e - secondo me - almeno nel caso della title track "A view fron the top of the world", superiori alla media delle composizioni dei DT degli ultimi anni.
Dei 10 brani suonati 5 appartengono all'era Portnoy e 5 al periodo successivo, mantenendo un buon equilibrio tra brani più storici ("6:00", Endless Sacrifice) e quelli nuovi.
Questa la scaletta completa
The Alien
6:00
Awaken the Master
Endless Sacrifice
Bridges in the Sky
Invisible Monster
About to Crash
The Ministry of Lost Souls
A View From the Top of the World
Encore:
The Count of Tuscany
Sui musicisti inutile addentrarsi in dettagli già noti.
I virtuosismi di Petrucci alla chitarra, di Rudess alle tastiere, di Mangini alla batteria e di Myung al basso (questa volta più percepibile del solito nel mix) sono la norma e non ci stupiscono più (o quasi). Da segnalare invece la prestazione tutto sommato accettabile del sempre criticato LaBrie (59 anni da poco), che mi è sembrato abbastanza in forma sia fisicamente (si muoveva in modo molto più sciolto del solito) che con la voce. E devo anche dire di aver trovato un Mike Mangini più divertito di quel che ricordavo. Forse sarà anche perchè questa volta, dietro ad una batteria di dimensioni normali, risultava molto più visibile rispetto al passato. Anche la sua prestazione nello show e nell'ultimo album mi è sembrata meno rigida e più scorrevole e fluida.
Che si stia Portnoyzzando?
L'unica lieve annotazine che mi sento di fare allo show riguarda gli assolo di Rudess al synth/tastiera che spesso vengono suonati con lo stesso timbro e con la leva dell'intonazione usata per produrre frequenti glissati di quasi un 'ottava, il che dopo un po' li fa sembrare molto simili tra di loro. Per il resto il tastierista è un mostro di bravura e gli si perdona anche il suo vizietto di voler infrangere spesso i limiti di velocità.
A Petrucci invece l'unico "difetto" che potrei trovare è la barba ormai lunga come quelle dei ZZ Top ... infatti che si tratti di ritmiche distorte intricate e aggressive o di linee melodiche angeliche la chitarra di Petrucci resta una delle migliori di sempre tanto per la tecnica strabiliante quanto per sentimento. Volendo essere pignoli anche lui a volte tende a premere sull'acceleratore, ma questo è il destino dei virtuosi che per mantenere la capacità fisica di suonare a quei livelli ... devono suonare sempre a quei livelli, proprio come gli atleti.
LaBrie ha cantato in modo tutto sommato accettabile ma a onor del vero qualche sfarfallamento di note ce lo ha regalato, il che testimonia dell'assenza di autotune (cosa positiva tutto sommato). Comunque, pur con tutti i suoi noti problemi di voce che lo affliggono sin dal 1994, James resta la voce iconica (nel bene e nel male) dei Dream Theater.
John Myung è stato semplicemente perfetto, così come Mangini.
A parte queste considerazioni comunque si è trattato di un ottimo spettacolo che ci siamo goduti con piacere.
Dei begli effetti scenici e un riuscito mix di grinta, romanticismo ed ipertecnica hanno reso la serata emozionante e piacevole..
A testimonianza vi linko un paio di momenti particolarmente riusciti dello show che ho trovato su youtube
La seconda metà di "A view from the top of the world" con una parte di "violoncello" pazzesca.
https://youtu.be/B2vuZ6pN5Rg?t=541
La parte finale di "The Count of Tuscany" ancor più da brividi e con Petrucci che fa un po' il verso ad un certo Steve di nostra conoscenza (+ citazione di Gershwin)
https://youtu.be/5DG8eAvEHTk?t=663