Hogweed wrote:Il resto è rumore mi è sembrato molto interessante però non vorrei che si concentrasse troppo sulla musica classica contemporanea quando io è proprio dalla moderna che dovrei partire per approfondire; che ne pensi?
Farò un salto in via Po
![Fico [8D]](./images/smilies/smile_cool.gif)
e seguirò il consiglio tuo e di mio padre (che insiste da un po') circa Respighi
![Sorridente [:)]](./images/smilies/smile_smile.gif)
Ammazza quanto avete chiacchierato ieri!
Beh, torno su questo tuo punto sebbene in mezzo sia passata parecchia acqua sotto il ponte. Per inciso: complimenti per l'impianto Hi-Fi eraditato, queste cose si chiamano colpi di... fortuna!
![Complice [;)]](./images/smilies/smile_wink.gif)
Tienilo da conto!
Vengo al punto: dipende da te. Paradossalmente io, grazie soprattutto ai programmi di Settembre Musica che offrono una gran varieta' di musica contemporanea completamente gratis, conosco sicuramente meglio la classica contemporanea che non la classica moderna. Naturalmente la contemporanea non e' per tutti, questo va detto. Per molti, come dice acutamente quel titolo, sara' sempre solo rumore. Io pero', ma senza un grande sforzo intellettuale e tantomeno come posa solo perche' "fa fico", trovo molte cose di alcuni autori decisamente belle: Xenakis, Lìgeti, Maxwell-Davies, Donatoni, Birtwistle, Benjamin (che era tra parentesi l'ospite di quest'anno, e mi e' piaciuto molto). Altri (Carter, anche se in seguito alcune sue cose le ho rivalutate, e poi il gruppo degli stocastici) mi sembrano francamente eccessivi e trovo molto difficile individuare qualcosa, anche di puramente astratto o matematico, a cui aggrapparmi.
Sicuramente l'apprezzare il rock progressivo e' un punto di partenza privilegiato. Se riesci a digerire i Van Der Graaf, Iannis Xenakis ti sembrera' che faccia musichette da radio; se hai apprezzato il descrittivismo di The Waiting Room dei Genesis molte cose di Peter Maxwell-Davies ti suoneranno quasi familiari; Brian Eno e Gyorgy Lìgeti hanno molti punti di contatto, e cosi' via.
Naturalmente e' un percorso complesso, per il quale sarebbe preferibile avere una preparazione accademica che io per primo non ho la quale consentisse di apprezzare maggiormente alcune finezze in partitura, almeno dal lato teorico. Certo: un'aria di Vivaldi da' un piacere istintuale e "facile" che un'opera contemporanea ben raramente da'. Vivaldi si' che lo puoi sentire anche mentre cucini o fai le pulizie, piace anche ai bambini. La classica contemporanea sicuramente no, e richiede un altro livello d'attenzione, richiede una certa preparazione critica (che non vuol dire necessariamente il conservatorio), o rischia di sembrare per l'appunto solo rumore. Pero' da' anche le sue belle soddisfazioni.