praticamente solo io e betelgeuse ci siamo schierati in suo favore.
io per questo mi sono anche beccato una bella "ramanzina" da aor [:D]
ad onor del vero aor ha dato una bella e plausibile spiegazione del perché questo disco gli risulti tanto indigesto: a lui è successo nel 1978 quello che a me è successo nel 1986 guardando quella orribile copertina biancae cercando di proteggere le orecchie da tutte quelle orripilanti nenie che uscivano fuori dall'impianto.
essendo però, per questioni anagrafiche, stato costretto a recuperare i vecchi album dei genesis io a questo disco ho dato credito ricevendone in cambio belle gratificazioni.
ci sono molte perle in questo album, e gradirei discuterne con voi: non è una discussione sul gusto questa, ma mi piacerebbe riuscire a far ricredere qualcun'altro.
perché questo disco è poco considerato dalla maggioranza di voi? cosa lo fa sottovalutare così tanto?
fondamentalmente la ragione principale è che siamo al cospetto del peggior album inciso dai genesis fino ad allora (1978, è bene ripeterlo)
peggiore non significa brutto in senso assoluto, ma comunque è un disco che non fa gridare al capolavoro.
se ci pensate questo deve essere stato una specie di shock per i contemporanei, ben abituati ad una serie di dischi assurdamente belli.
in TTWT, per la prima volta ci sono parti che sono "scolastiche", facili da eseguire.
probabilmente il gruppo non aveva ancora trovato l'equilibrio compositivo dopo la dipartita di mastro steve ed in alcune occasioni è scivolato verso soluzioni, specie chitarristiche facili e scontate.
duke è molto più compatto e meno chitarristico, e le parti di chitarra ( principalmente behind the lines) sono pensate meglio ( magari mike ci prese di più la mano).
ascoltando bene questo disco però ci sono delle vere perle, dei passaggi fantastici: il problema è che è un disco poco compatto, quasi dimesso.
ma è composto da grandi canzoni, che ora vado ad analizzare in modo da evidenziare quelle che per me sono vere e proprie perle impendibili.
1) DOWN AND OUT. suoni sguaiati, tempi dispari, una musica che genera ansia vicina al fastidio. un testo importantissimo che, prima dei cambiamenti musicali di 3 anni dopo, anticipa lui quello che loro faranno nel futuro.
mi piace tantissimo ill ritornello ( i don't talk round corners …).
la perla del pezzo è il fantastico solo di banks: incisivo e violento, una melodia che si contorce su se stessa come un grido di dolore che splendidamente termina con un'unica nota sostenuta prima della ripetizione del ritornello.
2) UNDERTOW: perfetta dalla prima all'ultima nota. banksiana nel senso più profondo del termine. caratterizzata da una superba prova vocale di collins il quale qui si presenta senza i suoi abiti da buffone e rende il senso dell'attesa, della rassegnazione e della scarica di andrenalina prima dell'ora finale in modo mirabile.
a me i genesis piacciono perché scatenano emozioni: questo pezzo ne scatena a iosa.
3) BALLAD OF BIG: il pezzo più debole. quello in cui è più sensibile quello che scrivevo nel preambolo. soluzioni scolastiche, melodie scontate.
il tentativo di descrivere una storia banale con una musica altrettanto banale.
ma la coda del brano è comunque molto evocativa, con quel patter di batteria che richiama gli zoccoli di un cavallo, quello fantasma la cui immagine è suggerita dal testo.
un brano irrisolto e, purtroppo, trascurabile.
4) SNOWBOUND: tipico brano di mike ma forse quello che meno scade nella melensaggine tanto odiata dai suoi detrattori.
l'arrangiamento induce a pensare ad immagini invernali ed è secondo me molto efficace.
il testo mi fa pensare a duchess: in fondo si tratta dello scorrere del tempo e di come si cambia.
c'è un tempo in cui la duchessa si muoveva verso la luce e la gente applaudiva e poi uno in cui la gente non applaudiva più.
c'è un tempo in cui l'uomo di neve è il gioco preferito dei bimbi e poi uno in cui viene lasciato dissolversi nel nulla.
io ci vedo lo stesso concetto espresso in modo meno convenzionale proprio in questa canzone.
5) BURNING ROPE: altra stupenda canzone. già l'infinita rullata dell' inizio è incredibile ma è tutto lo sviluppo del brano che è genesis al 100%.
tonyi usa il piano ed è una goduria.
la parte strumentale è divina, appena leggermente scolastica la chitarra di mike che risolve il tutto.
ora credo di attirarmi le ire dei due sacerdoti che custodiscono il culto di mastro steve e del divino pietro ma siccome voglio dare il maggior numero di spunti alla discussione io mi butto:
_hackett lasciato libero di intervenire su questa canzone l'avrebbe resa degna di a trick of the tail
_sono tanto pazzo nel pensare che PG avrebbe potuto cantarla benissimo dandogli quella profondità e quella classicità che PC, per evidenti limiti non poteva dare?
6) DEEP IN THE MOTHERLODE: altra splendida canzone. le esplosioni di tastiere ricordano (da lontano, ovvio) salmacis. la parte in cui phil canta " all along the wagongs" è realmente evocativa ed emozionante. un'altra canzone che suscita emozioni. ma siamo sicuri che il disco è brutto?
7) MANY TOO MANY: una canzone pop. bella ma dalle linee semplici e scontate. eppure mi viene da dire: magari avessero conservato questa idea di pop! ( in too deep, talking it all too hard, giusto per riportare alla mente nefandezze al cui confronto qui stiamo parlando della 5th di beethoven)
l'assolo è molto povero ed abbastanza lungo da impoverire tutta la canzone. mastro steve gli avrebbe dato una bella aggiustatina, e senza di lui forse era meglio soprassedere nel pubblicarla.
una curiosità che ho sempre avuto è questa: i crediti dicono banks.
ma l'assolo di mike è abbastanza lungo.
e l'inizio di questa ...
http://www.youtube.com/watch?v=WQSHWEDty3g
ed il ritornello di quest'altra …
http://www.youtube.com/watch?v=lLcwdaHZeaI
mi hanno sempre fatto pensare del perchè mike stava intorno mentre tony componeva questo pezzo [;)]
![Cool 8)](./images/smilies/cool.gif)
mi ricorda ( sempre da lontano, meglio ribadirlo) harrold te barrel, e, complice la non convincente prova vocale di phil, credo che anche qui il peter ci avrebbe regalato belle cose: anche perché il testo sarebbe stato abbastanza diverso, credo [;)]
9) SAY IT'S ALL RIGHT JOE: per quanto mi riguarda, la migliore prova vocale di collins con i genesis. non tanto dal vivo dove accentua molto l'effetto ubriaco generando versioni abbastanza scollate del pezzo. in studio invece è misurato ed efficace.
la storia viene raccontata benissimo ed emoziona, accompagnata dalla musica nella più pura tradizione genesisiana: il climax quando phil grida "shine on!" è fantastico ed è accompagnato da un suono di tastiera superbo.
mi mette una tristezza infinita sapere che il master di questo pezzo non esiste più.
10) THE LADY LIES: non un pezzo entusiasmante. un tentativo migliore di balad of big ma niente di più. la voce di phill qui è fastidiosa infatti nella coda si apprezza maggiormente l'accompagnamento di tony al piano senza quel falsetto fastidioso.
11) FOLLOW YOU FOLLOW ME: la causa di tutti i mali.
cosa salvare di questo pezzo indecoroso?
il testo?????
[:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D]
fino a ieri avevo in mente due cose, ma dopo ieri ne ho una terza.
a) l'incredibile assolo finale di tonyi: semplicemente magnifico.
b) l'arrangiamento stranissimo e coinvolgente. magari non c'entra un fico secco con il resto del disco che è gelido ed invernale quanto questo pezzo è solare. ma quel tocchettio continuo della chitarra con le corde stoppate a me fa impazzire.
c) questo pezzo è l'inizio della fortuna commerciale dei genesis.
io la maledico e credo che per molti di voi è lo stesso.
da questo pezzo pezzo i genesisi hanno preso lo slancio per distruggere la loro arte.
il premio è stato un paio di centinaia di milioni di dischi venduti con conseguente vita da nababbi, aerei privati e cose del genere.
io la maledicevo questa fortuna commerciale. ma ieri leggevo di master perduti. non uno. di molti.
viene smarrito il passato di una delle rock band più importanti della storia della musica.
figuriamoci cosa sarebbe successo se le cose fossero andate male.
e allora penso che, senza questa grossa fortuna commerciale, magari a noi neanche arrivava il ricordo delle cose bellissime che loro hanno fatto.
e quindi la guardo ora una certa gratitudine.
e guardo con simpatia ad una canzone quasi caraibica, che mi fa sentire un deficiente quando ne canto il testo, che però alla fine ha un meraviglioso fraseggio di tastiera che è come una botola che ti risucchia verso un passato splendido e che davvero ha corso il rischio di essere dimenticato.