Confronti Progressivi

Un'area dedicata all'esplorazione dell'universo musicale in genere, e degli altri protagonisti del rock progressivo in particolare.

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Postby aorlansky60 » 08 Jul 2009, 12:49

Dunque, analizzando "Tales from topographic oceans" anche nel suo preciso contesto storico e dopo quali opere
degli YES è sopraggiunto, mi sorgono alcune analogie con altre opere del tempo di gruppi concorrenti:

Jethro Tull - A Passion play

Gentle giant - In a glass house

ELP - Brain salad surgery


tutti questi 4 gruppi possiedono a mio avviso questo curioso parallelo, al quale sembrano immuni i Genesis(poi
spiego perchè): dopo una partenza eccellente - la serie STAND UP, BENEFIT, AQUALUNG, THICK AS A BRICK piuttosto
di GENTLE GIANT, ACQUIRING THE TASTE, THREE FRIENDS, OCTOPUSS e EMERSON LAKE & PALMER, TARKUS, PICTURES AT AN
EXIBITION, TRILOGY, anche gli YES di THE YES ALBUM, FRAGILE e CLOSE TO THE EDGE presentano una progressione
qualitativa e stilistica notevolissima, alla quale sembra seguire un periodo di improvvisa crisi creativa
contraddistinta dalla realizzazione delle 4 opere che ho citato in testa... corre l'anno di (dis)grazia 1973
che pare accomunare un periodo di improvvisa aridità di idee in certi gruppi prog, ai quali come dicevo i
Genesis sfuggono perchè in quel periodo pubblicano SELLING ENGLAND BY THE POUND, di ben altra caratura.

Ieri sera ho voluto decisamente farmi del male (ogni tanto bisogna soffrire) ed ho proceduto all'ascolto di
tutte queste 4 opere (ad essere sincero non tutte per intero, "A Passion play" non sono riuscito a finirlo
per sfinimento personale(leggi rottura di peones) e non ho ascoltato "Rituel: nous sommes du soleil" perchè
ormai il tempo era scaduto) che mi hanno confermato quello che i miei ricordi già sapevano: rispetto al loro
corrispettivo immediato passato, tutti questi dischi sono complessivamente piuttosto deludenti.
L'idea dell'ascolto e della tesi che avevo in mente di esporre mi era venuto proprio ieri disquisendo con alcuni di voi circa "Tales"...

In particolare di "Tales from topographic oceans" : contiene ottimi spunti ed idee musicali, ma alla fine
risulta essere piatto, orizzontale, vuoto ed evanescente; a me da continuamente l'idea di prepararsi ad esibire
uno splendido e grandioso momento musicale dopo alcune ottime premesse... momento che non arriva praticamente mai. Lo
trovo monotono e senza precisa direzione. So bene che per molti aficionados degli YES è considerato l'apice
assoluto, ma per me è molto lontano dal trittico classico del gruppo, oltre a considerare che il successivo
RELAYER a me sembra più riuscito(forse si saranno accorti che avevano esagerato in quanto a mania di grandezza).

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
[:)]
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Postby harlequin » 08 Jul 2009, 13:32

E non te lo vuole dire nessuno.[:D][:D][:D]
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Postby stevieray » 08 Jul 2009, 13:41

Concordo con l'analisi tranne che nel punto in cui ritieni "Relayer" superiore a Tales. Per il mio gusto sono ancora più abbordabili "the revealing science of God" e "ritual" rispetto a "Gates of delirium", cosa che al mio orecchio sembra evidente anche nelle esecuzioni fatte di questi pezzi negli ultimi tour ( keys of ascension e Symphonic). Ricordo inoltre che il 1973 è considerato un punto di svolta nella produzione progressiva inglese e che la "volpe" Gabriel, fiutando proprio il rischio autocelebratorio e autoreferenziale che quella musica stava correndo, propose il radicale cambiamento di rotta rappresentato da Thelamb...
the night is always bright on Broadway...
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Postby Dalex_61 » 08 Jul 2009, 13:59

Concordo sul fatto che quei dischi erano più "stanchi" e meno originali dei precedenti, almeno per i miei gusti. Probabilmente c'erano meno idee e la necessità di pubblicare a getto continuo non aiutava i progster del tempo. A questo dovremmo aggiungere - almeno per Yes e Jethro Tull - una ricerca della complessità che soffocava alcune belle idee che pure in "Tales" e "Passion Play" ci sono.

Effettivamente i Genesis non hanno attraversato questa fase. Sono sempre stati capaci di apportare linfa fresca e, nei momenti meno ispirati, hanno preferito fare un passo indietro (meglio una bella canzone che una suite noiosa) piuttosto che dare alle stampe dischi pretenziosi e con poco contenuto.
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Postby Lamia Lover » 08 Jul 2009, 15:48

Mi sono sforzato, ripeto mi sono sforzato fino a rischiare di "farmi scendere l'ernia" (espressione tipica alle mie latitudini per descrivere l'enorme rischio che si corre a farsi da sforzo) a vedere nelle quattro opere citate da Aorl segnali di cedimento.
Ho fatto un sopralluogo come si fà prima di prendere decisioni di ristrutturazione: nessuna crepa, nessuna lesione visibile, e, quel che è più importante, nessuna rottura di "peones".

Sono quattro edifici che resistono bene all'usura del tempo, nella Città del Progressive in cui ciascuno di noi vorrebbe abitare... [:)]
    ... and I've nearly found a place to call... the squonk! [:)] [:)]
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Postby The Serpent » 08 Jul 2009, 16:33

L'analisi è in parte corretta, secondo me ovviamente.
E' innegabile che le opere citate non raggiungono le vette dei precedenti lavori, certamente la linfa creativa era meno abbondante per ovvi motivi. Ma definire quei dischi in maniera così negativa non lo trovo corretto: si mantengono comunque ad un altissimo livello artistico e musicale. Io continuo ad ascoltarli ogni volta con piacere. E' chiaro che sicuramente avrò ascoltato più volte le prime opere di ognuno, perchè quelle sono i capolavori.

Sulla differente situazione per i Genesis, mi pare che siamo sempre un po' troppo di parte (e ci mancherebbe!![;)]), ma obiettivamente io ho sempre pensato che SEBTP fosse un passettino indietro dopo gli allunghi in avanti dei precedenti album. Quindi stesso discorso per i nostri beneamati.

Assolutamente d'accordo, come accennava stevieray, sullo "sniffamento" della situazione da parte dei nostri. E non direi del solo PG, visto che Lamb è pur sempre un'opera coralmente proposta dai Genesis (senza andare a centellinarne le parti partorite dalle menti singole dei 5). Purtroppo poi i G hanno "sniffato" che la vera svolta non era Lamb, ma il pop.....[O:-)][:-j]

[:D][:D][:D][:D]
Watch the serpent tempting me to evil
The guiding hand will help me on
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Postby Thomas Eiselberg » 08 Jul 2009, 17:08

Quattro dischi in diversa misura "minori" dei gruppi citati, sicuramente.

Gli Yes a stento li sopporto nei loro capolavori (Close to the edge mi piace moderatamente, così come The yes album. soltanto Fragile riesce a darmi delle emozioni), figuriamoci nelle loro opere più inutili e pretenziose.
Tales secondo me non solo rappresenta il peggio degli Yes in ambito prog, ma secondo me rappresenta una delle opere più insulse e inascoltabili del cosiddetto prog sinfonico.
Proprio non ce la faccio ad ascoltarlo, Selling è 30 spanne sopra.
Decisamente migliori, per quanto non siano questo granchè, album come Relayer e Going for the one (che hanno una maggiore misura e più parti riuscite).

Stesso discorso per Brain salad surgery degli Elp. Gruppo già di per se insopportabile per le mie orecchie (ancora più che gli Yes), del quale salvo solo il primo album.
Forse non è il peggiore album del gruppo, ma ci va vicino, non lo ascolterei manco sotto tortura.

I Jethro Tull invece li amo, anche molti album giudicati pessimi contengono qualche buona cosa, purtroppo a Passion play è davvero inascoltabile, non per chissà quale motivo, ma semplicemente perchè è vuoto e noioso, privo di qualsiasi luce ad illuminare l'opera (l'esatto opposto di dischi come Thick as a brick).

In a glass house dei Gentle Giant invece è si un disco minore, ma perfettamente compatibile per le mie orecchie. Non lo conosco da tantissimo, ma ogni volta l'ho ascoltato senza particolari fastidi, anzi a tratti con piacere[:D]
Non una delle migliori cose dei Gentle, ma un disco dignitoso.

Non credo di essere di parte nell'affermare che proprio in quel periodo invece i Genesis stavano dando il meglio, dimostrando che le ambizioni non portano sempre a tecnicismo o a noia, anzi possono portare a risultati inarrivabili.
Selling e The lamb sono stabilmente in cima alle classifiche degli amanti del prog classico, i dischi citati sopra invece non li nomina praticamente nessuno, ed è ovvio il perchè.

Poi se uno è fans dei gruppi sopracitati può pure amare i dischi in questione, ovviamente, ma credo che la carenza di ispirazione la notino quasi tutti.[:-I]
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Postby smiroldo » 08 Jul 2009, 23:21

cosa ci fanno i gentle giant in questo topic??? [J-,][J-,][J-,]
devo bannarvi?!? [:-j][:-j][:-j]


[:D]

...in a glass house disco minore...ah, poveri i miei occhi...[:D][:D][:D]
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Postby harlequin » 09 Jul 2009, 05:55

Perchè i G.G. non si possono toccare? Ma scusa Smiro, non è un po' ridicolo asserire che Tales (ad es.) è un monumento al tecnicismo cerebrale ecc...? (dove sta poi tutto sto tecnicismo se qualcuno me lo spiega, me lo indica...)Ma quello che fanno i g.g. con le voci (dal vivo anche) che cavolo è? Veri e propri contrappunti molto intricati. Questo non è tecnicismo? A me pare proprio che pensino: "Ecco, guardate un po' che cosa siam capaci di fare, noi".
Però siccome i brani durano poco...
Allora devo pensare che vi stancate ad ascoltare i brani lunghi, e chiamate questi brani lunghi arido tecnicismo autocelebrativo ecc...[:D][:D]
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 06:09

In a Glass House rivela -imho- il pericoloso tallone di Achille del prog, il varcare il confine della tecnica
fine a se stessa e non più a servizio del risultato finale, l'opera compiuta, ma mera esibizione di tecnica &
virtuosismo. Pericolo invece tenuto sotto controllo almeno nei primi 3 albums del gigante, dove oltre a tecnica
vedevo e sentivo anche meravigliose idee da sviluppare e poi realizzate. In questo, per me In a Glass House è sicuramente di profilo minore rispetto agli albums che lo hanno preceduto.

Lo stesso tecnicismo esasperato e cervellotico che vedo e "sento" perfettamente in TALES... capisco che possa
piacere, come può piacere anche "vola colomba vola" o "il ragazzo della via Gluck" o "Never mind the bollocks",
a seconda di gusti personali, maturità e conoscenza musicale.

30 anni fà non la pensavo forse così in quanto seguivo solo esclusivamente prog... poi però la conoscenza di
altre cose mi ha fatto riconsiderare il prog intero sotto una luce molto differente.

Sono d'accordo anche con chi ha scritto che SELLING ENGLAND potesse in qualche modo costituire una sorte di
"empasse" dopo i precedenti albums più espressivi (SELLING è sicuramente più etereo e tecnico dei precedenti
per come lo vedo io) però occorre anche dire che i Genesis con questo album hanno dimostrato ben altro spessore
rispetto ai quattro sui quali fondavo la mia tesi. Oltre al virtuosismo SELLING dimostra una raffinatezza
musicale davvero notevole, cosa di cui non possono vantarsi gli altri quattro, imho.
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 06:33

Harle,
spiega cosa trovi di interessante, bello, rilevante, sontuoso, armonicamente raffinato in "Tales"... please. Quello per cui non merita l'apellativo di "cervelloticamente pretenzioso" o autocompiacente o autocelebrativo.
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Postby ramasandiran » 09 Jul 2009, 06:46

Considerazioni:
GENTLE GIANT-IN A GLASS HOUSE
Il punto di partenza di una nuova splendida fase che prelude a capolavori come "the power and the glory", "free hand" ed "interview" e culminato con il live "playing the fool".

EMERSON LAKE & PALMER-BRAIN SALAD SURGERY
Un autentico capolavoro del prog rock. Per me la suite "karn evil 9" è più interessante e sperimentale di "tarkus"; la frega il minor impatto emotivo, la minor commerciabilità e la minor divisione in movimenti.

YES-TALES FROM TOPOGRAPHIC OCEANS
Anche secondo me "relayer" è meglio, nel senso che è più misurato e di fatto è un "tales" accorciato, perchè gli ingredienti di "relayer" sono tutti in "tales", ma anche quest'ultimo secondo me è un capolavoro; sarebbe stato ancora meglio se fosse durato 50 minuti, come ha suggerito Rick Wakeman, mi pare.
Per me inaugura una nuova fase culminata con "awaken" da "going for the one".

JETHRO TULL-A PASSION PLAY
Ancora non ho capito cosa abbia di brutto questo disco che secondo me è perfetto.

Sono d'accorso con chi sostiene che il 1973 ha segnato una nuoa fase nel prog rock, una fase meravigliosa che però ne ha decretato la fine, purtroppo questo vale anche per i Genesis, di cui ogni disco dal 73 in poi è certamente infinitamente meglio di tutti i dischi sopra menzionati...in questo credo siamo tutti d'accordo e non credo siamo di parte, davvero...[:)]
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 06:49

quote:
Originally posted by Lamia Lover


Sono quattro edifici che resistono bene all'usura del tempo, nella Città del Progressive in cui ciascuno di noi vorrebbe abitare... [:)]





SE nella città virtuale del Prog, io dovessi trovarmi anche per un solo giorno a dovere soggiornare in uno di questi 4 edifici, sperando proprio che non mi tocchi quella ciofeca elevata all'ennesima potenza di Passion Play(ma neanche il mattone monolitico di Tales o quella cattedrale assurda di SALAD SURGERY), allora stacco il biglietto dell'addio per sempre per recarmi in altri lidi ben più solari e prosperosi...[:D]
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Postby smiroldo » 09 Jul 2009, 06:56

capitan harleq, i GG non sono intoccabili, ci mancherebbe.
ma francamente non trovo affatto in a glass house un disco "calante" rispetto ai precedenti, come invece sono - alle mie orecchie - passion play, tales e brain.
in a glass non è il mio GG preferito (la vetta, irripetibile, è per me acquiring), ma siamo ancora in piena fase creativa.
la fase calante dei GG inizia con free hand che comincia a manifestare qualche crepa, fino al mezzo crollo di interwiew.

insomma, solo per dire che sono daccordo sul 1973 anno di - mezza - crisi per jethro, elp e yes.
per i gg sposterei l'orologio di uno-due anni [:)]
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Postby harlequin » 09 Jul 2009, 07:05

Ah, se vi sentono quelli di Arlequins!!!! La fine? Nel '73 esce Lark's tongue in aspic, esce Legend degli Henry Cow; l'anno dopo Rock bottom e il primo degli Hatfield and the north, per citare quelli più famosi. N'do sta sta crisi?
Raffinatezze? Non mi ricordo di aver usato questo aggettivo. Io dico che è la lunghezza il vero motivo per cui si parlò e si continua a parlare di tecnicismo e per cui lo ritenete ostico, perchè non mi pare che ci sia né più tecnica, né più complessità musicale di altri dischi. In The ancient Steve Howe fa un po' il Robert Fripp (e forse quell'assolo poteva durare meno) ma poi viene fuori una di quelle arie pastorali di Anderson alla Your move, con la chitarra classica di Steve Howe in bella evidenza, che son pronto a scommettere, se fosse stata inserita in Fragile ne parlereste bene.
Io dico che tolto Close to the edge, qui c'è lo spirito della musica di quel gruppo, a cominciare dalla copertina. Anzi guarda, per me sono i brani come Yours is no disgrace che non vanno da nessuna parte proprio; se non fosse per il lavoro strumentale, questa composizione che passa per un classico, che ha di memorabile per esempio? Per me assolutamente niente. Solo che erano molto bravi negli arrangiamenti da coprire questo vuoto a livello compositivo.
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 07:20

quote:
Originally posted by harlequin

Io dico che è la lunghezza il vero motivo per cui si parlò e si continua a parlare di tecnicismo e per cui lo ritenete ostico, perchè non mi pare che ci sia né più tecnica, né più complessità musicale di altri dischi. In The ancient Steve Howe fa un po' il Robert Fripp (e forse quell'assolo poteva durare meno) ma poi viene fuori una di quelle arie pastorali di Anderson alla Your move, con la chitarra classica di Steve Howe in bella evidenza, che son pronto a scommettere, se fosse stata inserita in Fragile ne parlereste bene.
Io dico che tolto Close to the edge, qui c'è lo spirito della musica di quel gruppo, a cominciare dalla copertina. Anzi guarda, per me sono i brani come Yours is no disgrace che non vanno da nessuna parte proprio; se non fosse per il lavoro strumentale, questa composizione che passa per un classico, che ha di memorabile per esempio? Per me assolutamente niente. Solo che erano molto bravi negli arrangiamenti da coprire questo vuoto a livello compositivo.




[:D]
è CHIARO che la pensiamo diametricalmente all'opposto; per me YOUR's IS NO DISGRACE si mangia in un solo boccone l'apatia orizzontale di TALES, (e non ricorro neppure a STARSHIP TROOPERS o PERPETUAL CHANGE...);
su una cosa siam d'accordo, la cosa più bella di TALES è la splendida copertina di Roger Dean, talmente
bella da rivelarsi sprecata confrontata con la pochezza di quel disco...

come al solito leggi poco(i miei interventi) ed equivochi: la crisi 73 di cui parlavo era per me circoscritta a
quei 4 gruppi;
chiaro che LARKS TONGUES è straordinario e si mangia per qualità tutti quei 4 messi insieme... stessa concetto
da estendere per "Hatfield & the north" e "Legend" naturalmente... la stessa PFM un anno dopo pubblica L'ISOLA
DI NIENTE che si ingoia per qualità musicale quelle quattro iatture.
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Postby smiroldo » 09 Jul 2009, 07:22

quote:
Originally posted by harlequin

Ah, se vi sentono quelli di Arlequins!!!!

ah, bazzichi pure lì? [;)]
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Postby harlequin » 09 Jul 2009, 07:37

Il forum di arlequins? No, non sono all'altezza.[:D] Aor, se tu mi dici che ti piace meno tales rispetto a Yours is no disgrace io lo accetto, come ho ripetuto mille volte. Se te ne esci dicendo che è musicalmente più ricca, veramente credimi...è come dire che un brano dei Sex pistols ha più idee musicali di una sonata per pf di Beethoven...davvero. Dimmi solo che ti piace di più e ti lascio stare, se no ti torturo, [:D][:D] perchè da un punto di vista puramente compositivo certi pezzi recano vuoto totale. Solo che tu confondi la composizione con l'arrangiamento, per cui gli yes erano molto dotati.
E comunque Smiro non mi ha risposto; Non t'arrabbiare davide eh? Così per discutere. Dico, le parti vocali dei G.G. come sono? Non c'è una voluta ricerca della complessità (stavolta usiamolo sto termine) contrappuntistica?
Last edited by harlequin on 09 Jul 2009, 07:44, edited 1 time in total.
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Postby smiroldo » 09 Jul 2009, 07:43

quote:
Originally posted by harlequin

E comunque Smiro non mi ha risposto; Non t'arrabbiare davide eh? Così per discutere. Dico, le parti vocali dei G.G. come sono? Non c'è una voluta ricerca della complessità (stavolta usiamolo sto termine) contrappuntistica?

certo [:)] i GG sono stati SEMPRE così, erano volutamente così. acquiring poi (che, come detto, è il mio preferito) è forse il più astruso di tutti; eppure, io non ci trovo MAI quell'ostentazione, quel tecnicismo fine a sè stesso che trovo in tales e brain. e non è un problema di lunghezza dei brani: close, awaken e tarkus sono le cose per me migliori di elp e yes [:)]
sorry, ma la "the ancient" che citi tu è puro onanismo musicale [:D]. terribile. molto, molto meglio il primo disco. revealing è molto bella.
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Postby harlequin » 09 Jul 2009, 07:46

Guarda, lo sai cosa mi farebbe felice? Capire i tuoi gusti musicali, non ci ho mai capito una mazza.[:-D][:-D][:D][;)]
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Postby smiroldo » 09 Jul 2009, 07:47

ma davvero ti sembrano così indecifrabili? [:-D]
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Postby harlequin » 09 Jul 2009, 07:49

Si, si non scherzo, nè esagero, nè alludo ad altro. Io non ne so nulla.[:D]
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Postby Hogweed » 09 Jul 2009, 07:50

A me di Tales piace molto Ritual![:)]
There's an angel standing in the sun, and he's crying with a loud voice!!!!


Non sarebbe male leggere le FAQ
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Postby marbian » 09 Jul 2009, 07:50

Ragazzi non per fare il fan gentlegiantiano a tutti i costi- stavolta Smiro non lo quoto perchè è pure giusto che ogni tanto dica quacchecosa con parole mie [:D]- però davvero l'accostamento di In a glass house con gli altri dischi mi sembra un tantino ingeneroso.

Nonostante l'inevitabile contraccolpo subìto per l'uscita di Brother Phil l'ispirazione compositiva, in brani come Experience, An inmates Lullaby o la title-track, mi sembra ben lontana dall'appannamento, a differenza degli altri dischi che avete citato. Ed è anche vero che la crisi per i nostri avverrà un pò più in là...
Last edited by marbian on 09 Jul 2009, 07:51, edited 1 time in total.
The past is a foreign country...They do things differently there...
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 08:42

quote:
Originally posted by harlequin

Il forum di arlequins? No, non sono all'altezza.[:D] Aor, se tu mi dici che ti piace meno tales rispetto a Yours is no disgrace io lo accetto, come ho ripetuto mille volte. Se te ne esci dicendo che è musicalmente più ricca, veramente credimi...è come dire che un brano dei Sex pistols ha più idee musicali di una sonata per pf di Beethoven...davvero. Dimmi solo che ti piace di più e ti lascio stare, se no ti torturo, [:D][:D] perchè da un punto di vista puramente compositivo certi pezzi recano vuoto totale. Solo che tu confondi la composizione con l'arrangiamento, per cui gli yes erano molto dotati.



"Yours is no disgrace" MI PIACE ASSAI DI PIU' di tutto TALES FROM TOPOGRAPHIC OCEANS messo assieme per 4 facciate e servito lesso(come lo sono diventato l'altra sera all'ascolto)... per me è ANCHE ASSAI MUSICALMENTE più ricca di tutto TALES, ma per questo le seguenti
elucubrazioni tecniche le lascio a te e alle tue analisi accademiche... [:D]
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Postby Behind the cage » 09 Jul 2009, 08:53

A me Tales piace ma sinceramente, a parte The revealing ..., non mi fa impazzire, come nemmeno Relayer.
Però dopo gli Yes hanno realizzato Going for the one che rimane sempre il loro album che personalmente preferisco, più di Close to the edge.
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Postby Vally » 09 Jul 2009, 09:10

D'accordo sull'analisi tranne che su "in a glass house", definirla opera minore è da bestemmia![:0][;)][:-D]
visita il mio sito di montagna www.clubaquilerampanti.it
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Postby harlequin » 09 Jul 2009, 09:19

Quando non ti conviene divento accademico...[:D] ma quando ti convincerai che capire la musica non è accademia e che il piacere deriva dalla comprensione? O meglio più capisci e più godi? Mai. Da quello che scrivi si evince che: tutto quello che ti piace è ricco e geniale, il resto no. Cioè siamo al punto di 3 mesi fa; e io che parlo a fare? Ci rinuncio. Sei un pessimo allievo.[:D]
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 09:36

capirai se torno tra i banchi di scuola a 50 anni...[:D]

capisco anche perchè mi piace "YOUR's is no disgrace": possiede un andamento armonico molto movimentato, oltre che presentare per prima(di molti esempi a seguire) uno dei tratti fondamentali per cui amo gli YES(quegli Yes almeno): il continuo lavoro di rifinitura arzigogolato del duo Howe&Squire, prima ancora della ritmica di Bruford; capisco anche dove mi vuoi portare nel ragionamento della "composizione" e dell "arragiamento": TALES sarà più raffinato(nella composizione) di THE YES ALBUM, però purtroppo all'ascolto risulta piatto e monotono (in questo la lunghezza delle 4 suites non c'entra), io non ne percepisco nessuna vetta sonora finale o degna che sia... nulla che abbia a che vedere con lo splendore di CLOSE TO THE EDGE almeno... "Tales" contiene all'apparenza numerose buone idee che se condensate in un unico solo LP avrebbe consentito un risultato finale molto migliore, imho
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Postby harlequin » 09 Jul 2009, 09:45

Si si, un andamento armonico molto movimentato tendente al twist.[:D]
Madonna, speriamo che gli altri utenti ci perdonino, che diventiamo stucchevoli.
Beh, su A passion play mi pare che siamo tutti d'accordo. Primo quarto d' ora che scorre benissimo e il resto t'ammazza dalla noia.
In Brain, che Smiro odia, per me qualche buona idea c'è; per esempio, dopo la parte cantata del terzo movimento della suite, è tutto molto godibile, e le parti tastieristiche sono molto belle...però arrivare fin lì...
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 09:51

"un andamento armonico molto movimentato tendente al twist"

[:-D][:D] ganza, questa!!! [;)]
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 10:11

quote:
Originally posted by Vally

D'accordo sull'analisi tranne che su "in a glass house", definirla opera minore è da bestemmia![:0][;)][:-D]



non opera minore in se, ma minore SE PARAGONATA a "Gentle giant", "Acquiring the taste" e "Three Friends" secondo il mio personale parere...

Mastro Harle, che fà? mi costringe anche qui a dovere spiegare la motivazione tecnica che mi porta ad una così simile e profondissima conclusione???
[;)][:D]
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Postby aorlansky60 » 09 Jul 2009, 12:19

mastro Harle ha scritto:
"Da quello che scrivi si evince che: tutto quello che ti piace è ricco e geniale, il resto no."


beh non direi; non esattamente;

la musica di Stockhausen non mi piace ma è ritenuta geniale.

la musica(?) di John Cage non mi piace ma è ritenuta geniale.

la musica di Luciano Berio non mi piace ma è ritenuta geniale.

la musica di Luigi Nono non mi piace ma è ritenuta geniale.

la musica di Edgar Varese non mi piace ma è ritenuta geniale.

la musica di Boulez non mi piace ma è ritenuta geniale.

la musica di Bela Bartok non mi piace (apprezzo solo poche cose) ma è ritenuta geniale.

la musica di Gyorgy Ligeti non mi piace (apprezzo solo poche cose) ma è ritenuta geniale.

molta musica di Zappa (seppure io lo ritenga un genio) non mi piace per niente.

la musica di Michael Jackson non mi piace ma è ritenuta geniale.

la trippa non mi piace ma è ritenuta geniale.

[:D]
potrei citare ancora un sacco di altri nomi...

diciamo che non sono ancora arrivato al livello di analisi, comprensione e sapienza di coloro che affermano e proclamano
la genialità di molti nomi che ho postato, ne ci tengo ad arrivarci perchè penso proprio di non arrivarci mai
in quanto manco lo desidero.

[:)]
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Postby MaiaDaharfendul » 09 Jul 2009, 13:53

quote:
Originally posted by ramasandiran

Considerazioni:
JETHRO TULL-A PASSION PLAY
Ancora non ho capito cosa abbia di brutto questo disco che secondo me è perfetto.


FINALMENTE UNO CHE LA PENSA COME ME [:)][:)]io amo a passion play[8:-x][8:-x]
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Postby aorlansky60 » 10 Jul 2009, 07:12

A-I-U-T-O H-E-L-P S-O-S


[:(]

chiedo scusa per il disturbo, non so come, ma non riesco più a visualizzare la pagina 3
dell'interessantissimo topic sui PINK FLOYD attualmente in corso nella rubrica rock progressivo qui vicino...

o meglio, temo di sapere il perchè: la pagina deve essere talmente carica di interventi (e bytes) che il
proxy che stò usando al momento non riesce di suo ad aprirla... peccato perchè non posso seguire l'evolvere
della discussione in atto... almeno fino che non si passerà a pag.4

chiedevo quindi se l'apertura della pag.4 è determinata in automatico dal sw "Snitz" oppure possa essere
eseguita anche "manualmente" dall'amministratore HIGH... al massimo paziento fino a che compare una nuova
pagina, quindi dateci dentro con il ragionamento e la "baguarre" [:D]
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Postby harlequin » 10 Jul 2009, 07:50

E' semplice. Non scrivere!!!!!![:D][:D]
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Postby aorlansky60 » 10 Jul 2009, 07:52

Molto gentile. [:-D]
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Postby aorlansky60 » 10 Jul 2009, 09:56

Tornando IT,

ieri sera mi sono ascoltato di nuovo (quasi) tutto TALES mentre mi leggevo un certo numero di testi vari
incentrati sulla storia del rock, della musica, etc tanto per rinfrescarmi la memoria...

tanto per gettare ulteriore benzina sul fuoco ed aizzare la polemica, non posso non citare il lapidario
"TEDIOSO" con il quale C.Rizzi sul suo "Progressive rock" liquida e congeda laconicamente A PASSION PLAY,
oppure altri giudizi emblematici letti al volo qua e là, tipo "gelida e vuota cattedrale gotica", "corazzata
demodè" attribuiti a BRAIN SALAD o "inconcludente e noioso" dispensato a TALES... generalmente anche IN A GLASS
HOUSE viene ritenuto un momento "minore" se confrontato con le pagine più belle dei Gentle Giant, comunque
tornando all'ascolto di TALES è innegabile che contenga interessanti momenti musicali, il fatto è che purtroppo
non decolla mai... sarà forse che, a differenza del predecessore CLOSE TO THE EDGE, che possiede una struttura
armonica di base precisa attorno alla quale ruota tutta la suite, TALES rappresenta davvero la quintessenza del
prog in quanto a continue variazioni e frantumazione dei tempi e delle armonie, creando alla fine molta difficoltà di lettura. Ieri sono riuscito anche ad ascoltare l'inizio di "Rituel: nous sommes du Soleil" che
per i primi 5 minuti almeno, ritorna all'archetipo del classico "Yessound" meglio conosciuto... ma le altre 3
sono davvero una più piatta dell'altra in quanto a struttura... comunque quella per me più interessante è
sicuramente "Ancient"(la terza o la prima del disco 2) che si allontana leggermente dai classici suoni ed armonie del
prog offrendo cose diverse soprattutto a livello di suoni percussivi... purtroppo però a metà suite
perde tutto il suo fascino che recava nei primi 10 minuti andando ad impastoiarsi in una specie di "cul de
sac" senza senso e senza uscita... per arrivare ad un momento acustico (la sola chitarra di Howe) che delinea
quella che Harle ha definito un momento tipico pastorale "a la Anderson" che però a me non cattura particolarmente... anche le altre 2 non sarebbero male, ma il tutto è veramente troppo dilatato e spesso
monotono sotto il profilo armonico. Ci sono veramente pochi momenti che ricordano altrettanto momenti sonori
gloriosi da Fragile e Close to the edge... Peccato, perchè secondo me le idee valide c'erano, è forse che hanno
peccato di presunzione.
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Postby Lamia Lover » 10 Jul 2009, 18:25

A PASSION PLAY una "ciofeca elevata alla massima potenza"?
BRAIN SALAD SURGERY una "cattedrale assurda"?

Aorl, due sono le possibilità: o eri reduce da una festa di matrimonio, oppure avevi mangiato due pizzette andate a male al fast-food, la sera che ti sei predisposto (forse con riserva) ad ascoltare i due albums sopracitati. Che sono, peraltro, due pietre miliari nella storia di Jethro Tull ed EL&P.

Se poi hai deciso di recarti in altri lidi, io rispetto la tua scelta e, naturalmente, mi trattengo PASSION e SALAD... [:D][:D][:D]
    ... and I've nearly found a place to call... the squonk! [:)] [:)]
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Postby Thomas Eiselberg » 10 Jul 2009, 18:29

quote:
Originally posted by Lamia Lover

...Che sono, peraltro, due pietre miliari nella storia di Jethro Tull ed EL&P.



Si, come no, e Inattacable tricks lo è per i Genesis[:D]
Essi vivono noi dormiamo. Obbedisci, compra, non pensare, il denaro è il tuo dio.

E' buona cosa leggere sempre leFAQ
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Postby Sanvean » 11 Jul 2009, 18:20

quote:
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
[:)]


Credo che A Passion Play sia opaco, privo di una minima brillantezza o spunto davvero valido.

Piatto, senza picchi, monotono e deludente, se la prospettiva iniziale era quella di ripetere l'idea di Thick as a Brick, ironica 'edizione' di concept album, con una lunghissima suite divisa in due dalle facciate del vinile.

A Passion Play sembra così povero, nel suo essere progressive, un'operazione riuscita solo formalmente, con la stessa divisione di una lunghissima suite...sui due lati del disco.

Sembra lontano anni luce dal capolavoro ispirato all'immaginario poeta-bambino Gerald Bostock.

Nella sua pretenziosità e monotonia lo avvicinerei (ma non troppo comunque) a Tales, doppio che risulta a mio avviso tra i più ambiziosi e pretenziosi della storia del rock.

Mettere in musica i Shastra Indù, sia pur molto astrattamente, a livello di 'liberamente tratto da' non sembrò infatti un'idea facilmente realizzabile.

Mistico, prolisso ed eccessivamente cerebrale, Tales resta una delle prove più impegnative e meno riuscite degli Yes, personalmente amo molto The Revealing Science of God ma trovo spesso che sia una perdita di tempo ascoltare tutto il resto, che tra l'altro conosco quasi a memoria.

Buono l'esordio in studio di Alan White (sostituire il batterista prog per eccellenza, Bill Bruford non deve essere stato un compito rilassante...) mentre Wakeman dopo questa prova lascia il gruppo.

E fu così che per quello che a mio avviso resta uno dei capolavori 'nascosti' degli Yes, 'Relayer' si scelse alle tastiere Patrick Moraz, uno che come ho già avuto occasione di scrivere non fece rimpiangere minimamente il biondone col mantello.

Ma se il discorso di 'opera minore', di certo appiattimento concernente Tales e A Passion Play fila senza ombra di dubbio, credo sia VIETATO farlo per ciò che riguarda 'Brain Salad Surgery' (riferimento esplicito alla fellatio)

Qui siamo di fronte ad un album tutt'altro che piatto, monotono e a una fase discendente del gruppo, credo anzi sia una delle migliori loro prove.

Karn Evil 9 credo sia una delle migliori suite dell'universo Prog, altroché momento di pausa o di calo di tensione.

'Toccata', l'adattamento che fa emerson del Concerto per Pianoforte di Ginastera è stupendo e forse il momento migliore dell'album (niente da invidiare a Tarkus).

Incantevole la ballata Still...You Turn Me On che segue.

La voce di Greg Lake è al meglio e il suo inciso con il wha-wha è per me storia, giusto il testo appare davvero debole.

Questo dopo la marcia trionfante di apertura, Jerusalem, rielaborazione di un tradizionale canto liturgico inglese su testo di un certo William Blake.

Ma ciò che resta nella storia è sicuramente Karn Evil 9, unico brano in tutta la loro produzione che vede 'in voce' anche Keith Emerson.

Le continue incursioni nel jazz di questa stra-articolata suite mostrano CHIARAMENTE quanto Carl Palmer sia stato sottovalutato come batterista, nel panorama del Prog.

Se di Karn Evil si estrapolasse solo il lavoro di Palmer ci si renderebbe immediatamente conto di quanto questo batterista...non fosse secondo a nessuno.

Una vera macchina da guerra.

Molto interessante inoltre è anche il 'soggetto' della suite, basato sul conflitto tra l'uomo ed il computer.

Ed in chiusura...credo non si possa non parlare della copertina, dopo quella di Nursery Cryme credo la più bella in assoluto della storia di tutto il Prog (tra l'altro il fallo fluorescente che salendo 'punta' verso la bocca della stupenda donna-teschio è visibile e a fatica solo in poche edizioni)

“Welcome back my friends to the show that never ends …”.

Per me, ma anche per molti altri, un caposaldo del Prog, ma so che resta uno degli album più 'discussi'...

Per ciò che riguarda 'In A Glass House' del Gigante Gentile...credo che un disco che annoveri il brano omonimo (dove a mio avviso si sente tutta la summa del Gigante) e Experience non possa essere considerato secondo a nessuno, anche se paga la troppa discontinuità rispetto ai capolavori creati dal gruppo.

Non sta ai Gentle così come Brain Salad Surgery agli ELP, ma neanche come Tales agli Yes.

Per cui sulla tua interessante riflessione iniziale concordo...in parte.
"Good morning Rael
So sorry you had to wait.
It won't be long, yeh!
She's very rarely late"
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Postby aorlansky60 » 13 Jul 2009, 06:50

quote:
Originally posted by Lamia Lover

A PASSION PLAY una "ciofeca elevata alla massima potenza"?
BRAIN SALAD SURGERY una "cattedrale assurda"?

Aorl, due sono le possibilità: o eri reduce da una festa di matrimonio, oppure avevi mangiato due pizzette andate a male al fast-food, la sera che ti sei predisposto (forse con riserva) ad ascoltare i due albums sopracitati. Che sono, peraltro, due pietre miliari nella storia di Jethro Tull ed EL&P.

Se poi hai deciso di recarti in altri lidi, io rispetto la tua scelta e, naturalmente, mi trattengo PASSION e SALAD... [:D][:D][:D]



PASSION PLAY e SURGERY li conosco (purtroppo) dal 1974... poco attento alle recensioni(soprattutto dei Jethro), comprai i due mattoni galattici sopra menzionati e sono oltre 30 anni che tento di darne una ragione, senza riuscirvi... quando la pretenziosità incontra l'ego e l'autostima, PASSION e SALAD non possono che essere i logici risultati, amen.
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