TILL WE HAVE FACES - 1984

Duel - Matilda Smith Williams home for the aged - Let me count the ways - A doll that's made in Japan - Myopia - What's my name - The Rio connection - Taking the easy way out - When you wish upon a star


   Sembra impossibile pronunciare certe parole quando si tratta di opere create da musicisti dei Genesis,  ma la cruda verita' e' che questo disco - nonostante una copertina di Kim Poor degna di miglior causa - riesce a meritarsi in pieno la qualifica di "orrendo".
   Il banalissimo motivetto con cui si apre fa subito restare a bocca spalancata,  e purtroppo lascia immediatamente spazio a ben di peggio,  ovvero alla reale essenza dell'album:   quella di un pasticcio registrato in Brasile con l'apporto di musicisti locali conosciuti in strada ed ispirato ai suoni del Samba,  del carnevale di Rio,  della musica etnica.   Insomma,  uno dei primi polpettoni di quella World Music che si dovra' poi far finta di apprezzare per tutto il corso degli anni '90.   Assoli di tam tam con chitarra di Hackett in sottofondo,  grattugie e marimbe con contorno di (troppe) tastiere di Magnus,  il tutto intervallato da brani blues completamente fuori luogo e citazioni sinfoniche a casaccio.   Terribile.
   Per me fu la proverbiale goccia che fece traboccare il vaso:   maturai qui la convinzione che Hackett mi stesse prendendo in giro,  e mi rifiutai di seguirne oltre la carriera di musicista,  disinteressandomi completamente alle sue vicende.