TRESPASS - 1970
Looking
for someone - White mountain - Visions of angels
- Stagnation - Dusk - The knife
Con questo album i Genesis approdano
alla casa
discografica indipendente Charisma che
dedica
grandissimo spazio al progressive rock e garantisce
loro la piu' ampia liberta' di azione; ad essa
resteranno coerentemente fedeli anche nelle
opere
soliste finche' non sara' assorbita dal
colosso
Virgin.
Alla batteria subentra -
sua unica prova piuttosto incolore - John Mayhew. La
band, con richieste pressanti, convince Richard MacPhail (il vecchio
cantante degli "Anon") ad asssumere il ruolo di road
manager. Egli riesce ad acquistare un vecchio furgone per gli
spostamenti, e il padre gli concede in uso un cottage disabitato presso il quale
puo' ospitare il complesso, che e' cosi' libero di provare a lungo.
I risultati (sebbene non ancora
in termini di
incassi) non tardano ad arrivare: l'LP e' di
gran pregio; contiene in abbozzo tutta la potenzialita'
musicale del gruppo, in particolare nelle liriche talora di
toccante poesia e nella sonorita'
completamente
rivoluzionata rispetto all'album d'esordio. Piu' che
di sparse ingenuita' compositive e' da
notare la
presenza di alcuni riff e assoli irresistibili, che
verranno in seguito inseriti dai Genesis stessi nei
loro leggendari medley.
Cominciano ad emergere le personalita' di
Peter
Gabriel e Tony Banks. Gabriel muove i primi passi con il flauto,
strumento di cui certo non e' ancora un virtuoso, ma col quale riesce
comunque ad impreziosire la musica del complesso in modo piacevole.
Il secondo - in un'intervista - descrive non a caso l'album come "il passo
piu' lungo mai fatto nella storia dei Genesis"...
E in effetti, sebbene l'album resti principalmente un lavoro
chitarristico (con grande uso di strumenti a dodici corde), e'
impressionante il progresso tecnico e stilistico di Banks. Il
pianoforte e' sempre molto presente, ma la vera novita' e' l'utilizzo
massiccio dell'organo Hammond,
strumento che addirittura apre l'album con Looking for someone, brano nel
quale (tra l'altro) si puo' ascoltare il suo primo assolo di tastiere.
Fa un grande uso dei drawbar,
generando cosi' con quell'unico strumento una miriade di timbri (magistrale
il suono distorto esibito in The Knife), e gia' concede qualcosa alla
sperimentazione piu' spinta: ve n'e' un ottimo esempio in
Stagnation, dove - spegnendo e riaccendendo i motori dell'organo a tasti
premuti - egli crea un drammatico effetto d'ululato, che ancor oggi
stupisce per la sua efficacia. Compare per la prima volta anche il Mellotron,
lo strumento progressive per eccellenza. Il suo utilizzo e'
centellinato con parsimonia, tuttavia il caratteristico timbro dei violini
e' chiaramente distinguibile in Visions of Angels e nuovamente prima del finale
di Stagnation.
L'impronta piu' riconoscibile, nell'album, e' comunque quella del chitarrista Anthony Phillips.
Curiosamente, Phillips e' considerato il vero leader dai membri del gruppo;
ed in effetti c'e' molto di suo nelle nuove idee, nella musica e anche nei
testi. Egli, pero', dopo un breve tour di supporto
al disco, si dichiara incapace di reggere la pressione del palcoscenico e decide di lasciare il
complesso per dedicarsi a
composizioni proprie. Portera' avanti la sua carriera
senza clamore, ma con grande coerenza e con una sensibilita' che gli fa
onore. La relazione con i genesis, comunque,
non verra' mai interrotta: i vecchi amici
vorranno la sua
collaborazione alle loro opere soliste, e parteciperanno
alle sue in veste di session-men.
|
|
L'ANGOLO
DEL COLLEZIONISTA (COLLECTOR'S CORNER) |
L'album e' stato distribuito in Italia
come album ad
anta singola, ma ne esistono edizioni straniere
a
doppia anta con una illustrazione pittorica extra in
seconda e terza di copertina. Si tratta di un acquerello di Paul
Whitehead, artefice di tutta la grafica medievaleggiante dell'album.
In queste edizioni, all'interno della custodia si trova anche un foglio
sciolto sul quale sono stampati i testi dei brani, contornati da
simpatiche decorazioni floreali molto "sixty".