by Titus Melville » 13 Aug 2010, 08:27
Ah, Hawkwind!
Una delle mie bande preferite di tanti anni fa, quando in ardir di giovine petto reputavo più importanti in musica le atmosfere misteriose e lisergiche rispetto alla tecnica . . .
Ricordo più di una notte passata ad ascoltare albi come "In Search Of Space" od "Hall Of the Mountain Grill", in compagnia di miei pari al chiaror di luna.
Tralasciando l'aspetto autobiografico, mi sento di consigliare a colui che ha aperto questa discussione, se le atmosfere oltremodo sperimentali ed oscure non gli aggradano, gli albi "Warrior On The Edge Of Time" e "Hall Of the Mountain Grill", nei quali si assiste ad una evoluzione stilistica, non ostante alcuni critici moderni preferiscano definirla "involuzione". . . ma di questa modestissima frangia critica inglese, i cui esponenti possono essere assimilati per intelletto a quadrupedi asinini, non ce ne cale.
In questi due albi che ho sopra menzionato, caro "Watcher", entra nella comune Hawkwind un grande musicista quale Simon House, come qualcuno già saprà, già protagonista di lisergiche scorribande nella banda "High Tide".
Costui, preparatissimo strumentista, riesce a dare con il suo violino elettrico e con le sue tastiere, più equilibrio alla fino ad allora rozza vena strumentale Hawkwind.
Nei due albi summenzionati, entrambi vivamente consigliati, House aggiunge un tocco classico che dà ad alcuni brani un aura gotica, impalpabile e tipicamente inglese.
Necessitando un maggiore approfondimento sulla vita del personaggio-Simon House, squisitissimo e di nobile animo, limiterommi a riconoscere in lui grande franchezza e spirito attivo, grazie al quale è stato in grado nel corso della sua vita di contrastare le numerose avversità che su di lui sono sovente cadute, basti citare la grave malattia che anni orsono colpì la sua amata figlia, sempre che la mia memoria non giochi qualche scherzo, ma ne sono ragionevolmente sicuro.
Talvolta, leggendo in testi dell'epoca aneddoti sulla vita picaresca e godereccia della banda Hawkwind, i quali di tanto in tanto non disdegnavano selvagge e dionisiache ingroppate collettive, mi chiedo come fosse stato possibile per Simon, musicista più strettamente classico, integrarsi in quell'ambiente tanto affascinante quanto irregolare e selvaggio.
Ad ogni buon conto, buon ascolto!
TM
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Titus Melville on 13 Aug 2010, 08:30, edited 1 time in total.