Peter si confida ad Eric MANDEL, giornalista di "Le Journal du Dimanche".
Questa è la sintesi dell'intervista apparsa ieri, 27-7-2008, su LeJDD.
http://www.lejdd.fr/cmc//culture/200830 ... 35688.html
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D: Perchè ci sono voluti 16 anni per vedere uscire un nuovo album di Peter Gabriel?
Peter: Avevamo accumulato una quantità vertiginosa di lavoro. Devo riconoscerlo, era una quantità preoccupante. È stato necessario procedere a scelte difficili. Queste sessioni sono state certamente l'esperienza più divertente della mia vita di musicista. Il mio studio era diventato una specie d'agenzia matrimoniale per artisti del mondo intero. Ed abbiamo celebrato dei bei matrimoni. Prendete, ad esempio, l'incontro tra Papà Wemba, la star della rumba zairese, con un chitarrista di flamenco. Oggi è una cosa comune, ma all'epoca era abbastanza radicale! Iggy Pop e Joe Strummer vennero anche loro. La musica è definitivamente una lingua universale e questo progetto lo prova. Di qui il suo titolo. Vista dello spazio, la terra è soltanto una grande palla blu, senza frontiere.
D: Durante la vostra carriera, avete assorbito diverse culture musicali, un po'come una spugna?
Peter: Alla base c'è il rock, ed è una musica nera. E quindi musicisti bianchi hanno imitato Chuck Berry o Little Richard per arrivare ad altro. Negli anni 1920, Picasso ha dipinto le signorine di Avignon solo dopo avere assistito ad un'esposizione di maschere africane. E fu l'inizio del cubismo. Qualsiasi forma d'espressione si nutre dell'esterno. La genetica dice questo sulla consanguineità: riprodursi in circuito chiuso causa inevitabilmente un indebolimento e malformazioni.
D: Dal 2002 si attende sempre il vostro album solo…
Peter: Ho già una sessantina di canzoni già pronte. Non ho fretta. Sono diventato di nuovo papà solo da una decina di giorni. Voglio trascorrere del tempo con lui e vederlo crescere.
D: Siete allo stesso tempo un artista ed un imprenditore. Due attività facili da conciliare?
Peter: Confuto l'idea ingenua secondo la quale l'arte sarebbe una forma d'espressione nobile e gli affari un'attività ignobilmente commerciale. La verità è più complessa. Con il denaro guadagnato ho potuto creare la mia etichetta, allestire il mio studio di registrazione con il massimo che la tecnologia, oggi, può offrire. Attualmente lavoriamo al missaggio sonoro del prossimo film su James Bond. Lo scopo non è mai stato di far denaro per il denaro. Ma l'indipendenza finanziaria permette di preservare la mia libertà d'artista.
D: Oggi, a 58 anni, avete pubblicato otto album da solista in trenta anni di carriera. Vi sembra sufficiente?
Peter: Se ho lasciato Genesis nel 1975, è per avere la possibilità di essere coinvolto in vari progetti allo stesso tempo. Certamente, faccio scelte. Tra riformare i Genesis e contribuire alla nascita del progetto “The Elders„ per i diritti dell'uomo, di Nelson Mandela, ho scelto la seconda opzione, perchè quella era orientata verso il futuro. E non ho scelto quella che guarda al passato. Sono fiero di avere iniziato Womad o di avere creato la prima piattaforma di streaming audio, ben prima di iTunes o Napster, e che poi Nokia ha riacquistato nel 2006. Se mi fossi un po' meno impegnato nelle mie altre varie attività, avrei certamente prodotto tre o quattro album in più. Ma la mia vita sarebbe stata meno appassionante.