by Betelgeuse » 05 Jul 2008, 11:26
Come già scrissi in un altro topic, We Can't Dance è l'album dei Genesis che divide maggiormente i fans: per alcuni è bellissimo, per altri irritante.
Io dico subito che sto nel mezzo, considerato che non mancano i picchi, sia in alto che in basso.
In quel novembre 1991 ( quando uscì ), fui indeciso se acquistare il vinile, che, com'è noto, uscì in doppio.
Poi decisi per la cassetta, a quei tempi ero un'aficionados del walkman con cassette, che ascoltavo anche per qualche ora al giorno, salvo poi, qualche anno più tardi, stufarmi di questo tipo di ascolto, preferendo le normali casse acustiche.
Un'attenzione particolare diedi subito alla copertina, che mi ricordava quella di Duke, molto evocativa.
Il primo ascolto, come detto, fu molto contrastato, data l'altalena di brani validi e non, e devo ammettere che non ebbi un'impressione particolarmente entusiastica. Col tempo, però, a mente ( e a orecchio ) freddi, ho guardato a questo lavoro con spirito più critico, anche perchè ho cominciato a fare i paragoni con i dischi immediatamente precedenti, Genesis e IT, e ho concluso che, sì, qualche progresso c'era forse stato.
I tre musicisti sono in forma. Phil, Tony e Mike hanno, in quel periodo quarant'anni, un'età perfetta per dei musicisti: grande esperienza , tecnica consolidata, tuttavia ancora abbastanza avvezzi a cavalcare l'andazzo che c'era allora. Del resto non c'è dubbio che a 57 anni, l'età che i nostri eroi hanno oggi, tecnica e esperienza sono compensati, purtroppo, da un calo di brillantezza, vigore, e, - posso dirla questa parola? e vabbè la dico - entusiasmo, anche se l'esperienza del Circo Massimo è qualcosa che è rimasta a tutti, e prima di tutti a loro, nel cuore.
E meno male che l'hanno fatta franca: We Can't Dance ebbe un grande successo commerciale, è vero, ma già in quell'inizio di decennio erano minacciose all'orizzonte molte nubi, materializzatosi qulche mese più tardi con le tendenze della nuova british/ondata, senza parlare dei nuovi gruppi che apparivano anche al di là dell'Atlantico ( REM su tutti ).
Da notare la buona prestazione di un Mike ormai completamente " sdoganato " come chitarrista, mentre Tony e Phil sono i soliti monumenti che conosciamo
I brani:
No Son Of Mine: voto 7. Perfetta formula canzone in una durata ( 6,39 minuti ) d'altri tempi. Curiosi gli effetti iniziali, è praticamente un muggito, per il resto la canzone fila via liscia come l'olio. Il testo è pieno di pathos, ma le fasi musicali sono leggermente convenzionali. Basta quanto detto per fare un grande brano? Insomma...
Jesus He Knows Me: voto 5,5. Siamo alle solite. Brani come questo vanno bene per altri gruppi, ma se in copertina c'è scritto Genesis, viene da pensare, ed è lecito farlo. E dire che anche qui siamo in presenza di un buon testo.
Driving The Last Spike: voto 9. Finalmente i Genesis. E' proprio il caso di dirlo, per suggellare il più bel brano del disco, caratterizzato dal solito testo toccante, ma di una varietà strumentale di prim'ordine. Grande prestazione di Mike Rutherford, sia all'inizio sia nella seconda parte, in cui si lancia in pregevoli schitarrate fortemente rock.
I Can't Dance: voto 4. Il peggior pezzo della storia dei Genesis.
Never a Time: voto 6. Senza infamia e senza lode. Si va ai tempi di Genesis 83, è infatti una canzone convenzionale, un pò d'atmosfera, da acoltare in sottofondo.
Dreaming While You Sleep: voto 7. La prima parte ricorda forse alcune cose solistiche di Tony, la seconda prende invece decisamente vigore, con una batteria come si deve. E' un pezzo abbastanza vivace, ma non lo definirei propriamente imprescindibile.
Tell Me Why: voto 6,5. Brano salvato soprattutto dalla buona prova ( ma non è l'unica ) di Mike che, in particolare si produce in un paio di assolo più che dignitosi.
Living Forever: voto 7,5. Strano pezzo, dalla ritmica irregolare, con una buona prova di Tony, presumibilmente l'artefice principale in fase compositiva. Bella soprattutto la parte finale.
Hold On My Heart: voto 7. Miele in quantità industriale, è vero, ma di quello prelibato. Mi è sempre piaciuta l'intensità con cui Phil canta questa canzone, e credo che non bisogna essere necessariamente dei sentimentaloni per apprezzarla.
Way Of The World: voto 5,5. Ecco un'altro brano abbastanza scontato e convenzionale che, a mio avviso, non assomiglia molto neanche alla produzione solistica di Phil. Senza lasciare traccia.
Since I Lost You: voto 6,5. Brano toccante, dotato di pathos. La musica è tutt'altro che articolata, ma l'interpretazione di Phil è, come al solito, intensa.
Fading Lights: voto 7,5. E' bello, sicuramente. Ma si sono dette forse troppe mirabilie e troppi Oh! di approvazione per questo pezzo, che va sicuramente nel filone degli strumentali più efficaci della discografia genesisiana, ma non travalica da esso. Bisogna dargli i giusti meriti, ma Tony ha fatto strumentali più affascinanti, non dobbiamo dimenticarlo. Bisogna però ammettere che dal vivo migliora non di poco, e risulta più riuscito.
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