Scusate il titolo che sembrerebbe provocatorio, ma volevo sottoporvi una breve riflessione che ho maturato recentemente dopo aver assistito ad uno show dei Depeche Mode circa un mese fa.
A seguito dello show, che ho molto apprezzato, ho acquistato 3 CD del gruppo elettro-dark-pop inglese, tra cui "Black celebration" che appunto uscì nel 1986.
Confesso di non aver mai seguito i DM con attenzione, in quanto, forse sull'onda dell'impressione ricavata di una loro famosa hit superpop "Just can't get enough" (1981), li avevo appunto catalogati come gruppo pop scanzonato e di poche pretese, destinato a scomparire velocemente (!!!).
Nei decenni successivi ho poi avuto modo di ascoltare qua e là altre loro canzoni certamente più oscure e con influenze industrial ma per qualche motivo misterioso non ho mai approfondito.
Ora che l'ho fatto sono rimasto davvero sorpreso nello scoprire la profodità delle canzoni di questo gruppo, sia nei testi che nelle musiche.
Certo non li possiamo definire degli allegroni; i loro temi profondi e a volte pessimistici li hanno fatti soprannominare da qualcuno addirittura "Depress Mode", ma la qualità delle loro canzoni resta costantemente medio-alta. Le vicende personali di Dave Gahan e Martin Gore (autore quest'ultimo di tutte le musiche e di tutti i testi), spesso drammatiche o comunque complicate (abuso di droghe, tentativi di suicidio, depressione, alcolismo) hanno certamente contribuito al tono dark delle loro composizioni. Lo scorso anno inoltre ha visto la scomparsa di Andrew Fletcher, il terzo componente del gruppo, a causa di un grave problema alla aorta, ma gli altri due sono ancora qui, tuttora alive and kiching, hanno superato la sessantina e sembrano aver raggiunto equilibrio nelle loro vite personali.
E lì ho pensato all'enorme differenza che esiste tra due album usciti entrambi nel 1986: "Invisible touch" dei nostri e "Black celebration" dei Depeche Mode.
Oggi "Invisible touch" suona incredibilmente datato (inascoltabili per me "Invisible touch", "Anything she does" e "In too deep" ) ed anche i brani migliori ("Domino", "Land of confusion", "Tonight tonight tonight") oggi hanno sonorità "plasticose". L'unico brano dell'album che suona ancora interessante, IMHO, resta "The brazilian".
Invece "Black celebration" suona alle mie orecchie contemporaneo e piacevolissimo dall'inizio alla fine, sebbene dominato da toni oscuri.
Il brano più famoso dell'album è certamente "Stripped", ma io non ci trovo una canzone debole.
https://youtu.be/OygDqaNbYXU
(Nota: Il ritornello "Let me see you stripped down to the bone" significa più o meno "Voglio vederti ridotto all'essenziale, spoglio di tutte le sovrastrutture")
Qui la title track "Black celebration"
https://youtu.be/GqX0zOWlIwM
Il tempo che passa obbliga a rivalutare le cose.
Voi che ne pensate?