Eccomi di ritorno dopo aver finalmente visto Mike & The Mechanics: prima volta per me, anche perché purtroppo è raro che vengano in Italia!
La prima cosa che desidero dire è che, con mio grandissimo stupore, è stato probabilmente il concerto più divertente a cui abbia assistito in vita mia.
Mi aspettavo una serata un po' patinata e plasticosa come talvolta sono i loro dischi; è stata l'esatto contrario: grinta da vendere e suoni belli "grezzi" e rock. Altra cosa che mi aspettavo era un Mike un po' in sottofondo e coperto dagli altri: anche qui l'esatto contrario, anzi era la sua chitarra a coprire tutto il resto quando ci dava dentro coi suoni distorti!!!
Al mio ingresso all'Alcatraz ho avuto un po' di preoccupazione perché purtroppo, per ragioni che non mi so spiegare (scarsa promozione?), i biglietti non hanno venduto bene e il locale era mezzo vuoto. Ho sentito dire di biglietti messi in vendita a 10 Euro negli ultimi giorni nell'estremo tentativo (fallito) di "riempire". Temevo una serata tristissima, sia dal lato pubblico che dal lato palco. Anche qui le cose sono andate esattamente all'opposto: il poco pubblico presente ha urlato e applaudito all'inverosimile, sopperendo con la qualità delle ovazioni alla quantità di persone presenti, e dall'altro i Mechanics hanno preso la serata con piglio da veri professionisti, affrontandola con lo stesso entusiasmo e la stessa carica con cui avrebbero affrontato un sold-out alla Wembley Arena.
Chapeau!Il pubblico è stato "scaldato" da un bravissimo cantautore inglese, un giovanotto che con una sola chitarra folk ed una grancassa, oltre che con la sua voce, è riuscito a tenere banco per mezz'ora molto meglio di come di solito riesce ad un complesso intero!!! Ha detto più volte il suo nome ma purtroppo non sono riuscito ad afferrarlo, né ora a ritrovarlo tra le notizie di stampa. Comunque molto bravo, mi auguro di risentirlo di nuovo!
Sono poi ovviamente arrivati "i meccanici", che hanno presentato un repertorio brillantissimo e divertentissimo, praticamente una raccolta di
hit, che ha sconfinato in almeno due occasioni (I can't dance e Invisible Touch) nel repertorio dei Genesis. E qui di nuovo sono rimasto a bocca aperta. Conoscevo e apprezzavo già i due cantanti Andrew Roachford e Tim Howar, ma mi ero figurato che la parte del leone la facesse Roachford. Viceversa, senza nulla togliere a Roachford che è stato bravissimo, per gran parte del tempo il "banco" è stato tenuto da Howar, un vero cavallo di razza, con una riserva vocale incredibile che gli ha consentito di passare senza nessuno sforzo da parti scritte per Paul Young a parti scritte per Phil Collins, condite da una capacità di divertire il pubblico, di coinvolgerlo e soprattutto di trasmettere allegria assolutamente uniche!!! Uno dei più brillanti
frontmen che abbia mai visto in azione, bra-vis-si-mo!!!
Non essendoci, ahimè, molto pubblico ho avuto se non altro il vantaggio di seguire il concerto dalle primissime file: Mike sarà stato a non più di 4 metri in linea d'aria da me, tanto che ho osato scattare qualche immagine col mio vecchio (ed economicissimo pure quando era nuovo!) cellulare. Ovviamente il risultato è meno che modesto ma magari a qualcuno farà piacere vederle. Tra gli amici del forum presenti tra il pubblico, il solito "Zampa" con sua moglie, che mi hanno gentilmente presentato a Silvio Amenduini.
Spero che Mike non si lasci troppo scoraggiare dallo scarso risultato delle vendite al botteghino...
Lui e i suoi "meccanici" mi sono piaciuti al di là di ogni più rosea aspettativa, sarebbe veramente un peccato se dovessero non tornare più in Italia...