Carissimi amici, mentre di solito leggo le vostre prime recensioni quando ancora "friggo" in attesa che la mia copia giunga via posta, per una volta tanto ho l'onore di potervi addirittura dare un anticipo - sebbene solo verbale - di quello che vi aspetta! Ho scritto qualche mini-recensione per ciascun brano, giusto per darvi il gusto di quanto ascolterete tra una ventina di giorni, e l'ho fatto davvero volentieri perche' questo disco mi piace tantissimo! Non metto voti perche' praticamente non ci sono punti deboli: tutto dall'otto in su'!
Allora pronti? Via!
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Out of the Body - Si tratta d'una
ouverture strumentale di due minuti e mezzo, essenzialmente tripartita, in cui vengono introdotti i temi che saranno ripresi nel resto del disco. L'attacco è sinfonico che più non si può: le prime note sembrano di mellotron, ma credo invece si tratti di archi campionati (perche' non vedo quartetti d'archi accreditati tra gli strumentisti) su un veloce ritmo di rondo'. Molto bella e incalzante la terza parte conclusiva.
Wolflight - il brano che da' il titolo al disco dura subito - tenetevi forte - otto minuti! Dopo una breve introduzione strumentale in cui credo si senta il didgeridoo di Sara Kovacs e il tar di Malik Mansurov, seguita da una breve parte per chitarra classica di Steve, si apre una bellissima e ariosa strofa cantata che ricorda le atmosfere di Loch Lomond, ma su una linea melodica completamente diversa. Ad essa si alternano ponti molto piu' oscuri con tambureggiamenti tribali e poderosi
riff di chitarra elettrica. L'assolo centrale di Steve, molto bello, e' sostenuto da accordi di organo Hammond.
Love Song to a Vampire - Se pensavate che dopo un brano cosi' lungo ne sarebbe arrivato per compensazione uno breve, vi sbagliavate di grosso: nove minuti abbondanti per questo pezzo! L'apertura e' tutta per la chitarra classica di Steve, alla quale presto si sovrappone un cantato di profonda malinconia. Un lentissimo crescendo (anche tonale) esplode in un fuoco d'artificio di tom-tom e nei possenti cori misti del ritornello centrale. Bellissima: sembra una rielaborazione di Epitaph dei King Crimson, almeno nella struttura strofa-coro. Dopo due ripetizioni è il momento del bell'assolo elettrico di Steve, su un ritmo sussurrato dai
rim shot, che riporta direttamente al potente coro centrale. Quando il brano sembra ormai concluso, si passa invece ad una coda strumentale radicalmente diversa, che alterna stacchi d'orchestra a un durissimo
riff hard rock in cui finalmente pare evidente il contributo al basso di Chris Squire, e in cui Steve si lancia in un bellissimo assolo.
The Wheel's Turning - Steve ormai ci ha preso gusto: sette minuti e mezzo per il terzo brano lungo di fila! Dopo un'apertura interlocutoria di stampo descrittivista - con suoni di circo e giostre - e' il brano che presenta il maggior numero di temi e alternanza di figure ritmiche, in pieno stile progressivo. Dopo una parte cantata e corale piuttosto ariosa, subentra un martellare ritmico con obbligati di chitarra e basso sullo stile di Air Conditioned Nightmare (forse ne sono una vera a propria variazione). Nel finale i cori si alternano a brillanti assoli cantabili della chitarra elettrica di Steve.
Corycian Fire - Atmosfere che sanno d'antico in apertura di questo brano della durata comunque superiore ai cinque minuti. L'arpeggiato che sostiene il cantato e' genesisiano che piu' genesisiano non si puo'. Cede pero' presto il passo ad un motivo molto
noir, in puro stile hackettiano, con numerose spruzzate etniche. L'intermezzo strumentale presenta una brusca accelerazione su un ritmo incalzante con chitarre pizzicate, scusa per presentare non meno d'una mezza dozzina di temi! La canzone si chiude con un intenso coro lirico e stentorei staccati vocali che conducono verso l'emozionante finale.
Earthshine - La chitarra classica di Steve, già presentata in altri brani, torna da protagonista assoluta per tre minuti abbondanti in questo bel pezzo in cui Steve da' nuova prova del suo ormai ben noto virtuosismo. Un intermezzo molto piacevole e della lunghezza ideale per un brano di genere classico inserito in un disco rock.
(Loving Sea - Per ragioni che ignoro questo brano non e' ascoltabile nella mia copia
watermarked.)
Black Thunder - Un massicio
riff blues / hard rock sostiene questo brano stupendo che nuovamente supera alla grande i sette minuti! Steve e Amanda Lehmann si alternano e armonizzano nel bellissimo cantato, continuamente intervallato da micro-assoli elettrici. Un ponte con possenti cori
crossover porta ad alcune variazioni dei temi presentati e a nuovi assoli di varie lunghezze. Non li ho contati ma credo Steve ne faccia almeno una ventina, il più espanso dei quali con un lunghissimo
feedback sostenuto e modulato, suo marchio di fabbrica. C'e' un breve spazio anche per l'armonica, immagino suonata da Steve in persona. Cambio radicale d'atmosfera nel finale cameristico.
Dust And Dreams - Ancora influenze mediorientali in apertura e nel divertente ritmo pizzicato quasi reggae su cui la melodia e' presentata da accordi di violini. A breve parte il bellissimo assolo di Steve, a tutto sostegno e con lunghi echi. Usa anche una tecnica che non mi pare d'avergli mai sentito usare: da' dei colpi alla leva vibrato per far ululare la chitarra in pieno
sustain. Efficacissimo. Attorno a 3':15'' il ritmo cambia completamente ma l'assolo diventa, se possibile, ancora piu' arioso e lirico. Steve e' ispiratissimo. Peccato che presenti il tema una sola volta: avrebbe meritato piu' riproposizioni! Con una sequenza di netti staccato e un massiccio obbligato d'accordi
noir che più
noir non si puo', questo brano interamente strumentale sfocia senza soluzione di continuita' in...
Heart Song - Titolo un po' privo di fantasia per il brano conclusivo, che dopo un primo
vocoding piuttosto tenebroso vira improvvisamente, con sorprendente delicatezza, verso un cantato allegro e pieno di speranza lasciato alla sola voce di Steve e ad un ultimo assolo elettrico di commiato. L'arpeggiato di sottofondo riecheggia Afterglow ed altri grandi classici dei Genesis. Un finale quanto mai ideale per un disco cosi' complesso e articolato.