Ed eccomi qui, dopo aver ovviamente acquistato ed ascoltato la pubblicazione in vinile della Inside & Out.
Devo dire che mi colloco anch'io in posizione intermedia, in compagnia dell'ottimo Dalex.
Il disco nel complesso e' buono (miracoloso, per questi orribili tempi), ma onestamente tutte queste venature progressive che molti (e non intendo tanto dire qui, quanto piu' che altro sulla stampa specializzata) hanno voluto percepire, non le ho percepite affatto o le ho percepite in proporzioni infime. Si tratta proprio solo di qualche blandissimo richiamo sparso qua e la'. Non basta fare un
concept per dire che e'
progressive. Il disco, come arrangiamento, non e' progressivo quasi per nulla ed e' piu' collocabile nel
mainstream delle produzioni contemporanee d'una certa qualita' e d'una certa pretesa.
Sottoscrivo appieno anche l'auspicio (valido per il futuro, a questo punto...) di Dalex per un maggior coraggio nella scelta dei timbri, in molti casi davvero tristemente da
mainstream.
Concordo anche con la nota di Zeppelin riguardo il timbro della batteria. Simon Collins e' veramente in gamba, ma deve assolutamente sviluppare una sua accordatura o un suo timbro di batteria che lo contraddistingua. Ha una persona in famiglia che lo potrebbe molto ben consigliare in questo...!
Infine: la voce di Collins. Qui ho avuto una strana sopresa. Se in Genesis Revisited II la somiglianza con la voce del padre era a tratti davvero notevole, in Dimensionaut ho avuto la curiosa impressione che la sua voce si avvicinasse di piu' a quella di Peter Gabriel da giovane! Sono stato l'unico ad aver avuto questa sensazione?