by highinfidelity » 14 Sep 2012, 12:46
Dopo un po' di ascolti scrivo anch'io qualche riga sull'impressione che mi hanno fatto i brani di Squackett. Ribadisco che, in generale, il disco mi e' piaciuto molto, senza particolare riserve.
A LIFE WITHIN A DAY - Sicuramente, come gia' scritto da Thomas, e' il brano piu' eminentemente progressivo del lotto. Il tema e' una melodia ricorrente dal tono vagamente arabeggiante. In un paio di ponti si ripete un breve assolo con un suono di chitarra distorta "sofferente" piuttosto interessante. Molto bella anche la battagliera cavalcata progressiva in centro al brano, forse la cosa che piu' rispetta i canoni classici del progressive. Bel brano, vario, con molti movimenti. Voto 8. Meriterebbe di piu' ma purtroppo non incontra del tutto i miei gusti per via della melodia arabeggiante che, come un po' tutte le cose arabeggianti, non mi piace molto.
TALL SHIPS - Sicuramente il pezzo piu' forte del disco, si basa su un eccellente continuo di Squire al basso con un groove decisamente accattivante. C'e' un ottimo coro armonizzato nel ponte, seguito da un assolo di Steve molto riuscito. Belli sia i piccoli ricami aggiunti da Roger King, sia le incursioni di chitarra classica. Brano difficilmente migliorabile e non guastato da alcunche', per cui: voto 10.
DIVIDED SELF - Brano dalla bella atmosfera allegra, e' probabilmente il brano "beatlesiano" a cui si accenna nella prefazione del disco. C'e' un bell'uso del Vocoder, tanto caro sia a Collins che a Banks, nel ponte prima del coro. Azzeccato anche il ritornello che non e' solo corale ma consiste anche in un obbligato di chitarra elettrica. Piuttosto curioso il coda, che diviene prima inaspettatamente cupo con un rallentamento ed effetti riverbero/vocoder, per poi tornare ancor piu' inaspettatamente allegro sulle note di un organetto di barberia. Voto: 7 e 1/2.
ALIENS - Bel brano di Squire, da lui anche molto ben cantato, tipicamente Yes sotto molti punti di vista e difatti gia' suonato dal vivo con gli Yes. Alterna tempi larghi ad andanti ed e' per questo una perfetta chiusura del primo lato. Gli sfortunati possessori di lettore CD si perdono l'efficace effetto di "finale". Voto: 8.
SEA OF SMILES - Interessante brano che alterna ciclicamente momenti malinconici ad aperture piu' serene. Eccellente il solo di Hackett nell'intermezzo strumentale. Secondo me il brano avrebbe guadagnato se si fossero approfonditi ed estesi i temi malinconici, magari separando in due brani distinti le due linee melodiche. Comunque niente male. Voto: 7 e 1/2.
THE SUMMER BACKWARDS - Larghetto riflessivo con cori armonizzati molto belli che, come accennato nella prefazione del disco, possono effettivamente ricordare la tecnica di CSNY. E' un brano calmo che richiama nell'andamento sereno le atmosfere di For Absent Friends, sebbene sia meno rarefatto nell'arrangiamento. Bello il testo. Nei ponti si sentono delle voci che credo siano nastri del Mellotron. Voto: 8.
STORMCHASER - Brano piuttosto aggressivo, da combattimento, caratterizzato da un martellante ostinato di Squire al basso elettrico portato in primo piano. Di nuovo spettacolari i cori, con complesse armonizzazioni e ripieni a cui probabilmente ha contribuito anche Amanda Lehmann. Voto: 8 e 1/2.
CAN'T STOP THE RAIN / PERFECT LOVE SONG - I due brani sono in realta' una cosa sola perche' scivolano uno nell'altro senza soluzione di continuita'. In Can't Stop The Rain la voce solista (di nuovo di Squire) e' processata attraverso il Vocoder e il brano ricorda molto da vicino, anche per alcuni passaggi armonici e vocali, i lavori di Howard Jones degli anni '80. Il ritornello, gradevole ma meno caratteristico, e' invece piu' simile ai bei classici di Burt Bacharach. Si sente chiaramente la voce femminile di Amanda Lehmann nei cori. Voto: 8. A questo punto, a giudicare dal titolo ci si aspetterebbe il classico lentone sdolcinato finale. Parte invece, a sorpresa, un bel brano di tempo medio che ricorda negli arrangiamenti alcune cose di Gabriel. Le linee vocali, armonizzate in modo complesso, forse di nuovo con un'incursione della Lehmann, sono bellissime. Molto azzeccato anche l'obbligato di chitarra che si sovrappone alle voci nei ritornelli. Bello e ispirato anche l'assolo di Hackett. Stupendo il testo. Brano difficilmente migliorabile, dall'impatto perfetto per chiudere il disco in dissolvenza. Voto: 9.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
________________________
In dubbio, consultate le
FAQ