In ritardo di qualche giorno ( mese di pubblicazione, Maggio 1977 ), ricorre il 35°anniversario di questo EP, discusso finchè vogliamo, ma pur sempre uno dei maggiori successi commerciali dei Genesis, esclusi gli albums, e pre Invisible Touch.
Sono tre i brani in esso contenuti.
Il primo si intitola " Match Of The Day ", e rappresenta un pò il brano precursore di certe atmosfere allegrotte, ed apparentemente disimpegnate, che caratterizzeranno i Genesis degli anni 80/90.
Il ritmo e l'andamento sono assolutamente spensierati, ma anche piacevoli, tutto sommato: anzitutto è da rimarcare il buon lavoro di Mike al basso.
Poi, la prova canora di Phil è assolutamente convincente, perchè la voce è brillante e cristallina, come al solito. Ma il testo è francamente banale: si tratta di considerazioni prettamente calcistiche, con, diciamo in modo edulcorato, critiche all'arbitro . Certo, pensando a Tiresias, a Magog, ad Harold Demure, viene un pò da pensare...ed esattamente ad uno scadimento dei loro testi.
Da notare che questo brano non viene inserito nell'Archive 1976/1992, per motivi non pienamente convincenti, e comunque con una decisione a dir poco cervellotica e infelice.
Il secondo, ha un titolo curioso, " Pigeons ", come assolutamente curioso è il testo.
Si descrivono dei piccioni, ma l'impressione è che ci si riferisca a persone, forse a particolari categorie di persone.
Il ritmo è ripetitivo, con un'unica fase di chitarra ripetuta all'infinito, e con una costruzione melodica e un'arrangiamento tutt'altro che articolati.
Eppure il brano funziona, e piace, sembra, anche ai vecchi fans, che riescono a percepire un pò di qualità e un pò di studio.
Diciamo che, nella sua apparente banalità, il brano non è banale: la banalità è ben altra, e si ha esattamente allorquando si tratta di costruire montagne di cartone sul nulla, e prendersi troppo sul serio. Non mi pare proprio questo il caso.
" Inside And Out ", brano che conclude questo trittico, se non è un capolavoro, ci va comunque vicino.
E' l'ultimo brano composto, plasmato ed eseguito ( in modo eccellente ) da Steve Hackett con i Genesis, e, in effetti, non si è mai capito il motivo per il quale non sia stato inserito in Wind And Wuthering, vista la chiara e indiscutibile qualità.
Da suddividere idealmente in due parti, nella prima svetta la splendida voce di Phil, su dei ricami delicati di chitarra, fino ad esplodere nei ritornelli, appena più vivaci, ma comunque anch'essi sommessi. La parte migliore è comunque la seconda, con una delle fasi strumentali più gagliarde e ispirate di quegli anni, protagonisti tutti i musicisti, con reminiscenze e venature pseudo jazzistiche ( e finanche funky ), ma con, protagonista, soprattutto la chitarra di Steve, che si propone in una ottima performance, con momenti di puro genio e dimestichezza.
Un brano indimenticabile.
" Spot The Pigeon " ha un rilevante successo commerciale in UK, ma un pò meno altrove, segno che ancora i Genesis sono visti come gruppo prettamente da album.
Tuttavia, in ultima analisi, l'importanza del disco sta nella consapevolezza che i Genesis sono ormai universalmente accettati nelle loro moltecipli anime: in quella prog romantica, ma anche in quella più leggera e disimpegnata.
Con " Spot The Pigeon " i Genesis sono diventati un gruppo " globale ", e direi che questo EP rappresenta la prova generale che porterà ad " And Then There Were Three ", che spalancherà finalmente, al gruppo, le porte degli States.