Piuttosto orgoglioso del vespaio creato con il solo primo album, procedo...
Sempre in rigoroso ordine cronologico, passiamo a...
NURSERY CRYME
Note tecniche di ascolto
Sorgente: LP Charisma originale
Impianto: Ampli integrato Denon PMA1520AE 70+70 wrms - Giradischi Technics - Testina moving coil Pickering - Casse JBL Studio 190CH
In generale
Il primo vero album prog dei nostri eroi (Trespass conteneva i semi, ma era ancora molto caratterizzato da soul e folk). Finalmente Banks approccia il mellotron (sembra comprato usato dai King) e tutto il disco è caratterizzato da questo strumento oltre che dal classico organo Hammond. Nursery segna anche l'avvento di due grandi strumentisti: Phil Collins alla batteria (e cori) e Steve Hackett alle chitarre. Phil è un grande drummer, fantasioso, ricco di tecnica, con un tocco speciale che sostiene i pezzi di tutto l'album (escludendo la voce solista di For Absent Friends). Steve porta innovazione elettrica, ricerca, uso particolare e personale dello strumento. Ant è un grande chitarrista acustico, Steve è più elettrico e ricercatore. Inoltre, introduce il "sistema" Genesis delle composizioni, ovvero media moltissimo tra Tony, Peter e Mike e, anche se non firma molto, mette il suo stile in tutti i brani. La formazione migliore in assoluto, la più equilibrata e la più... litigiosa... Nota di colore: questo album è stato il primo ad aprire le porte dell'Italia ai Genesis piazzandosi nella top ten italica per molte settimane.
Registrazione
Qualità medio-bassa. Finalmente la prospettiva stereofonica è rispettata senza esasperazioni. Bassi abbastanza presenti, acuti non particolarmente brillanti, batteria compressa con suoni troppo "piatti" rispetto a quello che vorrebbe Phil e che i pezzi meriterebbero.
Brani
Musical Box.
Suite di grandezza immensa, con tutti gli ingredienti dei Genesis mixati perfettamente in un equilibrio generale da manuale. Acustica, elettrica, lirica, arrabbiata, malinconica, esplosiva.... tutto questo è The Musical Box. Una storia drammatica resa in modo quasi giocoso, con l'adorabile Cinthya che stacca la testa con grazia al suo coetaneo... Da notare che uno dei compositori era ancora Ant... Voto 9,5
For Absent Friends
Delicato quadretto acustico, racconta di due vedove davanti ai cancelli del cimitero che ricordano i mariti scomparsi. La voce di Phil è adatta all'atmosfera triste e malinconica del brano, tutto acustico e giocato su un bell'incrocio di 12 corde arpeggiate. Voto 7
The Return of the Giant Hogweed
Altra suite corposa, con un'apertura strepitosa di chitarra elettrica e organo all'unisono che accolgono la base ritmica e successivamente la voce di un Gabriel in stato di grazia. Brano piuttosto "duro", con un intermezzo acustico notevolmente onirico dove l'arpeggio di piano forma la base su cui cresce la chitarra elettrica di Steve. Quindi c'è spazio anche per una classicheggiante sezione dove arpeggi bachiani lasciano poi tornare la durezza dell'intro. Voto 9
Seven Stones
E' il pezzo che meno mi convince, forse un po' troppo lezioso e classicheggiante, l'organo ancora molto in evidenza (forse un po' troppo). Si sente tantissimo l'influenza dei King Crimson più classici. Bella la melodia, complessa, e la voce di Gabriel eccezionale anche come estensione vocale (era molto giovane...). Uso dei cori un po' troppo massiccio. Voto 7,5
Harold the Barrel
Divertente, spumeggiante, con la musica che accompagnia quasi onomatopeicamente la storia (un rinomato ristoratore si è tagliato le dita dei piedi e le ha servite per il te' e, braccato da tutti, tenta il suicidio mentre la madre lo rimprovera di avere la camicia sporca mentre c'è la tv che lo riprende...). E' lo stile più british dei Genesis, ripreso in futuro in altri brani tra cui A trick of the tail, con bei cori (We can help you... We can help you...) e voci che si incrociano, ottima base musicale e ritmo davvero efficace e divertente. Voto 8
Harlequin
Un piccolo gioiello acustico, con le 12 corde che ricamano una melodia e un'armonia splendide, delicate, inconfondibilmente Genesis. Belle le voci di Peter e di Phil che "giocano" a rincorrersi in un bellissimo effetto di controcanto modulato. Un piccolo capolavoro. Voto 8,5
The Fountain of Salmacis
Lungo brano che chiude il disco, con un bell'inizio di arpeggio all'Hammond debitamente flangerizzato e base Mellotron, che in crescendo porta alla sezione cantata con una bella base di batteria di sapore quasi epico. Evocativa la melodia cantata da Gabriel con la solita voce personalissima. Il riff centrale con i cori a sostegno, lasciano spazio anche a una bella chitarra elettrica di Steve. Bella esplosione di chitarra con un riff suggestivo e piuttosto duro che introduce la sezione strumentale con ottimo lavoro di Phil e Mike. Arriva poi l'assolo di Tony all'organo che si alterna e fa da base a quello di Steve. Ripresa del riff di organo e della melodia iniziale per lasciare quindi spazio al finale epico tra voce, strumenti, cori e un bel solo di Steve che chiude il brano. Voto 8,5
A voi...