Con Mad Man Moon e Dance on a Volcano credo rappresenti l'anima non solo dell'album, ma insieme a One for the Vine il senso stesso dei Genesis del dopo Gabriel.
Poi il buio, a mio avviso.
O meglio la sopravvivenza nel buio, talvolta illuminato da qualche episodio banksiano (nei due successivi, ATTWT e Duke).
Fuochi fatui.
Sono un integralista gabrielliano (e di certo considerando non solo la sua voce ma l'apporto totale), ma credo che poter pensare che la voce di Phil somigli a quella di Peter sia un'eresia musicale.
Può ricordarla quando Peter cantava su determinati registri, ecco, ricordarla è il termine giusto.
Probabilmente Phil è tecnicamente più dotato, ma non ha il 'quid', il fascino della voce di Peter, oltre al tono, naturalmente, la sua interpretazione non è mai 'magica', non rapisce, non trasporta nel mondo onirico-mitologico disegnato da Gabriel sin dall'inizio dei tempi.
Pensavo proprio in questi giorni che forse dipende anche da cosa si canta, e che per alcuni brani Phil sia un buon surrogato.
Altri, a mio avviso, li snatura.
Supper's Ready è uno di questi, pur restando l'interpretazione di Phil ottima dal punto di vista tecnico, non rende (non può, organicamente) il pathos, non trasmette la drammaticità.
La canta, ma non basta.