...BUT SERIOUSLY - 1989

Hang in long enough - Thats just the way it is - Find a way to my heart - Colours - Father to son - Another day in paradise - All of my life - Something happened on the way to heaven - Do you remember? - I wish it would rain down


   Ufficialmente,  con quest'album Phil Collins raggiunge il massimo della notorieta'.   Ma dietro questa sterile versione ufficiale dei fatti si nasconde la quantita' impressionante di hit tratte da No Jacket Required che si impressero nella mente degli ascoltatori tramite i continui passaggi in radio,  da paragonare alle due (tre, ad essere generosi) tratte da quest'album.   E inoltre,  proprio con ...But Seriously inizia una preoccupante parabola discendente di Collins dal punto di vista creativo.    Tra tutti i suoi album pubblicati fin qui,  e' questo contemporaneamente il piu' easy-listening ed il meno entusiasmante,  e quelli a venire saranno ancora piu' fiacchi.   Ma nel 1989 il fatto che la formula di ...But Seriously sarebbe stata ripetuta piu' volte non poteva essere previsto.
   Molti temi,  che potrebbero essere interessanti,  non vengono sviluppati o vengono lasciati evolvere stancamente come in That's Just The Way It Is.   Tornano molti pattern ritmici di No Jacket Required,  ora pero' privi di quell'aura di novita' che li rendeva tanto intriganti qualche anno prima.   In alcuni punti affiora perfino la noia,  dal cui bacillo gli album di Collins erano finora sterilizzati.   Vi sono comunque anche pezzi di gran classe:   come Another Day in Paradise,  ad esempio,  che racconta delle condizioni di vita dei clochard.   Lanciata come singolo,  diverra' di una popolarita' stupefacente;   la sua efficacia e' tale che la Commissione del Senato statunitense per i senzatetto la scegliera' come colonna sonora per una sua campagna pubblicitaria.   Da registrare la presenza di David Crosby e di un ottimo Eric Clapton,  che nobilita la conclusiva I Wish it Would Rain Down,  forse il punto di forza del disco.   Il resto delle chitarre,  come da tradizione,  sono affidate a Daryl Stuermer.
   Un album tra alti e bassi,  che non merita del tutto la sua grande (o presunta tale) popolarita'.