Oggi...anzi ieri, con l'Espresso è uscito un disco della collana "Jazz italiano live 2008" in cui Roberto Gatto (uno dei migliori batteristi in circolazione sul pianeta, imho) con alcuni amici (tipo..Danilo Rea, Maurizio Giammarco Fabrizio Bosso) ha reso omaggio ai giganti del Progressive. L'ho comprato e, pur non essendo un appassionato di Jazz, l'ho trovato assolutamente straordinario. Del resto quando chi suona è in grado di fare quello che vuole con il proprio strumento il risultato raramente è deludente. Trattasi di un live in cui la scaletta è la seguente:
Watcher of the Skies (...si..avete letto bene)
Matte Kudasai (Belew-Bruford-Fripp-Levin)
Money (Pink Floyd)
Episode One (Gatto)
Sea Song (Robert Wyatt)
I talk to the wind (King Crimson)
Starting in the middle...(MacRae-Wyatt)
Progressivamente (Gatto)
Trilogy (EL&P)
E' inutile dire che tutti brani storici sono riletti e riarrangiati in chiave Jazz, ma credetemi il disco è favoloso. Non avrei mai pensato che si potesse suonare jazzy un pezzo come Watcher, che, insieme a Trilogy, è assolutamente....non ho parole!
Naturalmente vi consiglio caldamente l'acquisto e, per chiudere, riporto di seguito una sintesi delle note di copertina del CD.
"Io ho cominciato con il rock, con i Beatles, con Jimi Hendrix e con tutti gli altri, ma quella del Progressive Rock è stata un'esperienza molto importante e coinvolgente. Sono stato ai concerti che scandirono i giorni più belli del Progressive; ho visto i Genesis, i Van Der Graaf, gli Yes e queste sono state esperienze indimenticabili. Erano tutti gruppi inglesi, ma trovarono in Italia un pubblico entusiasta; ad esempio quando i Genesis suonarono per la prima volta a Roma, al Piper, in Inghilterra non li conosceva ancora nessuno. Io ero un appassionato di quel genere, di tutte quelle bands che incidevano per la Charisma Records" E' proprio partendo da quei ricordi che il batterista Roberto Gatto e i suoi musicisti hanno realizzato questo omaggio a quella stagione che, tra la fine degli anni 60 e l'inizio del decennio successivo, segnò in maniera profonda la scena ed il pubblico del Rock. Un'avventura creativa che Gatto racconta così:"Lo scopo era quello di attualizzare il patrimonio di questo stile, ma all'inizio non sapevo proprio dove mettere le mani, perché quello del Progressive è un suono molto difficile, sinfonico, con brani molto lunghi e quindi è stato davvero impegnativo trovare la mia chiave di lettura. Non ho ragionato da jazzista, però sentivo che doveva esserci spazio anche per l'improvvisazione. Ho dovuto fare anche delle scelte dolorose perché ho scartato tante cose molto belle. Ad esempio nel mio omaggio non c'è nemmeno un brano degli Yes, uno dei miei gruppi preferiti. Ho impiegato due mesi e solo la scelta dei brani ha occupato un mese, per l'occasione ho ricomprato un sacco di dischi, mentre nel mese successivo ho trascritto tutte le parti. Per buona parte questa musica è piacevolmente datata, ma ho avuto anche la conferma di quanto fosse ben strutturata e di quanto fossero avanti certi gruppi; in particolare Emerson Lake & Palmer, perché studiando quello che faceva Keith Emerson scopri un gusto, uno stile molto legato alla musica classica. La stessa cosa vale per Tony Banks dei Genesis".
Buon ascolto!