Duke59 wrote:Stranamente nella sua attività da solista queste doti sembrano essere state messe in secondo ... piano (tolte alcune cose sparse qua e là ma mai condotte esclusivamente dal pianoforte).
È la verità (
letterale, come vedremo a breve) riguardo la carriera solista di Banks. A mio parere Tony ha sempre profondamente equivocato riguardo le sue doti, ciò che avrebbe dovuto sviluppare e ciò che avrebbe dovuto lasciar perdere, la sua collocazione nei generi e stili musicali, e infine ciò che piaceva e ciò che non piaceva al suo pubblico. Credo sia un po' da tutti considerato l'alfiere del
progressive, ma lui ha sempre sottovalutato e trascurato questo ruolo, come se invece scrivere canzoncine stile Beatles fosse più nobile. Il suo pubblico gli chiedeva intro alla Firth of Fifth e assoli alla Cinema Show, e lui s'impegnava a scrivere canzonette che scalassero le classifiche (come se fosse facile, peraltro...).
Si è sempre comportato come se un pilota di Formula 1 volesse in realtà giocare agli autoscontri, e per colmo d'ingiuria ribadisse in continuazione questo ridicolo concetto.
La conferma finale è arrivata con i suoi album "classici". Un coro greco di suoi seguaci ripeteva in continuazione "le idee non sono male, ce le fai sentire arrangiate in chiave rock progressiva?". Lui ha fatto tre album di fila ignorando completamente questa - peraltro ragionevolissima - richiesta. Credo abbia toccato il fondo con l'ultimo,
Five, in cui tutte (o buona parte) delle tracce sono state per prima cosa suonate da lui al pianoforte, e solo successivamente orchestrate: nel missaggio finale il pianoforte suonato da Tony Banks in persona è stato talmente abbassato di livello da essere praticamente inudibile... Siamo al "piano in secondo piano" di cui si diceva. Onestamente non saprei cosa inventarmi in sua difesa.
Tony Banks è sicuramente un genio della musica, questo è incontestabile, ma come tutti i geni avrebbe dovuto avere al fianco una persona (diciamo un produttore) molto "di polso", e con una visione chiara e lucida della collocazione nello spazio e nel tempo della sua arte, che gli evitasse questa sequenza assurda di errori talmente marchiani da rasentare il demenziale.