by highinfidelity » 15 Feb 2018, 10:00
L'abbiamo seguito anche io e la highinfidelita, che da quando siamo costretti a pagare il canone in bolletta abbiamo parzialmente ripreso a guardare la TV una volta ogni morte di papa (fortunatamente dove abitiamo si ricevono solo RAI 1 2 e 3, per cui la TV resta quasi sempre spenta a nostro grandissimo beneficio).
Credo di conoscere abbastanza bene (benino) De Andrè, soprattutto perché piaceva molto ai miei genitori e quindi in un certo senso ci sono cresciuto assieme. Considero De Andrè un genio assoluto e indiscusso delle liriche; però per il resto è una persona che mi ha sempre vagamente inquietato, e che in numerose occasioni ho sentito fare "uscite" che mi hanno fatto dubitare addirittura della sua intelligenza, tanto che mi sono talvolta chiesto come fosse possibile che certi sproloqui potessero uscire dalla stessa testa di chi aveva scritto Il Suonatore Jones oppure Amore che vieni, amore che vai. La mia vita è stata accompagnata dal costante timore - forse errato - spero errato - che De Andrè fosse una persona che, se avessi avuto la possibilità di conoscere, avrei detestato o che mi avrebbe incutito timore. Comunque non particolarmente simpatico e alla mano, nonostante le sue frequentazioni diciamo così "popolari"... un po' pasoliniane potremmo dire... Naturalmente sono solo impressioni mie, magari del tutto immotivate.
Esattamente come te ho ascoltato negli anni i ricordi soprattutto di Villaggio, e mi pare anche di Gipo Farassino - non presente nel telefilm, ma con cui credo De Andrè fosse amico - mentre viceversa ignoravo del tutto la sua amiciza con Tenco. Da questo punto di vista uno dei pregi della miniserie è stato quello di proporre un ritratto di De Andrè realistico e per molti versi addirittura impietoso, risparmiando al pubblico solo alcuni risvolti particolarmente scabrosi e forse tutto sommato inutili (Villaggio amava insinuare che la celebre Bocca Di Rosa fosse un travestito). Si è glissato moltissimo anche sul fatto che De Andrè, anarchico, avesse politicamente solidarizzato con i suoi sequestratori. La questione è stata appena sfiorata, mentre ho viceversa ricordi diretti che all'epoca suscitò uno scandolo pazzesco sulla stampa e che se ne dibattè per mesi.
In definitiva, comunque, al di là delle impressioni che ciascuno può avere sul De Andrè uomo, i due telefilm ci sono piaciuti molto. L'attore che ha impersonato De Andrè era molto bravo, apprezzabile soprattutto il fatto che fosse un musicista e che ci siano quindi state risparmiate le consuete scene orrende di mani che si muovono a casaccio su chitarre e pianoforti (purtroppo un grande classico al cinema e in TV) e voci doppiate in modo imbarazzante. Menzione d'onore anche all'interprete del ruolo di Paolo Villaggio: un'impersonificazione oserei dire perfetta.
Una mia piccola nota di contorno: una dozzina d'anni fa ebbi modo di incontrare Dori Ghezzi, a Genova. De Andrè era scomparso da poco. In uniforme storica del Reggimento La Marina presenziavo al varo di una "jole" da sbarco truppe, replica filologica di una barca di medie dimensioni d'epoca barocca/illuministica. Dori Ghezzi aveva accettato d'essere la madrina del varo, durante il quale alcuni artisti locali suonarono e cantarono Crêuza De Mä. Fu un momento molto suggestivo e commovente, a cui Dori Ghezzi si prestò con grande simpatia e pronunciando anzi un breve ma accorato discorso. Conservo un bellissimo ricordo suo e di quella bella giornata in cui casualmente ci incrociammo.
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
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