Riprendo e concludo - anche se con fortissimo ritardo - l'analisi di Platinum con le restanti parti 2-3-4. In realtà appunti e videotablature erano già pronti da tempo ma fino ad oggi non avevo avuto tempo per riorganizzarli e chiudere questa mia esposizione.
Eravamo arrivati all'inizio della Parte 2 della "suite".
Platinum Parte 2 si divide in due sezioni completamente diverse tra loro, che per chiarezza chiamerò parte 2A e parte 2B.
La parte 2A è armonicamente molto scarna in quanto si sviluppa sulla tonalità di Mib minore su soli tre accordi: MIbm7 - Sibm7 e Labm7.
Il tempo è palesemente influenzato dalla Disco Music con la cassa in quattro e il rullante quadrato, anche se presenta un feel swingato sul charleston al momento appena percettibile ma che nella parte 2B assume poi maggior rilevanza.
La melodia della parte 2A di base è un arpeggio sulle note dei tre accordi MIbm7 - Sibm7 e Labm7 ed è tutta in terzine. A livello chitarristico non presenta difficoltà estreme, ma io personalmente ho avuto seri problemi nel riuscire a suonarla in modo fluido
. La cosa mi ha stupito perchè all'ascolto questo pezzo mi sembrava scorrevolissimo e "facile"; del resto le mie capacità di chitarrista sono quelle che sono
. Se qualche chitarrista più bravo di me volesse cimentarsi nel pezzo, ho pubblicato (su richiesta di un paio di persone) la tablatura di questa parte a velocità rallentata.
melodia a velocità rallentata
https://youtu.be/lmSZQAkrZJsmelodia più accompagnamento a velocità reale
https://youtu.be/pcAl8tTfbIU(NOTA: la notazione degli accordi sul pentagramma utilizza i # anzichè i b per cui il MIbm7 appare come RE#m7, il SIbm7 come LA#m7 e il LAbm7 come SOL#m7 )
Dalle pagine di Youtube è possibile scaricare anche i pdf delle tablature
Venendo alla parte 2B le cose si complicano un po', la struttura armonica diventa più ricca, l'atmosfera assume un'identità palesemente swingata (con tanto di accordi punteggiati da una sezione fiati) e passando per varie tonalità si susseguono frequenti cambi di accordi.
La melodia in questa seconda fase del pezzo è più complessa e arzigogolata rispetto a quella della prima. All'ascolto mi sembrava difficile sia da decifrare che da suonare ma in realtà, pur essendo più complicata rispetto alla sezione 2A, l'ho trovata paradossalmente meno ostica.
Questa linea melodica sale e scende, seguendo l'andamento a tratti quasi imprevedibile dell'armonia. Se la linea melodica della parte 2A si può definire "piacevole e accattivante", questa della parte 2B io la definirei "sorprendente". Un ottimo lavoro di cesello compositivo.
Se qualcuno si volesse cimentare, ecco le tablature per la parte 2B
melodia a velocità rallentata
https://youtu.be/U9XnfPAbOy0melodia più accompagnamento a velocità reale
https://youtu.be/NdhjuvE1rZU(NOTA: anche in questo caso la notazione degli accordi sul pentagramma utilizza i # anzichè i b per cui il MIbm7 appare come RE#m7, ecc.. ecc... )
Dalle pagine di Youtube è possibile scaricare i pdf delle tablature
Dopo la proposizione del tema 2B il pezzo ripete una volta la parte 2A, questa volta modificando leggermente la melodia-arpeggio che viene affidata alla voce di Oldfield che si produce (sull'album) in alcuni vocalizzi du-ba-di-da dum dum di dubbio gusto
; io per la mia cover ho preferito usare la sezione fiati e lasciar perdere la mia voce
. Dopo questo recupero della parte 2A il pezzo torna sulla 2B, e questa volta con la sezione fiati a tutto gas. E qui la parte 2 si chiude per lasciare spazio alla parte 3.
La prima volta che ascoltai la Parte 3, sottotitolata Charleston, non ci volevo credere: ma è Oldfield questo? Il pezzo è dominato dalla sezione fiati e da un basso molto insistente; la ritmica anche qua è in stile disco music sempre con forti contaminazioni swingate. Interessante l'arrangiamento di ottoni e legni, che intrecciano armonie ispirate alle musiche da ballo degli anni '20. Questo intreccio armonico non era (per me) facile da replicare per cui ho fatto quanto potevo con il mio VST emulatore di ottoni.
Nella mia versione ho preferito aprire "Charleston" con basso e batteria, e lasciar entrare la sezione "fiati" leggermente dopo. Di tutte la parti questa è quella che ho alterato di più rispetto all'originale; in pratica ho mantenuto la parte di basso e batteria (davvero easy e piacevoli) e la melodia principale, modificando praticamente tutto il resto.
La parte 4, sottotitolata North Star, è l'arrangiamento olfieldiano di una composizione del famoso compositore contemporaneo minimalista Philip Glass.
In un'intervista Oldfield raccontò di aver incontrato Philip Glass e di avergli chiesto il permesso di registrare una propria versione di un suo pezzo. La scelta di Oldfield cadde su "North Star", una composizione di Glass pubblicata nel 1977.
Qui potete sentire il brevissimo brano originale di Glass
https://youtu.be/1errNYAhUfcOldield prese il pezzo di Glass, vi aggiunse alcune modulazioni armoniche, del tutto assenti nell'originale, una ritmica serrata ed una melodia. Il risultato è un pezzo con un interessante crescendo, che parte piano con un ritmato giro armomico Lab-Sib-DOm-MIb-SIb-DOm7 punteggiato da chitarre stoppate, passando poi per la proposizione del tema con una chitarra acustica, indi per l'entrata della batteria e del tema riproposto dall'elettrica, giungendo infine all'entrata del maestoso coro finale ripreso con poche varianti da Glass, che chiude il pezzo insieme ad una chitarra fortemente distorta.
Nella mia versione di "Platinum 4 - North Star" ho aggiunto un'intro "eterea" che riprende il tema della parte 1. Poi verso il finale ho inserito una modulazione che porta il finalissimo un tono più sopra a quello dell'originale.
Realizzare questa cover mi ha impegnato parecchio, e mi ha costretto a studiare e ristudiare, incidere-cancellare-reincidere mille volte alcune parti di chitarra e di tastiera che inizialmente risultavano per me impossibili da eseguire (vedi ad esempio l'intro di clavinet, da suonarsi come fosse un bongo
, o il solista di chitarra della parte 2A, per me ostacolo davvero complicato da superare - mi ci sono voluti mesi di esercizi per riuscire a farcela).
Ovviamente tutto sarebbe perfettibile, a partire dall'esecuzione, per arrivare al mixing, alle scelte timbriche, all'arrangiamento vero e proprio. Come spiegano quelli esperti non è mai una buona idea suonare-mixare-postprodurre la propria musica facendo tutto da sè, in quanto si perde obiettività e a volte ci si focalizza su un elemento a discapito degli altri; se poi ci aggiungiamo pure le riprese e il montaggio video ...
Ma le circostanze erano tali da non permettermi un approccio più professionale.
Come attrezzatura ho utilizzato un pc Intel I7 (lo stesso che uso per le mie animazioni amatoriali); Cubase 8 con vari plugin VST (molti free altri no); scheda audio Focusrite Scarlett 2i2; chitarra elettrica Ibanez Kiko p10; chitarra acustica Ibanez; microfono Rode NT-1 , pseudo-master keyboard Casio. Un setup amatoriale.
Archiviato Platinum ora posso passare ad altro. In questo momento mi sto divertendo a studiare ritmiche metal con accordature tipo "drop D" (sesta corda abbassata a Re) e a scribacchiare pezzi più "pesanti".
Sono curioso di vedere che ne verrà fuori