Dopo molti anni lungo i quali non avevo piu' seguito i Def Leppard, ho recentemente acquistato il 33 giri omonimo. Questo sebbene, a mio modesto giudizio, un album al quale gli artisti non si siano nemmeno sforzati di trovare un titolo come si deve sia un segnale non certo incoraggiante. In realta', un cugino mi aveva anticipato che i Def Leppard erano un po' tornati ai suoni dei bei tempi, e inoltre i brani sentiti passare in radio non mi sembravano malaccio.
Mi propongo quindi di prendere qualche buon appunto nei prossimi giorni e scrivere, come ormai e' diventata tradizione del forum, una recensione brano-a-brano. Nell'attesa cerchero' di tratteggiare in breve il cammino percorso fin qui dai Def Leppard, e soprattutto di motivare il perche' ad un certo punto decisi di abbandonare al suo destino un complesso che avevo idolatrato e amato incondizionatamente, di cui ammiravo la tecnica, la maniacale precisione, i cori polifonici (ci sara' una succosa novita' a questo proposito nella recensione!), che avevo visto numerose volte in concerto, di cui conoscevo a memoria nota per nota tutti gli album, e le cui canzoni avevo suonato dal vivo in lungo e in largo. La ragione e' purtroppo tragica nella sua lampante chiarezza: la morte di Steve Clark.
Il periodo d'oro dei Def Leppard a mio parere coincide col formarsi della coppia chitarristica dei Terror Twins: Steve "steamin" Clark e Phil "flamenco" Collen. Dopo due album con la formazione primigenia (On Through The Night e High'n'Dry, un po' acerbo il primo, molto molto bello il secondo) il chitarrista Pete Willis viene allontanato per insormontabili problemi di alcolismo e al suo posto subentra in formazione Phil Collen che affianca Steve Clark. Collen e Clark diventano immediatamente grandi amici e legatissimi anche nella vita al di fuori dal palco; chitarristicamente i due paiono completarsi a vicenda: tecnico, preciso ed impeccabile Collen, geniale, originale e imprevedibile Clark. Persino nella scelta delle chitarre: fedele agli strumenti vintage Clark, piu' incline ad impiegare strumenti contemporanei Collen. Viene cosi' a formarsi uno dei duetti chitarristici piu' celebri e meglio assortiti del rock e dell'heavy metal, una coppia di strumentisti in grado di mandare in visibilio il pubblico con le loro armonizzazioni e i loro botta e risposta dal vivo.
Nel 1984 al batterista Rick Allen viene amputato un braccio all'altezza della spalla in conseguenza di un incidente stradale. Il complesso prende una decisione che non molti altri complessi avrebbero preso, e grazie alla quale si sono meritati il mio eterno rispetto: decidono di non sostituire Allen, ma attendono che riesca a mettere a punto in collaborazione con la Simmons una batteria elettronica avente una moltitudine di pedali, e che impari ad usarla con i piedi. Viene sviluppato in questo periodo il particolare suono di batteria che caratterizza il complesso, composto (soprattutto all'inizio) di suoni prevalentemente elettronici, charleston quasi privo di dinamica e figure ritmiche atipiche, caratteristiche di una batteria suonata con tre soli arti. Paradossalmente Allen, che fin li' era stato un batterista capace ma tutto sommato mediocre, in conseguenza dell'incidente diviene un'icona del rock dal sound inconfondibile.
Purtroppo pero', mentre Phil Collen inizia ad intraprendere un percorso di allontanamento dagli eccessi della vita da palco che lo portera' addirittura al vegetarianesimo, Steve Clark non segue la stessa strada virtuosa del suo terror twin e si abbandona sempre piu' all'abuso di alcool. Nel 1991 viene trovato morto in casa, ucciso da una miscela di alcool e di antinfiammatori ed antidolorifici, questi ultimi in realta' assunti dietro prescrizione medica a causa di una frattura al costato.
La morte di Clark purtroppo non e' stata solamente una perdita umana ed il capolinea per i Terror Twins. Fin da subito e' risultato impietosamente evidente come i riff chitarristici piu' esaltanti e geniali fossero farina del suo sacco; un fatto se vogliamo un po' stupefacente considerando il suo carattere tendente al timido, che lo faceva rimanere sempre un po' in ombra e in disparte rispetto al resto del complesso (questa, almeno, la sensazione che ho sempre avuto).
Quando venne diffusa la notizia che i Def Leppard avevano ingaggiato niente meno che Vivian Campbell e sarebbero andati avanti, tirai un sospiro di sollievo. Ebbi anche il privilegio di assistere ad un piccolissimo concerto milanese in cui il nuovo chitarrista veniva sostanzialmente "presentato" al pubblico italiano per sondarne la reazione, che a dire il vero fu entusiastica (piccolo inciso: oggi ad un concerto del genere ci si potrebbe andare solo se si fosse amici intimi di qualche bagarino camorrista; all'epoca bastava far la fila per assistere ad eventi irripetibili come quello). Tuttavia il sollievo fu di breve durata. Nonostante infatti ancora oggi Vivian mi piaccia molto e mi sia simpatico, sia come chitarrista che come persona che come presenza sul palco, apparve immediatamente chiaro che come compositore ormai non era nemmeno piu' alla frutta: era gia' al fernet. Forse aveva dato tutto quello che aveva con Ronnie James Dio, forse c'era e c'e' tuttora anche qualche problema col contratto che i Def Leppard gli sottoposero (diro' di piu' su questo punto nel corpo della recensione), ma per una ragione o per un'altra il suo contributo fu e continua ad essere minimo.
Dopo il discreto Adrenalize, contenente (non a caso) ancora molto materiale composto da Clark nelle settimane precedenti la sua morte, venne quindi dato alle stampe Slang, il vero banco di prova della nuova formazione. Purtroppo si tratto' di un album indiscutibilmente orrendo, senza se e senza ma, seppure forse non in tutto per colpa dei Def Leppard: e' noto difatti che la produzione fece pressioni affinche' il complesso virasse verso il grunge allora tanto di moda, cosa che i Def Leppard ovviamente non sapevano fare, e una delle tante ragioni per cui personalmente ho sempre visto il grunge come il fumo negli occhi...
A torto o a ragione, dopo il trauma di Slang non acquistai piu' i loro dischi successivi. Mi fermo quindi qui, ma se qualcuno che li ha fedelmente seguiti anche in anni piu' recenti (Thomas? ) volesse raccogliere il testimone ed introdurre brevemente gli album successivi a Slang per portarci cronologicamente al nuovo "Def Leppard", sarebbe il benvenuto!
Vi do quindi appuntamento ai prossimo giorni, ma non senza un omaggio alla memoria di Steve Clark nel venticinquennale della sua morte: la strumentale Switch 625 da High'n'Dry, suo capolavoro assoluto secondo me. Riposa in pace Steve, non sai quanto mi hai fatto sognare.
https://www.youtube.com/watch?v=MS70QWFns8s