Accomunati dallo stesso giorno, ma con un salto di vent'anni, festeggiano in questi giorni il loro compleanno, sia Nursery Cryme che We Can't Dance.
Nursery Cryme esce infatti il 12 Novembre 1971, mentre vent'anni dopo, il 12 Novembre 1991 ( ma secondo altre fonti l'11 ) quello che ad oggi è l'ultimo album in studio con Phil Collins.
Un salto di vent'anni copre praticamente una generazione, ed è contrassegnato dal primo lavoro nella formazione classica, dopo i fasti artigianali di Trespass, e dal disco che, ripetendo le galattiche cifre di vendita di Invisible Touch, chiude idealmente un ciclo.
Naturalmente poco o nulla hanno in comune le due opere in questione, se non che appartengono a una sigla che ha fatto e farà ancora parlare di sè, probabilmente in chiave retrospettiva, dato che le speranze per una reunion sono a questo punto ridotte al lumicino.
Questo doppio anniversario è l'occasione per riflessioni personali, per noi fans, e per ripercorrere idealmente il viaggio artistico del nostro amato gruppo. E ciò indipendentemente dal fatto che il " divenire " di tale percorso abbia fruttato, per i Genesis, una evoluzione o una involuzione.
Un ventennio ( la parola ventennio evoca certamente reminiscenze imbarazzanti, ma nel nostro caso ha ben altra accezione ) che ci ha accompagnato praticamente tutti o quasi: alcuni di noi vi hanno attraversato l'infanzia e la maturità, altri vi sono nati in uno di questi anni. Tuttavia è curioso notare come, parallelamente alla diversità dei due lavori, sia cambiata la società intera e, naturalmente, noi stessi.
Provare a riascoltare, magari nella stessa serata, i due albums, potrebbe essere lo spunto per una riflessione anche a più ampio respiro, uno sguardo sul mondo, su noi stessi, sul tempo che passa.
VIVA I GENESIS