RIGA, LATVIA (Marzo 2003)
Workshop sull’attuale distribuzione e stato invasivo dell’Heracleum Mantegazzianum In Italia.
Nel 1890 Emil Levier e Stephan Sommier tornando dal loro viaggio sulle montagne del Caucaso, portarono semi del ‘giant hogweed’ a Firenze.
Fu così chiamata in onore dell’antropologo italiano Paolo Mantegazza e ben presto i semi vennero recapitati a molti giardini botanici della penisola. L’ H.M. fu piantato per motivi ornamentali, per scopi scientifici, per colonizzare vaste aree incolte. 20 varietà furono rilevate dai botanici e registrate sulle carte botaniche. Le specie germinarono più facilmente nelle zone del nord, in zone temperate per lo più sulle Alpi tra i 68 ed i 2180 mt. Non attecchì invece nelle zone più calde e secche dell’area Mediterranea. Spontaneamente si cominciò a trovarlo lungo i sentieri di montagna, le aree di parcheggio, i giardini non coltivati.
Nel 2002 è stato accertato che nel 40% dei siti in cui l’ H.M. era stato rilevato è ormai scomparso. Tra tutte le forme ancora stabili una sola può ancora essere considerata invasiva, quella presente lungo i pendii del Monte Bianco a circa 1370mt. L’analisi dei dati rivela che il fattore principale che favorisce tale successo è dovuto alla ‘pressione atmosferica’.
Qui l’H.M. resiste e si riproduce facilmente. Attualmente l’unica forma di controllo conosciuta è quella del taglio del gambo ad inizio estate.
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Tempi duri. Niente Reunion. Ed anche l'Heracleum non sta troppo bene.......