Marillion - Happiness Is The Road
Posted: 24 Sep 2008, 14:30
Mi denuncio subito come fan dei Marillion, così sapete dalla prima linea che questa recensione non sarà "musically correct"!
Ciò detto, saluto finalmente un grande disco dei Marillion, dopo la prova quanto meno interlocutoria del precedente "Somewhere Else". Che la band non fosse soddisfatta di quel disco è parso chiaro quando, a poche settimane dalla sua pubblicazione, i cinque ex ragazzi hanno annunciato di essere pronti a tornare in studio per registrare il loro quindicesimo album da studio.
L'album doveva essere ufficialmente pubblicato in ottobre, ma il quintetto ha cambiato idea e, dopo aver lanciato un concorso aperto a tutti i fan per la realizzazione di filmati youtube sulle note del singolo "Somewhere Else", è finita sui giornali di mezzo mondo - Italia inclusa - con la decisione di regalare l'album (almeno in versione MP3).
Tra lo sorpresa di chi aveva acquistato il disco in prenotazione con un anno di anticipo e il tentativo di placare lo "zoccolo duro" con argomentazioni di ordine commerciale in buona parte condivisibili e la promessa di una "special version" con i fiocchi, il doppio album è entrato nelle case dei più con un mese di anticipo via download. Personalmente avevo promesso di resistere, di attendere l'arrivo della "real thing" per posta. Be', Non ho resistito ma nemmeno me ne pento.
Il fatto è che il disco è bello davvero. I due CD sono diversi tra loro: il primo è una suite concept, battezzata "Essence" dalla band, che intreccia i temi del viaggio e della vita con una musica delicata, rarefatta, con evidenti richiami all'ambient, senza rinunciare alle belle melodie. La somiglianza con "Brave", capolavoro del 1994, è solo apparente, perché questa nuova suite si allontana dal rock per avventurarsi in un mondo fatato e sospeso in cui domina l'inventiva del tastierista Mark Kelly, capace di evocare suoni onirici sui quali gli altri entrano quasi in punta di piedi, portando comunque il proprio contributo determinante. Difficile individuare brani forti e deboli, perché "Essence" è un tutt'uno inseparabile. Alcuni episodi, comunque, mi hanno colpito subito: "Essence", che tra elettronica e piano regala un cantato sofferto e variegato, il successivo "Wrapped up in Time", che scava in profondità le risorse del cantante, la più tradizionale "Trap The Spark" e - forse soprattutto - la lunga "Happiness Is The Road", suite nella suite.
Il secondo CD, "Hard Shoulder", è invece una collezione di canzoni, più vicina alla recente produzione del gruppo ma particolarmente ispirata. Qui è possibile operare scelte, che dipenderanno dai gusti. Io segnalo "The Man from Planet Marzipan", trasparente e decisa al tempo stesso, l'omaggio ai Pink Floyd della lunga "Asylum Stallite #1", che mi ha davvero commosso nel momento in cui Wright ci lasciava, l'indovinata "Throw Me out", memore di certi Coldplay e la più sanguigna "Real Tears for Sale".
Nell'insieme, quindi, il mio giudizio è più che positivo, anche perché questo disco, piaccia o no, è sicuramente progressivo. Sconsigliato per i metallici, risulterà una perla rara per chi ama i panorami sonori più raffinati, dolci senza diventare melensi.
Ciò detto, saluto finalmente un grande disco dei Marillion, dopo la prova quanto meno interlocutoria del precedente "Somewhere Else". Che la band non fosse soddisfatta di quel disco è parso chiaro quando, a poche settimane dalla sua pubblicazione, i cinque ex ragazzi hanno annunciato di essere pronti a tornare in studio per registrare il loro quindicesimo album da studio.
L'album doveva essere ufficialmente pubblicato in ottobre, ma il quintetto ha cambiato idea e, dopo aver lanciato un concorso aperto a tutti i fan per la realizzazione di filmati youtube sulle note del singolo "Somewhere Else", è finita sui giornali di mezzo mondo - Italia inclusa - con la decisione di regalare l'album (almeno in versione MP3).
Tra lo sorpresa di chi aveva acquistato il disco in prenotazione con un anno di anticipo e il tentativo di placare lo "zoccolo duro" con argomentazioni di ordine commerciale in buona parte condivisibili e la promessa di una "special version" con i fiocchi, il doppio album è entrato nelle case dei più con un mese di anticipo via download. Personalmente avevo promesso di resistere, di attendere l'arrivo della "real thing" per posta. Be', Non ho resistito ma nemmeno me ne pento.
Il fatto è che il disco è bello davvero. I due CD sono diversi tra loro: il primo è una suite concept, battezzata "Essence" dalla band, che intreccia i temi del viaggio e della vita con una musica delicata, rarefatta, con evidenti richiami all'ambient, senza rinunciare alle belle melodie. La somiglianza con "Brave", capolavoro del 1994, è solo apparente, perché questa nuova suite si allontana dal rock per avventurarsi in un mondo fatato e sospeso in cui domina l'inventiva del tastierista Mark Kelly, capace di evocare suoni onirici sui quali gli altri entrano quasi in punta di piedi, portando comunque il proprio contributo determinante. Difficile individuare brani forti e deboli, perché "Essence" è un tutt'uno inseparabile. Alcuni episodi, comunque, mi hanno colpito subito: "Essence", che tra elettronica e piano regala un cantato sofferto e variegato, il successivo "Wrapped up in Time", che scava in profondità le risorse del cantante, la più tradizionale "Trap The Spark" e - forse soprattutto - la lunga "Happiness Is The Road", suite nella suite.
Il secondo CD, "Hard Shoulder", è invece una collezione di canzoni, più vicina alla recente produzione del gruppo ma particolarmente ispirata. Qui è possibile operare scelte, che dipenderanno dai gusti. Io segnalo "The Man from Planet Marzipan", trasparente e decisa al tempo stesso, l'omaggio ai Pink Floyd della lunga "Asylum Stallite #1", che mi ha davvero commosso nel momento in cui Wright ci lasciava, l'indovinata "Throw Me out", memore di certi Coldplay e la più sanguigna "Real Tears for Sale".
Nell'insieme, quindi, il mio giudizio è più che positivo, anche perché questo disco, piaccia o no, è sicuramente progressivo. Sconsigliato per i metallici, risulterà una perla rara per chi ama i panorami sonori più raffinati, dolci senza diventare melensi.