Fish - 13th star
Posted: 15 Jun 2008, 15:58
Fish è davvero un personaggio strano: secondo alcuni un mestierante senza originalità, dedito alla pedissequa riproposizione di atmosfere gabrieliane, secondo altri un vero genio del prog, un grande paroliere ed una tra le voci più affascinanti del panorama musicale.
Lui non è mai stato un personaggio da mezze misure, proprio quando sembrava giunto il momento per lui del balzo artistico verso la maturità ci propinava salse insipide che scoraggiavano non solo coloro che non lo hanno mai considerato, ma persino i suoi più grandi estimatori.
Dopo aver lasciato in Marillion, sfornò Vigil in a wilderness of mirrors, un album davvero ben fatto e giustamente premiato dai fans.
Poi però cominciò ad avere manie di grandezza e si avviò verso una strada senza uscita che portava al pop e alla stanchezza compositiva.
Circa 10 anni fa uscì "Sunsets on Empire" un lavoro finalmente discreto che sembrava riportarlo sulla retta via. Nulla di più sbagliato: nei successivi dieci anni ha ricominciato a sfornare delle vere ciofeche.
Ecco perchè dopo quelle delusioni decisi di dedicarmi esclusivamente ai Marillion.
Qualche giorno fa però, per qualche strano motivo, ho deciso di concedergli un'ultima possibilità (glielo dovevo), forse perchè l'ultimo album dei Marillion non mi aveva soddisfatto del tutto, o perchè tutti più o meno parlavano bene di questo 13Th star.
Ebbene dopo aver inserito il cd nel lettore è come se fossi tornato alle vecchie care atmosfere che mi avevano fatto invaghire della musica del pescione: 13th star è un vero e proprio capolavoro.
Finalmente Derek torna ad unire a quelle atmosfere aggressive degli ultimi tempi la passione per la musica, la tristezza, la malinconia che lo hanno reso grande.
Brani come "Circle line" e "Square go" squotono, impossibile rimanere impassibili di fronte alla rabbia che riescono a sprigionare.
Ma, come dicevo, finalmente Fish torna con questo disco ad atmosfere emozionanti e tristissime, come la dolcissima "Where in the world" o la title track.
Riuscitissimi anche i brani che combinano rabbia a dolcezza, come "Zoe 25" (riuscitissima), "Machmal", o la vetta del disco, la devastante "Dark star": più di 6 minuti negli abissi dell'oscurità (un Fish così psichedelico e pessimista non lo vedevo da tantissimo tempo).
Come avrà fatto allora Fish a tornare ai fasti (anche vocali, in "Square go" sembra di sentire Peter Gabriel alla voce) di un tempo?
Semplice, il caro vecchio pescione sa dare il meglio proprio nei momenti di depressione e di sconforto personale: stava per sposare la cantante dei Mostly Autumn, Heather Findlay, ma proprio alla vigilia delle nozze, con tutto già pronto non si è fatto più nulla.
Non stupisce quindi che molti abbiano affermato che in questo album Fish canta letteralmente col cuore in mano, e mai tale affermazione fu più azzeccata.
Un album quindi che consiglio a tutti coloro che attraversano un momento difficile e che vogliono riscoprire un musicista molte volte troppo sottovalutato.
Scusate la lunghezza e l'enfasi, ma glielo dovevo[:)]
Ecco un'interessante intervista di qualche mese fa
http://www.musicalnews.com/articolo.php ... 11689&sz=3 [;)]
Lui non è mai stato un personaggio da mezze misure, proprio quando sembrava giunto il momento per lui del balzo artistico verso la maturità ci propinava salse insipide che scoraggiavano non solo coloro che non lo hanno mai considerato, ma persino i suoi più grandi estimatori.
Dopo aver lasciato in Marillion, sfornò Vigil in a wilderness of mirrors, un album davvero ben fatto e giustamente premiato dai fans.
Poi però cominciò ad avere manie di grandezza e si avviò verso una strada senza uscita che portava al pop e alla stanchezza compositiva.
Circa 10 anni fa uscì "Sunsets on Empire" un lavoro finalmente discreto che sembrava riportarlo sulla retta via. Nulla di più sbagliato: nei successivi dieci anni ha ricominciato a sfornare delle vere ciofeche.
Ecco perchè dopo quelle delusioni decisi di dedicarmi esclusivamente ai Marillion.
Qualche giorno fa però, per qualche strano motivo, ho deciso di concedergli un'ultima possibilità (glielo dovevo), forse perchè l'ultimo album dei Marillion non mi aveva soddisfatto del tutto, o perchè tutti più o meno parlavano bene di questo 13Th star.
Ebbene dopo aver inserito il cd nel lettore è come se fossi tornato alle vecchie care atmosfere che mi avevano fatto invaghire della musica del pescione: 13th star è un vero e proprio capolavoro.
Finalmente Derek torna ad unire a quelle atmosfere aggressive degli ultimi tempi la passione per la musica, la tristezza, la malinconia che lo hanno reso grande.
Brani come "Circle line" e "Square go" squotono, impossibile rimanere impassibili di fronte alla rabbia che riescono a sprigionare.
Ma, come dicevo, finalmente Fish torna con questo disco ad atmosfere emozionanti e tristissime, come la dolcissima "Where in the world" o la title track.
Riuscitissimi anche i brani che combinano rabbia a dolcezza, come "Zoe 25" (riuscitissima), "Machmal", o la vetta del disco, la devastante "Dark star": più di 6 minuti negli abissi dell'oscurità (un Fish così psichedelico e pessimista non lo vedevo da tantissimo tempo).
Come avrà fatto allora Fish a tornare ai fasti (anche vocali, in "Square go" sembra di sentire Peter Gabriel alla voce) di un tempo?
Semplice, il caro vecchio pescione sa dare il meglio proprio nei momenti di depressione e di sconforto personale: stava per sposare la cantante dei Mostly Autumn, Heather Findlay, ma proprio alla vigilia delle nozze, con tutto già pronto non si è fatto più nulla.
Non stupisce quindi che molti abbiano affermato che in questo album Fish canta letteralmente col cuore in mano, e mai tale affermazione fu più azzeccata.
Un album quindi che consiglio a tutti coloro che attraversano un momento difficile e che vogliono riscoprire un musicista molte volte troppo sottovalutato.
Scusate la lunghezza e l'enfasi, ma glielo dovevo[:)]
Ecco un'interessante intervista di qualche mese fa
http://www.musicalnews.com/articolo.php ... 11689&sz=3 [;)]