Assistere ad un grande concerto è sempre stata un'esperienza per molti versi faticosa, ma qualche decennio fa era comunque una festa, che la maggior parte delle persone affrontava con panini e coca cole come se si andasse in campeggio. La recente esperienza di un concerto all'ippodromo di Milano (Greta Van Fleet + altri) mi ha fatto riflettere su quanto sia diventato stressante andare ad un concerto: la catena di tormenti infernali a cui ci si deve sottoporre ci ha portati quasi al limite del desistere.
- diritti "d'agenzia" e "prevendita": in qualunque settore commerciale, se si acquista un bene con largo anticipo si ottengono forti sconti. Per esempio in treno o in aereo si viaggia non dico gratis ma quasi. Con i concerti, e non se ne vede la ragione, è il contrario: in questo caso 9€ tra agenzia e prevendita, da sommarsi ad un prezzo del biglietto già molto costoso.
- biglietti schifosi: una volta i biglietti erano belli e li si teneva per ricordo. Ora sembrano le ricevute delle raccomandate. Ma attenzione: pagando un extra si può avere il "fan ticket" a colori, vale a dire quello che una volta era il biglietto normale che veniva dato a tutti.
- non esistono più i treni notturni. Fino ad un decennio fa era possibile rientrare da Milano con almeno un paio di notturni che partivano dopo mezzanotte. Qualche peritissima mente ha pensato bene di sopprimerli, e il risultato è che bisogna raggiungere Milano obbligatoriamente in auto. Ulteriori spese aggiuntive per benzina e pedaggio autostradale, in questo periodo entrambi a prezzi da furto legalizzato. Ma la preoccupazione peggiore è il dover poi guidare per ore a notte fonda per rientrare a casa, dopo tutta la stanchezza accumulata.
- zone interdette al traffico: Milano ormai è come Londra e si entra con un sistema di "fasce" e di "ticket". Per non vedersi recapitare a casa anche delle multe mostruose, è necessario informarsi prima sul sito della polizia municipale su quali percorsi e strade si possono percorrere, a seconda della categoria della propria vettura. Si tratta ovviamente di una procedura d'una noia mortale.
- parcheggio: a questo punto è necessario porsi anche questo problema, perché il treno come detto è fuori questione. Nel luogo dell'evento erano disponibili dei comodi parcheggi alla cifra di 25 (venticinque) €. Si tratta ovviamente di nuovo d'un furto legalizzato. È quindi d'obbligo parcheggiare molto lontano, in qualche parcheggio d'intersacambio ATM che almeno offre dei prezzi abbordabili. Seguono eventuali tratti in metropolitana, poi un po' di kilometri a piedi, si spera sotto un tempo clemente.
- perquisizione e sequestri: ormai è diventata prassi dover essere sottoposti a perquisizioni degne d'un carcere di massima sicurezza. E va bene. Mi risulta però particolarmente odioso il dover abbandonare le bevande all'ingresso, tranne la rituale mezza minerale (perché solo mezza?), però senza tappo. Tutte stupidaggini, come ormai è stato chiarito anche dal dibattito sulla sicurezza dei voli aerei, ma senza che cambi nulla.
- a questo punto all'interno del recinto è facile sentirsi male a causa della disidratazione, e non è più possibile nemmeno comprarsi qualche bevanda (stra)pagandola in euro: l'ultima novità è che occorre acquistare dei "token" con i quali poi a loro volta si possono comprare bevande pagandole in "token". Il perché di questo meccanismo inutile è presto chiarito: con un facile calcolo si viene a scoprire che una birra nel bicchierino piccolo (quello delle feste dei bambini) risulta costare 9€.
Non so. Diciamo che una volta si andava anche ai concerti per curiosità, o tanto per tenere compagnia a un amico. Adesso bisogna proprio essere molto ma molto convinti anche già solo per farsi venire la fantasia di andarci. L'evento infatti non era sold-out, e senza nemmeno fare la fila alle casse (non c'era nessuno) abbiamo almeno potuto risparmiare sulla prevendita. Il tutto, però, mi ha lasciato la sensazione di una grande fatica e di essere stato più volte preso in giro.