Anch'io sono cresciuto tramite il supporto CD, perché l'mp3 non aveva ancora sfondato, o comunque stava per farlo. Ricordo i tempi in cui ero pendolare e i venti minuti che mi separavano dal liceo erano riempiti dai CD che letteralmente rubavo a mio papà. A differenza dei suoi coetanei, lui non ebbe mai la possibilità di acquistare vinili, a causa della scarsità di danaro. Si rifece più tardi, quando i CD rimpiazzarono i 33 giri. Comunque sia, non era male la sensazione che le piccole copertine dei compact m'ispiravano. Tuttavia, mi dicevano poco, molto poco. O meglio, io avrei voluto sapere di più e ancora di più riguardo ai gruppi che ascoltavo. Fu grazie ad internet che recuperai maggiori informazioni.
Certo, il 33 giri era tutta un'altra cosa, anche se nemmeno là avrei potuto recuperare informazioni; ora come ora penso sia stata una sfortuna che il vinile sia stato soppiantato, ma non posso non ringraziare il CD e l'mp3, i quali ci hanno permesso di avere le nostre musiche sempre con noi.
Interessanti gli stralci postati da Marco. In sostanza, il vinile è come il libro: dubito che il Kindle possa sostituire il libro fisico. Ricordo che lo stesso Marco scrisse, tempo fa, una cosa del genere: "Provate a scrivere una tesi con l'e-book, quando ti servono 10 libri sui quali ricercare informazioni in contemporanea". Impossibile, o comunque arduo e scomodo. Non solo. La fisicità dell'oggetto sarebbe perduta nel caso in cui l'informatizzazione dovesse divorare i libri. Non li avremmo mai più sottomano, né le pagine, né, soprattutto, le scritte che, almeno il sottoscritto, siamo soliti apporre accanto ad una frase o ad un periodo. Certo, anche l'e-book consente di scrivere, sottolineare ecc., ma l'estrema freddezza con cui esso svolge questa funzione non è altro che l'impressionante spersonalizzazione di ogni pensiero o scritto. La scrittura a mano è colei che, come altre caratteristiche, ci contraddistingue e ci rende unici nel nostro genere. Nessuno scrive alla stessa maniera (e non è un caso che si scriva con le mani, le quali sono dotate delle impronte digitali), perché ognuno ha la sua propria calligrafia. Al computer, invece, tutti scrivono allo stesso modo. Ovvio che in un forum o in una tesi-tesina la mano dello scrivente si vede. O meglio, si legge. Difficilmente qualcuno utilizzerà i miei stessi periodi, le mie stesse costruzioni delle frasi o le mie caratteristiche sintattiche. Tuttavia, il libro che leggo e sul quale scrivo pensieri o sottolineo in maniera imperfetta (ma umana) diventa veramente mio solo grazie alla mia mano che scrive.
Ora, il vinile, più o meno, rappresenta tutto questo. Mia mamma custodisce gelosamente alcuni 45 giri (sono dei singoli dei Pooh, quindi non è rappresentata la copertina, ma solo i volti di Canzian, Facchinetti ecc.) dove appare la sua firma. I CD, invece, sono intonsi. Pure i miei CD sono assolutamente vergini, a parte H to He dei VDGG e One size di Zappa, dove, al loro interno, sono presenti i piccoli autografi di Jackson e N.M. Brock. Certo che se avessi avuto i 33 giri, la firma sarebbe stata bella grande.
Ora che ci penso, vi è un'altra similitudine fra il 33 giri ed il libro: la carta! Le copertine dei vinili, così come il libro, sono fatte di carta, mentre il CD è, sostanzialmente di plastica. La sinestesia è possibile solamente laddove c'è la carta, perché solo essa è in grado di assorbire colori ed odori. La plastica invece è, come dire, antisettica, ed impedisce all'odore di posizionarsi sul piccolo libriccino che dovrebbe sostituire le copertine dei vinili. Posseggo due libri (ai quali sono particolarmente affezionato) che, a causa della loro collocazione, hanno preso un odore particolare (uno sa di incenso, l'altro di candela profumata), che mi ricorda momenti felici. E se avessi avuto l'e-book (del cul
)??
In più, la copertina del vinile è grande ed un disegno, un'opera o comunque la foto del complesso risulta maggiormente accessibile all'occhio. Ed è dunque maggiormente fruibile. A maggior ragione se il pittore è lo Whitehead di turno, il quale, e non è un caso, ascoltava i dischi prima di dipingere. Credo che l'artista stesso fosse maggiormente ispirato dalla grandezza della copertina del 33 giri. Vi immaginate l'uomo schizzato del 21esimo secolo in miniatura? Oppure i paesaggi immaginari di Dean? Secondo me non avrebbero accettato di dipingere una tela grande che, alla fine, sarebbe stata ridotta ai minimi termini, rimpicciolita per farcela stare nel compact. Oggi la grandezza non serve più, perché le ragazzine che ascoltano Mengoni voglio, sulla copertina, la faccia di Mengoni. Credo che la grandezza del compact sia assolutamente sufficiente, anche perché non si tratta di fruire o contemplare, ma semplicemente di venerare e guardare (e non osservare).
P.S.: se posso permettermi, vorrei consigliarvi "Fenomenologia della percezione" di Maurice Merleau-Ponty, proprio a proposito della sinestesia. Lui non la cita esplicitamente, ma pare parlare della stessa cosa. Il libro in questione è un mattone, sia chiaro, e forse necessita di alcuni saperi filosofici. Tuttavia, credo che l'uomo medio potrà trarre vantaggio dalla sua lettura, perché Ponty non scrive in maniera difficilissima e molti (forse moltissimi) passaggi sono assolutamente chiari e comprensibili.