Grazie ad una serie di fortunati passaggi in radio, nel 2020 mi sono messo ad ascoltare Ozzy Osbourne, artista che avevo sempre un po' scansato a causa di una serie di eccessi (anche di linguaggio) che mi fanno sentire poco a mio agio; all'epoca aveva appena pubblicato Ordinary Man, un disco davvero ottimo. Da poco è uscito il nuovo album Patient Number 9, che mi sento di consigliare senza alcuna remora agli appassionati del rock duro o del metallo pesante (per tutti gli altri, ovviamente, è meglio girare al largo).
Il disco si avvale di collaborazioni prestigiose: Jeff Beck (!!!), Eric Clapton (!!!), Tony Iommi, e tra gli altri (Robert Trujillo, Duff McKagan...) il purtroppo nel frattempo già defunto Taylor Hawkins. Occorre perdonare qualche eccesso nel linguaggio di cui a mio parere Ozzy, a questo punto della sua carriera, potrebbe anche fare a meno (si vede che i fan di vecchia data si attendono determinate cose, e lui non se la sente di deluderli... ), ma a parte questi dettagli il disco è veramente godibilissimo e fa scomparire tantissime pubblicazioni di artisti di gran lunga più giovani e "freschi" di lui. Non saprei dire quanta farina sia del sacco di Ozzy ma, come già mi son trovato a scrivere diverse volte, ritengo comunque dimostrazione di saggezza ed intelligenza anche il sapersi circondare da collaboratori validi, che aiutino con le loro idee a rinverdire un repertorio che rischia di arenarsi o diventare stantio.
Su RollingStone Italia è uscita una bella e lunga intervista in cui Ozzy fa il punto della situazione, soprattutto sulla sua precaria salute di cui parla con una franchezza disarmante, ma anche spostando il ricordo su tanti grandi protagonisti del rock che non ci sono più ed ai quali, con suo stupore, è riuscito a sopravvivere:
https://www.rollingstone.it/musica/inte ... re/665758/
Se continui così, caro Ozzy, per me puoi anche vivere in eterno!