Comprendo dai due ultimi topic di Duke che le chiavi d'accesso ai miei file mi sono state rubate...
Scherzi a parte, hai stilato un elenco di punti che potrebbero essere usciti direttamente dalla mia penna. Aggiungero' solo il caso, per me veramente emblematico, degli
Who. Si tratta di un gruppo che da molti e' osannato e che io, tutt'ora, non riesco a prendere in seria considerazione. Anzi: in considerazione, punto.
Da bambino le loro sceneggiate violente (stupide, infantili ed inutili oltre che vecchie e superate gia' mentre le facevano) con conseguente distruzione di tutto cio' che si trovava sul palco, mi terrorizzavano: mi sembrava di avere di fronte degli squilibrati. Tra l'altro fin da piccolo ho avuto la tendenza ad affezionarmi non solo alle persone ma anche agli oggetti, e quei poveri amplificatori e tamburi presi a calci e mazzate mi facevano letteralmente pena.
Poi da ragazzo, quando forse gli Who si attendevano di far colpo su di me con quelle scemenze da "ribelli e gran fichi", non solo non mi sembrarono affatto "fichi", ma anzi presi ad odiarli
tout court. Come si permettevano, quegli stupidi, di fracassare in quel modo fior fior di strumentazione, quando io facevo fatica a mettere insieme i soldi per cambiare le corde della chitarra? Altro che "fichi", giu' in miniera a prendere a picconate il carbone li avrei mandati!!! E via di zappa a dissodar la dura terra, altro che chitarre e batterie!!!
E c'e' poco da fare: certe cose ti corrodono e ti rimangono dentro. Anche oggi qualunque loro cosa io senta mi sembra volgare, pacchiana, eccessiva, chiassosa, grossolana, facilmente migliorabile da parte di chiunque, stupida, brutta.
Sottoscrivo il tuo giudizio su Third: un album ripetitivo e noioso, con pochissime belle arie sparse qua e la', che sarebbe stato assolutamente indispensabile condensare in un disco solo (e avanzando pure molto spazio). Tra l'altro e' anche inciso malissimo: al confronto il timbro di Trespass e' celestiale.
Mi chiedo a quale scopo nelle recensioni
blasonate si parli sempre in termini cosi' entusiastici - immancabilmente con giudizi a cinque stelle - di questo disco che al piu' puo' essere considerato "seminale", "interessante", importante in "prospettiva storica".
Diverso il mio giudizio sui Van Der Graaf, anche se certamente riconosco che brani che ti spingono a battere il tempo col piede o arie cantabili "alla Tony Banks" non ce ne hanno mai fatte sentire; rimangono a mio giudizio un gruppo progressivo importante ed altamente sperimentale ma molto molto mooooolto al di sotto dei Genesis. Nonostante a questi ultimi vengano spesso parificati nelle recensioni, li guardano proprio dal basso verso l'alto (e in mezzo c'e' un burrone). Comunque una cosa e' certa: non avevano affatto l'abitudine di infarcire i dischi con tirate perditempo o di far dischi doppi e tripli quando c'era materiale al piu' per un disco solo, anzi andavano direttamente al punto (che poi il "punto" a cui volessero arrivare piaccia o meno, e' un altro discorso).
Ma tornando ai Dream Theater, certamente la loro misura nella vita ordinaria e' apprezzabile, e da me in particolare apprezzata. Ho sempre detestato gli artisti che si danno arie da grande star dissoluta o che conducono una vita sregolata per poi magari tirare le cuoia prima dei trent'anni o trascinarsi in un'esistenza inutile e patetica, col bel risultato di lasciarsi alle spalle una discografia risibile nonostante il talento (gli esempi sarebbero infiniti). Come giustamente hai scritto, per suonare a certi livelli non ci si puo' certo lasciar andare a debosce o adagiarsi mollemente sul sofa': ci vuole costanza, abnegazione e presenza di spirito. Tuttavia per molti versi questo e' anche un loro limite: la mancanza di un
look omogeneo (o anche di un look qualunque!) li penalizza terribilmente, alla fine sembra di veder suonare gente del dopolavoro con addosso una maglietta del figlio e i jeans della domenica stirati dalla moglie. Ma chissa' che magari con quest'album
concept non si impongano anche una migliore presenza scenica sul palco...
Cio' che non fecero a loro tempo i Queensryche di
Operation: Mindcrime, buttando cosi' al vento un'occasione d'oro...