Facciamo il punto su THE ELDERS, argomento interessante e condivisibile.
Com'è coinvolto Peter negli ELDERS?
Ce lo dice Mario Calabresi, dalla Repubblica di fine dicembre 2007.
“The Elders", gli anziani, sono dodici, tutti insieme hanno 865 anni. Sono otto uomini e quattro donne, cinque sono nati in Africa, tre in Asia, due in Europa e due nel continente americano. Tre hanno vinto il premio Nobel per la pace.
«Ci consideriamo gli anziani del villaggio globale, non rappresentiamo nessun Paese, nessuna organizzazione non governativa o internazionale, soltanto noi stessi e le nostre idee». Raccontano che sulla loro agenda c'è un solo obiettivo:«Diminuire la sofferenza dell'umanità».
Hanno cominciato a lavorare insieme il 18 luglio. Li ha presentati Nelson Mandela, l'uomo della lotta all'apartheid, che è uno di loro e ha 89 anni, ma ne parla da fuori per «rispettare» il suo ritiro dalla scena: «Chiamateli gli «anziani globali», non per la loro età ma per la loro saggezza individuale e collettiva, questo gruppo trova la sua forza non nel potere politico, economico o militare ma nell'indipendenza, nell'integrità dei suoi membri. Non hanno carriere da costruire e far avanzare, elezioni da vincere, elettori da soddisfare. Possono parlare con chi vogliono e sono liberi di seguire vie che credono giuste anche se sono impopolari». E lo fanno davvero.
Lo si è capito in Sudan il 2 ottobre, quando uno di loro, l'ex presidente americano e premio Nobel Jimmy Carter, non si è fermato davanti ai militari che cercavano di impedirgli di visitare dei rifugiati a Kabkabiya in Darfur. Al quartier generale del World Food Program, dove si doveva tenere la riunione, non era arrivato nessuno, erano stati terrorizzati dalle milizie arabe e dalle forze governative. Dopo una lunga attesa, Carter, 83 anni, era uscito e aveva cominciato a camminare verso il centro della città, ma il capo della polizia locale gli aveva intimato di fermarsi: «Non può andare, non è nel programma».
La situazione si era fatta tesissima, i funzionari dell'Orni cominciarono adirgli che la polizia sudanese aveva il diritto di impedirgli di passare, gli uomini del secret service americano - che lo seguono ovunque in quanto ex inquilino della Casa Bianca - gli chiesero di salire immediatamente in macchina per andarsene con urgenza. MaCarter alzò la voce: «Noi andremo ovunque, voi non avete il potere di fermarmi», e continuò a camminare finché non trovò, in una scuola, gli uomini che cercava. Gli altri anziani in cammino si chiamano Desmond Tutu, Kofi Annan, Ela Bhatt, Gro Harlem Brundtland, Mary Robinson, Fernando Henrique Cardoso, Lakhdar Brahimi, Li Zhaoxing, Muhammad Yunus e Graca Machel. L'idea di metterli tutti insieme nasce nel 1999 da una conversazione tra Peter Gabriel, il visionario musicista inglese, e Richard Branson, il fondatore del marchio Virgin, che significa musica ma anche bibite o voli aerei. Hanno preso come modello i vecchi saggi del villaggio africano, a cui le comunità si rivolgono per dirimere i conflitti e hanno pensato di riunire un gruppo di leader mondiali capaci di aiutare il villaggio globale.
Ne hanno parlato con Mandela, che ci ha lavorato per sette anni: «Da allora ho visto questo progetto crescere, prendere forma e forza e diventare un'iniziativa vera, percorribile e pragmatica. So che questo gruppo non diventerà arbitrario, partigiano o arrogante e che cercherà e ascolterà tutti i consigli. Ma non prenderanno mai la strada più facile e più breve, ma sosterranno approcci a lungo termine e sostenibili». E ora il programma è pronto, punteranno in tre direzioni: offrire la spinta per una risoluzione pacifica dei conflitti; trovare nuovi approcci ai problemi globali che sembrano senza soluzione; condividere le loro esperienze con le prossime generazioni di leader. Sono già stati in Darfur, dove hanno incontrato tutte le parti, e ogni giorno viaggiano per sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale: «Ci sono pochi posti più orrendi del Darfur oggi, il nostro impegno - dice Desmond Tutu - è di aiutare a mantenere l'attenzione e spingere i governi ad agire al più presto».
Ora, nel sessantesimo anniversario della dichiarazione fondamentale dei diritti dell'uomo, vogliono far firmare la carta ad un miliardo di persone. La nuova campagna - lanciata questa settimana a Città del Capo - punta ad incoraggiare le persone ad impegnarsi personalmente per il rispetto dei diritti umani, ma anche a fare pressione sui leader politici e i governi.
«Quello che vogliamo veramente fare, è assicurarci che la dichiarazione universale diventi un fatto personale per i cittadini del mondo e che sia importante e significativa. Dobbiamo tutti avere coscienza che possiamo agire per prevenire abusi e proteggere la libertà e i diritti degli altri», ha detto Mary Robinson, la prima presidente donna dell'Irlanda. «Il nemico dei diritti umani - ha aggiunto la Machel - è il silenzio, bisogna usare tutti i mezzi di comunicazione possibili, a partire da internet per raccontare le storie, per sapere. Nel prossimo anno vogliamo sentire il polso del mondo, faremo emergere la voce dalle aree più remote del pianeta, quelli che pensano di essere stati dimenticati vengano avanti, per far parte di un grande movimento di persone che agiscono per proteggere e far avanzare i loro diritti». Graca Machel, una delle più famose attiviste per i diritti delle donne e dei bambini, è l'unica donna al mondo ad essere stata first lady di due Paesi, avendo sposato prima il presidente del Mozambico e poi, dopo essere rimasta vedova, Nelson Mandela nel 1998.
Gli «Elders» sono un marchio in ascesa, hanno un buon gruppo di finanziatori mondiali, che oltre a Gabriel e Branson vede in prima fila il miliardario indiano dell'acciaio Shashi Ruia, ma anche uomini che hanno lavorato per rendere l'idea accattivante, come il pubblicitario americano Dick Tarlow che lanciò nel mondo l'immagine di Ralph Lauren.
Ma la loro anima è allegra ed ha la faccia dell'arcivescovo Desmond Tutu. L'uomo è un trascinatore, ha 75 anni, ed è un campione dell'ironia: quest'autunno è arrivato all'aeroporto di San Francisco e una signora gli è corsa incontro e l'ho ha accolto così: «Benvenuto Arcivescovo Mandela. « Lui non si è scomposto e le ha risposto sorridendo: «Complimenti signora è riuscita a prenderne due al prezzo di uno».
Ad ogni loro incontro, intorno al tavolo, c'è una sedia vuota, la tredicesima. Non è per superstizione che nessuno ci si siede, è che il tredicesimo saggio non è libero di occuparla. È riservata ad Aung San Suu Kyi, la leader dell'opposizione birmana, da anni costretta agli arresti domiciliari. «Preghiamo per la sua liberazione e per quella del suo Paese - ha sottolineato Desmond Tutu - e quella sedia la sta aspettando. Il suo coraggio è la nostra forza».
www.theelders.orgps: ricordo che quest'anno la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTO DELL'UOMO compie 60 anni, e Peter (con altri) ha lanciato una proposta: farla firmare da almeno 1 miliardo di persone[:0]
Come? non certo personalmente, ma via internet e' possibile.
Il sito:
http://www.everyhumanhasrights.org