Proseguono i ripescaggi e i riascolti, ed è giunto il turno di Both Sides, album che finora ho sempre considerato il peggiore di Collins (ma vedremo se qualche altro suo disco crollerà alla prova del riascolto...) ma che vanta alcuni insospettabili sostenitori, peraltro irriducibili, come ad esempio il nostro Thomas (vedasi sopra!).
Premetto che ho riascoltato il disco "a nastro" per oltre una settimana, senza rileggere quanto scritto in questo thread per non auto-influenzarmi. Dopo aver steso la bozza della consueta mini-rece brano per brano, sono andato a rileggere quanto scritto in passato e - meraviglia delle meraviglie
- nonostante gli otto anni intercorsi i concetti verbalizzati sono esattamente gli stessi, addirittura ho citato i medesimi musicisti tragicamente assenti!
Complessivamente il disco trasmette l'idea d'essere un demo-tape; di classe per carità, ma pure sempre un demo-tape su cui sono fissate idee che poi sarebbero dovute essere arrangiate, espanse, condivise con altri musicisti che avrebbero portato la loro esperienza e la loro arte, mentre invece è finito dritto in stampa. Molti dei timbri impiegati sono campionamenti di bassissima qualità, veramente orrendi, e non sarebbe nulla se fossero semplicemente dei suoni stravaganti, ma purtroppo cercano d'imitare (ovviamente fallendo miseramente) strumenti acustici reali. Emerge strabordante ovunque quell'HORROR VACUI (brillantissima definizione che prendo volentieri a prestito) che porta Phil ad intasare di suonini e noticine inutili dei passaggi che, lasciati nudi e sobri, sarebbero stati bellissimi, o comunque senz'altro migliori.
Tra tutti i remaster cretini che sono stati fatti nel corso degli anni, si è ignorato quest'album che invece sarebbe stato davvero da rimasterizzare, anzi per meglio dire da reincidere da zero, da risuonare completamente. Peccato che ormai Phil non sia più neppure lontanamente in grado di farlo.
Both Sides Of The Story - è sicuramente il brano più bello del disco, e purtroppo anche l'unico davvero convincente fino in fondo: stacchi d'orchestra accattivanti, bella melodia, ritornello memorabile, alcuni passaggi lirici veramente gagliardi e ben valorizzati. Nel ponte fanno capolino delle cornamuse, ovviamente sintetizzate, usate con piacevole parsimonia e misura (più avanti non si ripeterà il miracolo). Inaspettatamente piatta la batteria, che fà un po' le stesse cose dall'inizio alla fine.
VOTO: 8.Can't Turn Back The Years - un ridicolo strumentino sintetizzato, che forse vorrebbe imitare un sassofono soprano ma sembra più una paperella per vasche da bagno, caratterizza questa canzone. Alla fine ci si affeziona quasi a questo suonino strambo, ma certamente è un dettaglio che, se solo Phil avesse collaborato con altri musicisti, gli sarebbe stato caldamente consigliato di cambiare. La base ritmica è programmata sulla sua cara vecchia batteria elettronica "vintage", e questo ci sta: la canzone è comunque molto bella e ottimamente interpretata.
VOTO: 7.Everyday - canzone piacevole, dall'arrangiamento leggero, che scorre tranquilla finché non si arriva a un assolino di qualche altro strumentino sintetico involontariamente comico, forse nelle intenzioni una trombetta, che esegue una raffica di notine ribattute. Mah. Dall'uomo che riuscì a portare i Phenix Horns in seno ai Genesis ci si aspetta altro. Tra parentesi è il secondo mid-tempo di fila, e siamo solo al terzo brano! (Ma come vedremo occerrerà farci il callo). Va beh, comunque la canzone non è malaccio.
VOTO: 6.I've Forgotten Everything - e dopo due mid-tempo di fila, tutti a nanna con uno slow micidiale!
Tanto per cambiare il brano si apre con quella che forse avrebbe voluto essere una tromba sintetizzata (?) sopra una batteria elettronica che fa poco più di quel che farebbe un semplice metronomo. Alcuni passaggi vocali la rendono comunque un pezzo apprezzabile. Avrei voluto sentirla suonare dalla sua Big Band: batteria suonata con le spazzole e veri ottoni. Va beh, magari nella nostra prossima vita.
VOTO: 6.We're Sons Of Our Fathers - strana marcetta che non si capisce bene dove voglia andare. La base orchestrale sembra uno di quei ritmi preregistrati in fabbrica delle pianole per bambini. Il basso è una specie di synth bass che sembra suonare da sottacqua, forse un tentativo mal riuscito di imitare un basso fretless. Ogni tanto compaiono delle assurde ance starnazzanti, e l'attacco del ritornello è sottolineato da noticine ribattute di una trombetta che, più avanti, sembra pure svirgolare, apposta o non apposta non si sa.
VOTO: 5.Can't Find My Way - questa canzone è caratterizzata da un
continuo che non riesco ad indentificare, forse un harpsicord sintetico, ma che comunque non è malaccio e se non altro le dà un'atmosfera particolare e nuova. Paradossalmente è guastata da un tambureggiare che sembra eseguito sui fustini del dash, e sono cose che proprio da Phil non ti aspetti; forse serviva più coraggio. Comunque il cantato è bello, e l'arrangiamento sufficientemente leggero e lontano. Brano interesante che merita un
7. Si rimpiangono particolarmente i ritocchi di Daryl Stuermer, che l'avrebbero elevato e livelli siderali.
Survivors - finalmente termina la micidiale sequenza di slow e mid-tempo, ma purtroppo arriva anche uno dei brani peggiori del disco. Un'accozzaglia di idee senza capo nè coda. Ritmo a martello di tamburello, di nuovo l'assurdo basso che sembra suonato sott'acqua, più un "wacka-wacka" tipo discomusic anni '70 che non c'entra veramente niente, ma niente niente niente. Questo pezzo è decisamente uno scarto, probabilmente un collage di varie idee che non comunicano tra loro, e penso non l'avrebbe salvato neppure un'eventuale collaborazione coi migliori musicisti ed arrangiatori del mondo.
VOTO: 4.We Fly So Close - Ricordo la fierezza e l'orgoglio con cui tanti anni fa Phil descrisse l'impegno con cui aveva suonato al sintetizzatore l'introduzione di finta chitarrina classica (o mandola o che diavolo aveva intenzione di essere) di questa canzone, studiando l'accordatura per evitare di suonare coppie di note che non possono essere suonate assieme su una sei/quattro corde. Inutile dire che invece il punto debole del brano è proprio quella finta chitarretta, che si vorrebbe poter togliere dal missaggio (per non farla tornare mai più). Tra l'altro colossale occasione persa per chiedere ad Ant o Steve di suonare qualcosa assieme a lui. Ovviamente l'aria centrale della chitarrina è scopiazzata di sana pianta, ma diciamo che è una "citazione". Peccato perché per tutto il resto questa canzone, basata su una ritmica leggerissima di percussioni elettroniche che riportano al miglior passato di Phil e dei Genesis, è davvero notevole.
VOTO: 6 (se non ci fosse la chitarrina sarebbe addirittura 7, probabilmente 8 se ci avesse lavorato sopra anche Daryl).
There's A Place For Us - ennesimo slow/mid-tempo di una serie che pare interminabile, questa volta (tanto per cambiare) dall'atmosfera vagamente jazzy. Palesemente Phil cerca di imitare con suoni sintetizzati le rifiniture di Daryl, ovviamente non riuscendoci. Qualche timida e inutile ancia starnazzante qua e là, ma comunque il brano è abbastanza ben bilanciato e si lascia scoltare volentieri.
VOTO: 6.We Wait And We Wonder - è chiaro che Phil per questo disco aveva a disposizione un campionamento di cornamuse. Tanti artisti rock sono riusciti ad inserire le cornamuse nelle loro canzoni con esiti talvolta interessanti, ma purtroppo non è questo il caso: l'aria delle cornamuse è già di per sè nulla di speciale, ma soprattutto si inserisce in una canzone con la quale non ha nulla a che spartire; le variazioni attorno al tema sono veramente orrende, e in più torna pure il famigerato basso subacqueo che sembra non sapere in che direzione andare. Ancora una volta una canzone che sembra fatta fondendo a freddo avanzi di altre cose, e la cosa triste è che certe singole idee, prese di per sè, non sarebbero state nemmeno male. Ma già solo mantenendo il tutto più sobrio, forse si sarebbe ottenuta una canzone dignitosa.
VOTO: 5.Please Come Out tonight - se per caso a questo punto sentivate la mancanza di un lento, ecco un lento ancora più lento di tutti i precedenti. Alcuni passaggi sono oggettivamente belli, ma altre parti quasi recitate, a questo punto del disco, non le si sopporta proprio più.
VOTO: 5.