NURSERY CRYME... cinquant'anni dopo...
Posted: 11 Oct 2021, 09:37
PREMESSA
Prima che qualcuno me lo faccia notare, so bene che oggi non è il "12 Novembre 2021"... Per me quella data ha un sapore significativo a causa di una ricorrenza particolare, per questo mi ero messo avanti coi lavori, per essere sicuro di arrivare puntuale a quella data precisa... solo che non sai mai cosa può avere in serbo per te la Vita... uno (assai saggio in verità) così la definì, come "quella cosa che arriva improvvisamente, mentre tu sei intento a fare progetti..." Infatti è recentemente avvenuto un fatto che mi ha lasciato molta amarezza "dentro" che ancora oggi non riesco a dissipare, ed è proprio a causa di questo motivo che "sento l'urgenza" di dover pubblicare queste riflessioni prima del tempo convenuto, perchè non riesco più a trattenerle. Peraltro, la forzatura è solo momentanea e di breve durata, dato che "tra un mese" nessuno che verrà qui a leggere queste righe vi farà più caso.
Oggi è il 12 Novembre 2021...
Questa constatazione potrà lasciare indifferenti molti, specie tra quelli più giovani attualmente, ma non chi è della mia generazione e che magari ha conosciuto un particolare "oggetto" in un certo momento della propria vita facendone poi un "tesoro" e per questo sa bene cosa accadde esattamente 50 anni fà, il 12 Novembre 1971 :
la pubblicazione di un album Lp intitolato Nursery Cryme realizzato da una rock band che allora muoveva i primi passi, chiamata GENESIS.
Cinquant'anni! Com'è cambiato il mondo da allora ad oggi!... Nel "mezzo secolo" di tempo considerato, esistono due termini che riescono brevemente a spiegare, senza bisogno di sviluppare ulteriori concetti, la grande differenza che separa quei tempi passati fino ad arrivare al presente : "ieri" era "guerra fredda", "oggi" è "globalizzazione"...
Io il 12 Novembre 1971 avevo 11anni ed avevo appena iniziato a frequentare la "prima media" scolastica; non conoscevo nulla, se non solo sbiaditi riflessi, della grandiosa "rivoluzione culturale giovanile" che a partire dai primi anni 60 iniziò a creare e produrre "la musica più favolosa immaginabile", rivolta proprio al pubblico "giovane" che si ritrovò negli anni dell'adolescenza coincidente con quel decennio... mentre io, invece, ero ancora "in transito" attraverso la strada della mia infanzia, ritrovandomi totalmente immerso nel mio "mondo di bimbo" fatto di scuola, dai genitori, dai primi amici coetanei coi quali passavo pomeriggi indimenticabili a correre dietro ad un pallone nel più disastrato campetto di periferia della mia città (vero tormento di mia madre, che mi vedeva ritornare a casa la sera puntualmente infangato dalla testa ai piedi...); già, "il pallone", principale passione dei "maschietti" rampanti... Poi da quell'età infantile si arriva ben presto al tempo della pubertà, quando inizi ad accorgerti che oltre "al pallone" e ai "soldatini" e agli "aeroplanini" in scala (per i quali andavo matto) esistono altre "cose" ed altri argomenti di cui è fatta la Vita... Inizi a guardare e ad ascoltare "il mondo" con occhi ed orecchie "diverse" rispetto a come facevi non molto tempo prima, avverti che stà avvenendo in te un cambiamento, ed è arrivato il momento in cui decidi di donare la tua collezione di soldatini e aeroplanini al cugino più piccolo di te, perchè non sai più che fartene, dato che hai iniziato ad interessarti verso nuove cose ed argomenti decisamente diversi...
In quei primi anni 70 che mi videro adolescente insieme a quelli della mia generazione, non c'erano tutte le "distrazioni" (come motivi di intrattenimento) che esistono al giorno d'oggi all'alba del 3zo millennio; non c'era internet, non c'erano i social, non c'erano smartphone, non c'erano Personal Computers e nemmeno "Play stations"... in poche parole il "mondo virtuale" non esisteva; esisteva solo il "mondo reale" fatto dei primi "solidi" argomenti d'interesse: quelli propinati dalla Vita, come le ragazzine che già più sviluppate instintivamente dei maschietti di pari età, iniziavano a guardarti in un modo "particolare" quasi malizioso e tu ancora non ne capivi bene il "perchè"; c'erano poi quegli argomenti d'interesse proposti dal "sistema", come alcune riviste dirette ai più giovani, qualche cosa da vedere in Tv (molto poco a dire il vero, rispetto all'offerta di oggi) ma soprattutto la musica pop che si ritrovò nel suo periodo storico più fulgido e stimolante. Questo era tutto quello che aveva a disposizione un adolescente negli anni 70, in quella fase delicata della propria vita quando "non sei più un bimbo ma nemmeno ancora un uomo"...
Ricordo ancora come fosse oggi la "fonovaligia" (termine astruso per i giovani attuali) che i miei genitori mi regalarono nel Novembre del 1973, e con questa i miei primi interessi rivolti verso quella musica che avevo solo ascoltato e percepito tramite la radio dei miei genitori... e i primi acquisti di dischi, quelli che decidi tu in base al tuo gusto, solo ed esclusivamente quello... Ed è così che a poco a poco l'interesse si tramuta in passione, cerchi di comprendere meglio e di più, perchè "vuoi di più" per crescere... i 45giri non bastano più, in alternativa ci sono i ben più stimolanti albums LP coi quali potersi confrontare, anche se dal costo più impegnativo per un ragazzino qual'ero... Uno dei primi che acquistai, con i risparmi che mi costruivo settimana dopo settimana con i soldini che ricevevo dai miei genitori, fu un LP intitolato "Selling England by the pound" nel Marzo 1974; in verità non lo decisi io, non conoscendo nemmeno il nome di quella rock band che lo realizzò, fu grazie ad alcuni compagni di scuola delle "medie" dai quali sentii raccontare autentiche "meraviglie" di un gruppo pop chiamato "Genesis" che ne venni spinto all'acquisto... Questo disco, che inizialmente faticai a comprendere in tutto il suo lustro e nella sua complessità musicale, ebbe un effetto determinante sulla mia crescita culturale futura e sulla mia passione musicale.
Fin dal Gennaio 74, da quando avevo iniziato a "scartabellare"(altro termine astruso per i giovani attuali, assai più abituati a "downloadare" dalla rete) gli albums LP nei negozi in cui mi recavo, ricordo che più di una volta i miei occhi furono attratti, più degli altri, dalla visione di due copertine assai "particolari" : il primo era a sfondo "blu-azzurro" ritraente un tema panoramico in stile medioevaleggiante e due figure in primo piano a guardare l'orizzonte, con due scritte a caratteri gotici che recavano "Genesis" in alto e "Trespass" più in basso. Il secondo mi sembrava ancora più interessante : sfondo prevalentemente "verde giallo", striscie alternate di quei due colori che si perdevano all'orizzonte, due figure femminili nell'atto del gioco del crocket, una testa umana per terra, una scritta a caratteri cubitali rossi in alto "Genesis", dal logo assai particolare ma bello, e a fianco di essa, a caratteri più piccoli e più scuri, la scritta "Nursery Cryme"... I due albums erano regolarmente sempre l'uno insieme all'altro, chissà per quale strano gioco del destino o più verosimilmente per la solerzia dell'addetto del negozio che manteneva l'ordine dei vari titoli a disposizione... A poco a poco, l'idea che mi feci alla vista di quelle due copertine era che questi due dischi dovevano proporre uno stile musicale assai "particolare" per il quale non ero ancora pronto... così, titubante ed intimorito, li "schivavo" regolarmente ogni volta... poi però conobbi "Selling England by the pound" citato prima... soprassedetti per qualche mese ancora, finchè agli inizi del mese di Agosto 1974, stesso negozio, stessa scena: ancora "quelle due" copertine che mi compaiono di fronte, come quasi per sfida... avevo con me i soldi sufficienti per l'acquisto di un solo Lp (3500 lire del tempo, il corrispettivo di nemmeno 2 € al cambio stabilito -senza considerare l'inflazione- tempi romantici a ricordarli oggi...) e quel giorno non avevo alcuna idea precisa circa un titolo particolare da prendere, così alla fine decisi di prendermi "quello" dalla copertina che mi aveva attratto maggiormente... "vada come vada" pensai (per il contenuto musicale che avrebbe potuto anche non piacermi) tanto sono quei "Genesis" che conosco di già e che ho iniziato a poco a poco ad apprezzare, "ascolto dopo ascolto" (davvero MOLTI ascolti, di quel "Selling England by the pound" che ad ogni nuovo ascolto mi rivelava preziosi e nuovi particolari della sua complessa tessitura musicale).
Arrivato trafelato a casa (abitavo alla periferia di Parma e mi muovevo da li al centro città, andata e ritorno, con la mia bicicletta tutte le volte) naturalmente la prima cosa che feci fu quella di mettermi all'ascolto del disco... Quella che segue non può e non vuole essere l'ennesima recensione musicale di carattere "tecnico", quelle ormai sono già state fatte e rifatte nel tempo e certi dischi come questo sono stati passati al setaccio (per non dire "al microscopio") di un numero altissimo di opinionisti, critici e recensori in 50anni, pubblicate e lette da più generazioni di appassionati da allora... Chi crede di trovarvi questo può tranquillamente sospendere la lettura... ciò che voglio cercare di raccontare [e di trasmettere] sono "le emozioni" che questo "oggetto" mi diede fin da quel primo incontro, cercando di rimettere le lancette del tempo indietro di 47 anni ad allora, mettendo "a fuoco" l'obiettivo dei ricordi. L'edizione che avevo appena acquistato era quella Italiana Phonogram "mono-anta" (col tempo scoprii che le edizioni originali Inglesi -e USA- degli albums pop erano assai più curate sotto l'aspetto grafico rispetto alle stampe Italiane che tendevano ad economizzare sui costi... naturalmente, "Nursery Cryme" lo ricomprai successivamente anche nella edizione originale Inglese); estratto il vinile ancora dentro la sua carta protettiva, con mia sorpresa questa non era "bianca anonima" come molte altre, ma rivelava essere stampata: uno splendido insieme di disegni e di miniature in bianco e nero su fondo grigio scuro in ambo i lati, con la stampa dei testi di ogni canzone, il tutto davvero molto bello a vedersi; estratto il vinile, posai gli occhi sulla "facciata A" che ovviamente era la prima che intendevo ascoltare, e la vista mi rivelò un dettaglio significativo dai solchi incisi e relative interruzioni : tre canzoni registrate, due molto "grandi" dalla durata verosimilmente molto lunga, che sembravano minacciosamente volere stritolarne una terza piccolina stretta nel mezzo, per quanto essa era breve per durata ("For Absent Friends")...
Nella mia vita di appassionato ascoltatore di musica, ci sono alcuni albums LP di cui ricordo i primi istanti vissuti con essi, il giorno, il tempo, il momento, tutto cristallizato in una fotografia impressa nella mia memoria, per il "pathos" emotivo che mi diedero fin dal primo ascolto... "Nursery Cryme" è uno di questi. Come era mia abitudine, se in un album c'erano i testi stampati sulla copertina usavo leggerli in sincronia al cantante mentre procedevo in parallelo all'ascolto delle note provenienti dal giradischi... Dopo avere calato la puntina sui solchi iniziali, in breve tempo fui catapultato quasi ipnoticamente nella storia surreale "tra due mondi separati" -quello "spirituale" e quello "materiale"- che Peter Gabriel aveva voluto raccontare nella creazione del testo di "The Musical Box"... Con il procedere del brano, ero sempre più sorpreso e meravigliato dai continui "cambi tempo" e "cambi di atmosfera" che le liriche accompagnate dalla musica riuscivano a suscitarmi emotivamente... Di colpo, il pur bello e straordinario "Selling England by the pound" (e a dire il vero tutto quanto avevo già ascoltato prima a livello musicale) veniva eclissato nella mia mente da questa "mini opera" a più movimenti, a dir poco emozionante e suggestiva. Ma stò andando troppo velocemente nei ricordi... devo procedere più lentamente... Ricordo quei primi caratteristici "rintocchi di carillion" rappresentati dagli arpeggi iniziali di chitarra, il "Play me Old King Cole..." introduttivo di Peter Gabriel su un delicato "tessuto" di chitarre, "...and the nurse will tell you lies, of a Kingdom beyong the skies..." mentre guardo "la testa di Henry che fuoriesce dal carillion" sul riquadro della busta stampata, come ipnotizzato mentre il cervello segue l'armonia del brano... "Play me my song, here it's come again..." accompagnato da quei suoni "simil carillion", gli altri preziosi arpeggi di chitarre della fase successiva... poi la partenza improvvisa e devastante della parte strumentale con il pazzesco assolo di chitarra elettrica a condurre il tema melodico principale!... tra le tastiere di Banks e l'elettrica di Hackett sembra quasi un duello a voler stabilire "chi avrà la meglio"... bellissimo... poi l'arrivo di una calma improvvisa apparente, con il "and the clock... tick tock... on the mantlepiece... and I want... and I feel... and I know... and I touch... Your Waaarm!..." e con la nuova ripartenza strumentale da "uragano dei suoni" ora ancora più sostenuta di mellotron e chitarra elettrica, Steve Hackett sempre magistrale nel disegnare quell' incredibile linea dominante su cui si focalizza il mio udito, quella chitarra così lancinante, con il contorno di tastiere a supporto e la batteria ritmicamente cadenzata, il tutto è una cosa meravigliosa da ascoltare che mi inchioda alla sedia dove è posato il mio corpo... in quegli attimi avrebbe potuto succedere di tutto intorno a me, che non me ne sarei nemmeno accorto... e poi di nuovo l'arrivo di una calma apparente, nella delicata sequenza cantata "She's a lady, she's got time... brush back your hairs... and let me get to know your face..." dalla voce di Peter Gabriel a scandirla con i controcanti di Collins, sublime, e infine l'armonicamente solenne parte conclusiva, bellissima, dominata dall'organo di Banks a dettarne la linea guida fino ai celebri "now! now! now! now! now!..." urlati per cinque volte in sequenza da Peter Gabriel... al termine del brano ci arrivai in "trance da ascolto" (nella mia cameretta da adolescente in quel momento avrebbe potuto accadere tutto, ma proprio di tutto, anche l'ingresso di "Babbo Natale ad Agosto" che non me ne sarei nemmeno accorto... prima di "The Musical Box" non avevo mai ascoltato "una roba" così "celestiale e brutale" allo stesso tempo, in grado di violentare ed accarezzare allo stesso tempo i miei sensi percettivi...); per fortuna (più verosimilmente per la saggezza della produzione che decise di collocarla subito dopo) arrivò "For Absent Friends" a riportarmi tra gli esseri umani nel mondo reale... ma l'intermezzo durò molto poco, perche appena finita questa, arrivò alle mie orecchie la splendida sequenza tonale in scala, dettata dal celebre "tapping" introduttivo di Hackett (che mi entusiasmò fin dalle prime note, ricordo ancora i brividi alla schiena ed un sorriso incontrollato che mi si stampò in viso) di "The Return of the Giant Hogweed" con la voce potente di Peter Gabriel a raccontare la strana storia di "un erbaccia molto cattiva proveniente dall'oriente e trapiantata in Inghilterra da un esploratore Vittoriano", attraverso un altra cavalcata musicale magnifica e imponente, irresistibile, "Royal beast did not forget...Heracleum Montegazziani!..." conclusa da un perentorio classico finale "alla Banks" con il mellotron in gran spolvero "a tutto gas", imperioso e di nuovo solenne, potente, quasi come a voler materializzare una cattedrale Gotica immaginifica e gigantesca ALTA COSI'... In realtà la storia "dell'erbaccia cattiva" come qui raccontata dalla bella canzone dei Genesis non è affatto esagerata: in seguito venni spinto ad approfondire l'argomento e dopo accurate ricerche scoprii che questa pianta imponenente, la cui altezza può superare di gran lunga quella di un essere umano adulto, possiede una capacità riproduttiva elevatissima nei luoghi dove riesce ad attecchire, fu introdotta in Inghilterra (dove riuscì poi a riprodursi in grande quantità nei luoghi aperti specialmente vicino ai corsi d'acqua) molto imprudentemente da esploratori di transito nel Caucaso orientale, che ne videro la bellezza colpiti dalla vista dei suoi bellissimi grandi fiori bianchi ma anche decisamente tossici per l'epidermide umana al solo contatto, che può provocare pericolose bruciature con la successiva esposizione solare...
Fine prima parte
-continua-
Prima che qualcuno me lo faccia notare, so bene che oggi non è il "12 Novembre 2021"... Per me quella data ha un sapore significativo a causa di una ricorrenza particolare, per questo mi ero messo avanti coi lavori, per essere sicuro di arrivare puntuale a quella data precisa... solo che non sai mai cosa può avere in serbo per te la Vita... uno (assai saggio in verità) così la definì, come "quella cosa che arriva improvvisamente, mentre tu sei intento a fare progetti..." Infatti è recentemente avvenuto un fatto che mi ha lasciato molta amarezza "dentro" che ancora oggi non riesco a dissipare, ed è proprio a causa di questo motivo che "sento l'urgenza" di dover pubblicare queste riflessioni prima del tempo convenuto, perchè non riesco più a trattenerle. Peraltro, la forzatura è solo momentanea e di breve durata, dato che "tra un mese" nessuno che verrà qui a leggere queste righe vi farà più caso.
Oggi è il 12 Novembre 2021...
Questa constatazione potrà lasciare indifferenti molti, specie tra quelli più giovani attualmente, ma non chi è della mia generazione e che magari ha conosciuto un particolare "oggetto" in un certo momento della propria vita facendone poi un "tesoro" e per questo sa bene cosa accadde esattamente 50 anni fà, il 12 Novembre 1971 :
la pubblicazione di un album Lp intitolato Nursery Cryme realizzato da una rock band che allora muoveva i primi passi, chiamata GENESIS.
Cinquant'anni! Com'è cambiato il mondo da allora ad oggi!... Nel "mezzo secolo" di tempo considerato, esistono due termini che riescono brevemente a spiegare, senza bisogno di sviluppare ulteriori concetti, la grande differenza che separa quei tempi passati fino ad arrivare al presente : "ieri" era "guerra fredda", "oggi" è "globalizzazione"...
Io il 12 Novembre 1971 avevo 11anni ed avevo appena iniziato a frequentare la "prima media" scolastica; non conoscevo nulla, se non solo sbiaditi riflessi, della grandiosa "rivoluzione culturale giovanile" che a partire dai primi anni 60 iniziò a creare e produrre "la musica più favolosa immaginabile", rivolta proprio al pubblico "giovane" che si ritrovò negli anni dell'adolescenza coincidente con quel decennio... mentre io, invece, ero ancora "in transito" attraverso la strada della mia infanzia, ritrovandomi totalmente immerso nel mio "mondo di bimbo" fatto di scuola, dai genitori, dai primi amici coetanei coi quali passavo pomeriggi indimenticabili a correre dietro ad un pallone nel più disastrato campetto di periferia della mia città (vero tormento di mia madre, che mi vedeva ritornare a casa la sera puntualmente infangato dalla testa ai piedi...); già, "il pallone", principale passione dei "maschietti" rampanti... Poi da quell'età infantile si arriva ben presto al tempo della pubertà, quando inizi ad accorgerti che oltre "al pallone" e ai "soldatini" e agli "aeroplanini" in scala (per i quali andavo matto) esistono altre "cose" ed altri argomenti di cui è fatta la Vita... Inizi a guardare e ad ascoltare "il mondo" con occhi ed orecchie "diverse" rispetto a come facevi non molto tempo prima, avverti che stà avvenendo in te un cambiamento, ed è arrivato il momento in cui decidi di donare la tua collezione di soldatini e aeroplanini al cugino più piccolo di te, perchè non sai più che fartene, dato che hai iniziato ad interessarti verso nuove cose ed argomenti decisamente diversi...
In quei primi anni 70 che mi videro adolescente insieme a quelli della mia generazione, non c'erano tutte le "distrazioni" (come motivi di intrattenimento) che esistono al giorno d'oggi all'alba del 3zo millennio; non c'era internet, non c'erano i social, non c'erano smartphone, non c'erano Personal Computers e nemmeno "Play stations"... in poche parole il "mondo virtuale" non esisteva; esisteva solo il "mondo reale" fatto dei primi "solidi" argomenti d'interesse: quelli propinati dalla Vita, come le ragazzine che già più sviluppate instintivamente dei maschietti di pari età, iniziavano a guardarti in un modo "particolare" quasi malizioso e tu ancora non ne capivi bene il "perchè"; c'erano poi quegli argomenti d'interesse proposti dal "sistema", come alcune riviste dirette ai più giovani, qualche cosa da vedere in Tv (molto poco a dire il vero, rispetto all'offerta di oggi) ma soprattutto la musica pop che si ritrovò nel suo periodo storico più fulgido e stimolante. Questo era tutto quello che aveva a disposizione un adolescente negli anni 70, in quella fase delicata della propria vita quando "non sei più un bimbo ma nemmeno ancora un uomo"...
Ricordo ancora come fosse oggi la "fonovaligia" (termine astruso per i giovani attuali) che i miei genitori mi regalarono nel Novembre del 1973, e con questa i miei primi interessi rivolti verso quella musica che avevo solo ascoltato e percepito tramite la radio dei miei genitori... e i primi acquisti di dischi, quelli che decidi tu in base al tuo gusto, solo ed esclusivamente quello... Ed è così che a poco a poco l'interesse si tramuta in passione, cerchi di comprendere meglio e di più, perchè "vuoi di più" per crescere... i 45giri non bastano più, in alternativa ci sono i ben più stimolanti albums LP coi quali potersi confrontare, anche se dal costo più impegnativo per un ragazzino qual'ero... Uno dei primi che acquistai, con i risparmi che mi costruivo settimana dopo settimana con i soldini che ricevevo dai miei genitori, fu un LP intitolato "Selling England by the pound" nel Marzo 1974; in verità non lo decisi io, non conoscendo nemmeno il nome di quella rock band che lo realizzò, fu grazie ad alcuni compagni di scuola delle "medie" dai quali sentii raccontare autentiche "meraviglie" di un gruppo pop chiamato "Genesis" che ne venni spinto all'acquisto... Questo disco, che inizialmente faticai a comprendere in tutto il suo lustro e nella sua complessità musicale, ebbe un effetto determinante sulla mia crescita culturale futura e sulla mia passione musicale.
Fin dal Gennaio 74, da quando avevo iniziato a "scartabellare"(altro termine astruso per i giovani attuali, assai più abituati a "downloadare" dalla rete) gli albums LP nei negozi in cui mi recavo, ricordo che più di una volta i miei occhi furono attratti, più degli altri, dalla visione di due copertine assai "particolari" : il primo era a sfondo "blu-azzurro" ritraente un tema panoramico in stile medioevaleggiante e due figure in primo piano a guardare l'orizzonte, con due scritte a caratteri gotici che recavano "Genesis" in alto e "Trespass" più in basso. Il secondo mi sembrava ancora più interessante : sfondo prevalentemente "verde giallo", striscie alternate di quei due colori che si perdevano all'orizzonte, due figure femminili nell'atto del gioco del crocket, una testa umana per terra, una scritta a caratteri cubitali rossi in alto "Genesis", dal logo assai particolare ma bello, e a fianco di essa, a caratteri più piccoli e più scuri, la scritta "Nursery Cryme"... I due albums erano regolarmente sempre l'uno insieme all'altro, chissà per quale strano gioco del destino o più verosimilmente per la solerzia dell'addetto del negozio che manteneva l'ordine dei vari titoli a disposizione... A poco a poco, l'idea che mi feci alla vista di quelle due copertine era che questi due dischi dovevano proporre uno stile musicale assai "particolare" per il quale non ero ancora pronto... così, titubante ed intimorito, li "schivavo" regolarmente ogni volta... poi però conobbi "Selling England by the pound" citato prima... soprassedetti per qualche mese ancora, finchè agli inizi del mese di Agosto 1974, stesso negozio, stessa scena: ancora "quelle due" copertine che mi compaiono di fronte, come quasi per sfida... avevo con me i soldi sufficienti per l'acquisto di un solo Lp (3500 lire del tempo, il corrispettivo di nemmeno 2 € al cambio stabilito -senza considerare l'inflazione- tempi romantici a ricordarli oggi...) e quel giorno non avevo alcuna idea precisa circa un titolo particolare da prendere, così alla fine decisi di prendermi "quello" dalla copertina che mi aveva attratto maggiormente... "vada come vada" pensai (per il contenuto musicale che avrebbe potuto anche non piacermi) tanto sono quei "Genesis" che conosco di già e che ho iniziato a poco a poco ad apprezzare, "ascolto dopo ascolto" (davvero MOLTI ascolti, di quel "Selling England by the pound" che ad ogni nuovo ascolto mi rivelava preziosi e nuovi particolari della sua complessa tessitura musicale).
Arrivato trafelato a casa (abitavo alla periferia di Parma e mi muovevo da li al centro città, andata e ritorno, con la mia bicicletta tutte le volte) naturalmente la prima cosa che feci fu quella di mettermi all'ascolto del disco... Quella che segue non può e non vuole essere l'ennesima recensione musicale di carattere "tecnico", quelle ormai sono già state fatte e rifatte nel tempo e certi dischi come questo sono stati passati al setaccio (per non dire "al microscopio") di un numero altissimo di opinionisti, critici e recensori in 50anni, pubblicate e lette da più generazioni di appassionati da allora... Chi crede di trovarvi questo può tranquillamente sospendere la lettura... ciò che voglio cercare di raccontare [e di trasmettere] sono "le emozioni" che questo "oggetto" mi diede fin da quel primo incontro, cercando di rimettere le lancette del tempo indietro di 47 anni ad allora, mettendo "a fuoco" l'obiettivo dei ricordi. L'edizione che avevo appena acquistato era quella Italiana Phonogram "mono-anta" (col tempo scoprii che le edizioni originali Inglesi -e USA- degli albums pop erano assai più curate sotto l'aspetto grafico rispetto alle stampe Italiane che tendevano ad economizzare sui costi... naturalmente, "Nursery Cryme" lo ricomprai successivamente anche nella edizione originale Inglese); estratto il vinile ancora dentro la sua carta protettiva, con mia sorpresa questa non era "bianca anonima" come molte altre, ma rivelava essere stampata: uno splendido insieme di disegni e di miniature in bianco e nero su fondo grigio scuro in ambo i lati, con la stampa dei testi di ogni canzone, il tutto davvero molto bello a vedersi; estratto il vinile, posai gli occhi sulla "facciata A" che ovviamente era la prima che intendevo ascoltare, e la vista mi rivelò un dettaglio significativo dai solchi incisi e relative interruzioni : tre canzoni registrate, due molto "grandi" dalla durata verosimilmente molto lunga, che sembravano minacciosamente volere stritolarne una terza piccolina stretta nel mezzo, per quanto essa era breve per durata ("For Absent Friends")...
Nella mia vita di appassionato ascoltatore di musica, ci sono alcuni albums LP di cui ricordo i primi istanti vissuti con essi, il giorno, il tempo, il momento, tutto cristallizato in una fotografia impressa nella mia memoria, per il "pathos" emotivo che mi diedero fin dal primo ascolto... "Nursery Cryme" è uno di questi. Come era mia abitudine, se in un album c'erano i testi stampati sulla copertina usavo leggerli in sincronia al cantante mentre procedevo in parallelo all'ascolto delle note provenienti dal giradischi... Dopo avere calato la puntina sui solchi iniziali, in breve tempo fui catapultato quasi ipnoticamente nella storia surreale "tra due mondi separati" -quello "spirituale" e quello "materiale"- che Peter Gabriel aveva voluto raccontare nella creazione del testo di "The Musical Box"... Con il procedere del brano, ero sempre più sorpreso e meravigliato dai continui "cambi tempo" e "cambi di atmosfera" che le liriche accompagnate dalla musica riuscivano a suscitarmi emotivamente... Di colpo, il pur bello e straordinario "Selling England by the pound" (e a dire il vero tutto quanto avevo già ascoltato prima a livello musicale) veniva eclissato nella mia mente da questa "mini opera" a più movimenti, a dir poco emozionante e suggestiva. Ma stò andando troppo velocemente nei ricordi... devo procedere più lentamente... Ricordo quei primi caratteristici "rintocchi di carillion" rappresentati dagli arpeggi iniziali di chitarra, il "Play me Old King Cole..." introduttivo di Peter Gabriel su un delicato "tessuto" di chitarre, "...and the nurse will tell you lies, of a Kingdom beyong the skies..." mentre guardo "la testa di Henry che fuoriesce dal carillion" sul riquadro della busta stampata, come ipnotizzato mentre il cervello segue l'armonia del brano... "Play me my song, here it's come again..." accompagnato da quei suoni "simil carillion", gli altri preziosi arpeggi di chitarre della fase successiva... poi la partenza improvvisa e devastante della parte strumentale con il pazzesco assolo di chitarra elettrica a condurre il tema melodico principale!... tra le tastiere di Banks e l'elettrica di Hackett sembra quasi un duello a voler stabilire "chi avrà la meglio"... bellissimo... poi l'arrivo di una calma improvvisa apparente, con il "and the clock... tick tock... on the mantlepiece... and I want... and I feel... and I know... and I touch... Your Waaarm!..." e con la nuova ripartenza strumentale da "uragano dei suoni" ora ancora più sostenuta di mellotron e chitarra elettrica, Steve Hackett sempre magistrale nel disegnare quell' incredibile linea dominante su cui si focalizza il mio udito, quella chitarra così lancinante, con il contorno di tastiere a supporto e la batteria ritmicamente cadenzata, il tutto è una cosa meravigliosa da ascoltare che mi inchioda alla sedia dove è posato il mio corpo... in quegli attimi avrebbe potuto succedere di tutto intorno a me, che non me ne sarei nemmeno accorto... e poi di nuovo l'arrivo di una calma apparente, nella delicata sequenza cantata "She's a lady, she's got time... brush back your hairs... and let me get to know your face..." dalla voce di Peter Gabriel a scandirla con i controcanti di Collins, sublime, e infine l'armonicamente solenne parte conclusiva, bellissima, dominata dall'organo di Banks a dettarne la linea guida fino ai celebri "now! now! now! now! now!..." urlati per cinque volte in sequenza da Peter Gabriel... al termine del brano ci arrivai in "trance da ascolto" (nella mia cameretta da adolescente in quel momento avrebbe potuto accadere tutto, ma proprio di tutto, anche l'ingresso di "Babbo Natale ad Agosto" che non me ne sarei nemmeno accorto... prima di "The Musical Box" non avevo mai ascoltato "una roba" così "celestiale e brutale" allo stesso tempo, in grado di violentare ed accarezzare allo stesso tempo i miei sensi percettivi...); per fortuna (più verosimilmente per la saggezza della produzione che decise di collocarla subito dopo) arrivò "For Absent Friends" a riportarmi tra gli esseri umani nel mondo reale... ma l'intermezzo durò molto poco, perche appena finita questa, arrivò alle mie orecchie la splendida sequenza tonale in scala, dettata dal celebre "tapping" introduttivo di Hackett (che mi entusiasmò fin dalle prime note, ricordo ancora i brividi alla schiena ed un sorriso incontrollato che mi si stampò in viso) di "The Return of the Giant Hogweed" con la voce potente di Peter Gabriel a raccontare la strana storia di "un erbaccia molto cattiva proveniente dall'oriente e trapiantata in Inghilterra da un esploratore Vittoriano", attraverso un altra cavalcata musicale magnifica e imponente, irresistibile, "Royal beast did not forget...Heracleum Montegazziani!..." conclusa da un perentorio classico finale "alla Banks" con il mellotron in gran spolvero "a tutto gas", imperioso e di nuovo solenne, potente, quasi come a voler materializzare una cattedrale Gotica immaginifica e gigantesca ALTA COSI'... In realtà la storia "dell'erbaccia cattiva" come qui raccontata dalla bella canzone dei Genesis non è affatto esagerata: in seguito venni spinto ad approfondire l'argomento e dopo accurate ricerche scoprii che questa pianta imponenente, la cui altezza può superare di gran lunga quella di un essere umano adulto, possiede una capacità riproduttiva elevatissima nei luoghi dove riesce ad attecchire, fu introdotta in Inghilterra (dove riuscì poi a riprodursi in grande quantità nei luoghi aperti specialmente vicino ai corsi d'acqua) molto imprudentemente da esploratori di transito nel Caucaso orientale, che ne videro la bellezza colpiti dalla vista dei suoi bellissimi grandi fiori bianchi ma anche decisamente tossici per l'epidermide umana al solo contatto, che può provocare pericolose bruciature con la successiva esposizione solare...
Fine prima parte
-continua-