Genesis Forum Italia

E così il buon vecchio Richard ha deciso di scrivere un po' di memorie... Leggo su Dusk che il testo contiene molte inaccuratezze (d'altronde Mario Giammetti era riuscito a individuare qualche "toppata" pure nel libro di Chris Welch!!!) ma sorvolando su questo dettaglio se ne parla come di un libro molto brillante e molto vivido, sicuramente una lettura piacevole e dall'effetto-nostalgia assicurato per noi genesisiani. Per ora è solo in inglese e addirittura auto-pubblicato, anche se MacPhail dice che tenterà di farlo tradurre almeno in italiano (impresa che non so se gli riuscirà, ma la buona volontà è senz'altro apprezzabile). Nota negativa per le fotografie, tutte straviste.

Se qualcuno l'ha acquistato e lo sta leggendo avrei piacere di sentire i suoi commenti...

L'ho comprato direttamente sul sito ufficiale del libro qui e mi è arrivato proprio ieri, con dedica personalizzata e autografo di Richard.

Prima di acquistarlo ho parlato con Spillo60, il quale mi ha detto che c'erano progetti per tradurre il libro di Richard in italiano con le Edizioni Segno, ma è saltato tutto, per cui consiglia di prenderlo ora come ho fatto io; il libro è pieno di divertenti aneddoti, anche se non rivela nulla di particolarmente interessante; ci sono diverse foto mai viste, ma quasi tutte di Gabriel solista e c'è anche qualche errore, tipo una foto di Pavia 1972 spacciata per "dintorni di Torino" e poi cita nei bis del Lamb tour una Giant Hogweed mai eseguita.

Appena riuscirò a leggerlo, potremo commentare insieme.

Perdonatemi il ritardo, ma solo ieri ho terminato la lettura del libro di Mcphail e posso esprimere le mie impressioni. Non esito a dire che delle tre memorie genesisiane fin qui pubblicate, questa mi pare la più fresca e simpatica. Mcphail racconta la sua versione della storia con la semplicità e l'ironia consentite dal suo ruolo più defilato rispetto agli altri due autori e lo fa ricordando tanti aneddoti minori che riportano la parabola del gruppo alla sua essenza: l'avventura artistica e soprattutto umana di un gruppo di ragazzi. Dando più peso alle persone che alle scelte artistiche, Mcphail disegna con forza non solo le vicende dei Genesis, ma l'aria che tirava in quegli anni, il profumo e i colori di un tempo caratterizzato dal cambiamento e dalla voglia di osare. "My Book of Genesis" non cambierà la storia della letteratura e nemmeno quella della musica, ma si fa leggere d'un fiato. Non è poco.

Grazie delle tue annotazioni Dalex! Non ho ancora acquistato il libro di MacPhail ma forse a questo punto potrei decidermi a farlo. Tra parentesi qualcuno ha idea se alla fine sia stato tradotto in italiano, o se è in vista una traduzione?

Proprio sull'ultimo (forse nel frattempo divenuto penultimo...) numero di Dusk leggevo i commenti negativi di Tony Banks riguardo le ultime bio- e autobio- grafie uscite, l'ottimo Tony ne era parecchio scontento perché in quasi tutti gli episodi ridicoli o cialtroneschi ci finisce di mezzo proprio lui, e in particolare (anche se alla fine minimizzava) si capiva abbastanza bene che l'autobiografia di Mike l'avesse fatto un tantinello incacchiare...

Certo che Tonino ad autoironia sta messo male...

Sì ha tante doti, ma quella proprio no...

Per quanto ne so, High, Mcphail era stato contattato da qualcuno che intendeva tradurre il libro, ma non se n'è fatto nulla. Vedremo in futuro. Quanto a Tony, in altre interviste ha detto chiaro e tondo che Mike era stato come minimo poco simpatico nei suoi confronti e - a dire dello stesso Banks - poco obiettivo. Mah... se la suonano e se la cantano per conto loro!

Sì, e poi concludono dicendo che sono sempre tutti molto amici e si tengono in contatto e qundi non è detto che non si faccia la reunion... Vabbè...

Finito di leggere ieri.

Confermo tutto quanto di positivo è già stato espresso nei post precedenti.

Avevo letto le autobiografie di Mike e Phil, che mi erano molto piaciute, ma questa di McPhail è qualcosa di diverso: un ritratto dell'epoca fresco e godibile dall'inizio alla fine, in cui buona parte della storia riguarda ANCHE i Genesis, ma non solo.

La vita di Richard è stata un continuo alternarsi di esperienze varie: da studente "fallito" alla Charterhouse all'esperienza in un Kibbutz israeliano, dalle attività di squatter alla gestione logistica (e psicologica) dei primi Genesis, da cantante a tour manager, da utilizzatore di sostanze ricreative e "spacciatore" delle stesse per le crew che si occupavano dei concerti degli artisti da lui gestiti (Genesis, Peter Gabriel, ...), da tecnico audio a tecnico del suono e poi delle luci, da autista di taxi a esperto di questioni energetiche, da insegnante a facchino per sgombero locali, ecc.. ecc..

Il buon Richard nella sua vita ha cambiato più lavori che magliette, sempre con il sorriso e con la disponibilità a dare il massimo.

Anche se la sua autobiografia non parlasse dei Genesis (dei quali fu di fatto il sesto componente fino a Foxtrot) sarebbe comunque da leggere per via dell'interessante ritratto del periodo anni 60 - anni 80 che ne viene fuori.

Ho trovato molto onesto il suo giudizio su Peter Gabriel: è un artista molto originale e un grande performer ma è impossibile lavorare con lui.
La sua tendenza ad evitare di prendere decisioni ha mandato fuori di testa i tour manager che lo hanno dovuto gestire (tra cui Richard, ovviamente).
E alla fine dice: ho dovuto decidere se continuare a fare il manager di Peter Gabriel o se restare suo amico, perchè le due cose non erano compatibili.

Libro davvero interessante, sia nella parte relativa ai Genesis sia in quella relativa alla rocambolesca vita dell'autore.

Peter è restìo a prendere decisioni?

Ma dai....

11mo Conte di Mar wrote:Peter è restìo a prendere decisioni?

Ma dai....

Strano vero?

Scherzi a parte non pensavo che il livello di indecisione di Peter fosse così profondo e che risalisse già ai tempi del suo primo album/tour solista.

Duke59 wrote:
Strano vero?
Scherzi a parte non pensavo che il livello di indecisione di Peter fosse così profondo e che risalisse già ai tempi del suo primo album/tour solista.

Richard racconta anche che Peter si è "sciolto" un po' soltanto con le donne, negli anni '80-'90.
Oltre alle già note Susanna Arquette, Claudia Schiffer e Sinéad O'Connor, pare si sia fatto avanti pure con Naomi Campbell.
Gustoso l'aneddoto di una litigata furiosa fra Peter e Sinéad, guarda caso per questioni di gelosia.

11mo Conte di Mar wrote:Certo che Tonino ad autoironia sta messo male...

Se anche Tony scrivesse la sua autobiografia (ma non credo lo farà mai),
la intitolerebbe: Genesis - Il mio territorio 1967-2007 .

Macphail ha letteralmente "salvato" i Genesis dopo Trespass!
D'altronde uno che da bambino è rimasto folgorato dagli Stones, che altro poteva fare.

Sono arrivato al capitolo 5 "Eyeless in Gaza".
Non conoscevo l'origine del nome degli Anon, e la triste fine del bassista Rivers Job.

Periodo da Trespass a Nursery Crime:

I Genesis sono in forte "debito" al successo dei Lindisfarne.
E' stato Steve ad insistere per l'acquisto del mellotron, perchè fan dei King Crimson.

Da "Foxtrot" ad "A Trick of the Tail".

I Genesis si accorsero di avere successo, dopo il concerto al Rainbow Theatre del febbraio 1973.
Ad un giornalista che affermava che nessuna band aveva gestito così bene la sostituzione del proprio cantante, Tony Banks rispose che era capiato anche agli AC/DC e ai Fleetwood Mac.

Da Car a Melt.

Nel tour di "Car", Peter s'inventò uno dei primi effetti a sorpresa dei suoi concerti.
Durante il lungo assolo di chitarra di "Waiting for the Big One", Peter spariva dal palco e ricompariva alla fine sul balcone del teatro.
Ma una volta correndo dietro le quinte, trovò l'uscita di sicurezza chiusa...

Peter Gabriel - Waiting For The Big One (Rockpalast TV performance 1978).
https://www.youtube.com/watch?v=cP1DqvDlxNk
Peter che suona la batteria!

Appendice finale.

Steve spiega il motivo del suo abbandono dai Genesis, portando come esempio il brano "Shadow of the Hierophant".
Una parte era stata scartata da Foxtrot, ma lui l'ha inserita con successo nell'album "Voyage of the Alcolyte".

rkive wrote:Appendice finale.

Steve spiega il motivo del suo abbandono dai Genesis, portando come esempio il brano "Shadow of the Hierophant".
Una parte era stata scartata da Foxtrot, ma lui l'ha inserita con successo nell'album "Voyage of the Alcolyte".

Non è l'esempio più calzante, trattandosi di uno scarto di Mike che quest'ultimo acconsentì di utilizzare per Acolyte (infatti porta anche la sua firma).
Please Don't Touch fu invece un rifiuto ben più sofferto, ai tempi di Wind & Wuthering. Anche in quel caso però riemerse al momento giusto.

[quote="Starless74"][quote="rkive"]Appendice finale.

Non è l'esempio più calzante, trattandosi di uno scarto di Mike che quest'ultimo acconsentì di utilizzare per Acolyte (infatti porta anche la sua firma).

Sono d'accordo, ma purtroppo per sintetizzare sono stato un pò "impreciso".

Duke59:
"Il buon Richard nella sua vita ha cambiato più lavori che magliette, sempre con il sorriso e con la disponibilità a dare il massimo".

Adesso ha anche una web-radio!

https://www.facebook.com/Radio-Rich-Pic ... 881708024/

Ho scoperto per caso che è uscita l'edizione in italiano!

Richard Macphail con Chris Charlesworth La mia vita con i Genesis.
https://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=2054

Effetto Reunion o merito dell'auotbiografia di Steve Hackett?

Eh in effetti credo abbia contribuito a sbloccare la situazione...