by Duke59 » 07 Jan 2019, 14:27
Finito di leggere ieri.
Confermo tutto quanto di positivo è già stato espresso nei post precedenti.
Avevo letto le autobiografie di Mike e Phil, che mi erano molto piaciute, ma questa di McPhail è qualcosa di diverso: un ritratto dell'epoca fresco e godibile dall'inizio alla fine, in cui buona parte della storia riguarda ANCHE i Genesis, ma non solo.
La vita di Richard è stata un continuo alternarsi di esperienze varie: da studente "fallito" alla Charterhouse all'esperienza in un Kibbutz israeliano, dalle attività di squatter alla gestione logistica (e psicologica) dei primi Genesis, da cantante a tour manager, da utilizzatore di sostanze ricreative e "spacciatore" delle stesse per le crew che si occupavano dei concerti degli artisti da lui gestiti (Genesis, Peter Gabriel, ...), da tecnico audio a tecnico del suono e poi delle luci, da autista di taxi a esperto di questioni energetiche, da insegnante a facchino per sgombero locali, ecc.. ecc..
Il buon Richard nella sua vita ha cambiato più lavori che magliette, sempre con il sorriso e con la disponibilità a dare il massimo.
Anche se la sua autobiografia non parlasse dei Genesis (dei quali fu di fatto il sesto componente fino a Foxtrot) sarebbe comunque da leggere per via dell'interessante ritratto del periodo anni 60 - anni 80 che ne viene fuori.
Ho trovato molto onesto il suo giudizio su Peter Gabriel: è un artista molto originale e un grande performer ma è impossibile lavorare con lui.
La sua tendenza ad evitare di prendere decisioni ha mandato fuori di testa i tour manager che lo hanno dovuto gestire (tra cui Richard, ovviamente).
E alla fine dice: ho dovuto decidere se continuare a fare il manager di Peter Gabriel o se restare suo amico, perchè le due cose non erano compatibili.
Libro davvero interessante, sia nella parte relativa ai Genesis sia in quella relativa alla rocambolesca vita dell'autore.