by highinfidelity » 24 Oct 2016, 08:24
Personalmente mi colloco a meta' strada. Da un lato, certamente non sono tra coloro i quali impazziscono per i "siparietti" di Gabriel al punto da trascriverne i testi (spesso completamente e volutamente nonsense) per impararseli a memoria. Dall'altro, pero', vedo quei tentativi di matrimonio tra musica ed un certo tipo di teatralita' come tipici, simbolici direi quasi, di un'epoca di rinascimento culturale e musicale. Guardo ad essi, anche quando sono ingenui, con rispetto ed interesse.
In ogni caso molti complessi, anche italiani, all'epoca eseguivano performànce simili. Era un po' lo stile del momento: i Genesis non erano ne' piu' sobri ne' piu' pacchiani di tanti altri, e sotto molti aspetti erano degli innovatori. Personalmente non definirei "estrema" la teatralita' di Gabriel sul palco, soprattutto perche' era tenuta a freno da tutti gli altri, i quali la vedevano di pessimo occhio e avrebbero desiderato spettacoli d'assoluta sobrieta'. Solo verso la fine del percorso di Gabriel nei Genesis si giunse a degli accordi consensuali, in cui la forma di spettacolo teatrale era concordata tra i membri del complesso ed era - per cosi' dire - "autorizzata" da tutti.
Se ti interessa approfondire questo aspetto, ti consiglio moltissimo di leggere "La Filosofia dei Genesis" di Donato Zoppo, un libro piccolo ma ricchissimo di contenuti e che peraltro costa molto poco!
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
(Luigi Russolo, Intonarumorista. 1913.)
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