GENESIS Una discografia completa con cenni biografici a cura di M. Gilardetti Questo e' un sito non ufficiale Quando mi accostai per la prima volta alla musica dei Genesis e ne rimasi affascinato, avrei dato molto perche' qualcuno guidasse i miei primi passi alla loro scoperta. Tra LP ufficiali, ristampe, bootleg e opere soliste la discografia dei genesis e' infatti un colossale labirinto, colmo di insidie per chi non abbia infinite risorse economiche. Nonostante l'avvento del CD abbia sgrossato parecchio la mole di materiale a disposizione, spero comunque di rendermi utile a chi stia cercando di approfondire la propria cultura "genesisiana" tramite questa discografia che comprende unicamente tutti gli LP ufficiali del gruppo, corredata di note biografiche e storiche nonche' di giudizi personali sulle opere (so per esperienza che in un negozio di dischi il proverbiale "incauto acquisto" e' sempre in agguato). Di ogni LP sono elencati, oltre ovviamente al titolo, l'anno di pubblicazione ed i brani in esso contenuti. Non vengono mai prese in considerazione le edizioni di brani singoli su disco a 45 giri, ormai praticamente irreperibili. L' "angolo del collezionista" contiene sempre notizie che discendono dalla mia personale esperienza; esso non deve essere considerato una guida completa al collezionismo ma solo un piccolo approfondimento editoriale, e riguarda unicamente le edizioni su disco in vinile. La storia dei Genesis inizia al collegio "Charterhouse" con la fusione di due gruppi musicali: gli "Anon" e i "Garden Wall". Dopo alcuni anni di rodaggio, il gruppo, con il nuovo nome "Genesis", firma un contratto con la casa discografica Decca e inizia la sua personalissima scalata al successo. In esso militeranno musicisti straordinari, destinati ad una fama planetaria: tra loro e' sufficiente citare i blasonatissimi Peter Gabriel e Phil Collins. Dopo la pubblicazione di due singoli su 45 giri, il gruppo entra in sala di incisione per lavorare al suo primo LP... FROM GENESIS TO REVELATION - 1969 When the sour turns to sweet - In the beginning - Fireside song - The serpent - Am I very wrong? - In the wilderness - The conqueror - In hidding - One day - Window - In limbo - Silent sun - A place to call my own L'album d'esordio dei Genesis deve essere considerato un episodio a parte rispetto alla storia musicale del complesso, diverso in tutto e per tutto dale opere destinate ad essere pubblicate in seguito. Non tanto nella musica quanto nella produzione la casa discografica Decca ha voluto lasciare la sua impronta, e il risultato e' una sonorita' accostabile, a mio parere, a quella dei gruppi all'epoca a lei vincolati (i.e. Rolling Stones). Tonnellate di riverbero e pianoforti scordati imperversano ovunque mentre la stereofonia e' intesa come "questo tutto a destra, quello tutto a sinistra"; sono state inoltre arbitrariamente aggiunte in post-produzione parti per violino e strumenti a fiato. Sebbene il risultato non sia del tutto sgradevole, l'album e' certamente tra tutti il meno genesisiano e sconsigliabile, percio', a chi si accosti per le prime volte alla musica del gruppo; deve essere considerato piu' che altro una chicca per collezionisti pignoli, storici e soci sostenitori. La struttura a "concept album" e' gia' presente in embrione, ma la sua realizzazione finale e' quanto di piu' distante possa esistere dal progressive rock, genere musicale di cui i Genesis saranno tra i piu' grandi alfieri. In totale nel 1969 vennero vendute la miseria di 632 copie; non deve quindi stupire che la collaborazione Decca - Genesis sia immediatamente destinata ad interrompersi, senza dubbio a beneficio di questi ultimi. La cronaca registra Tony Banks alle tastiere e Michael Rutherford al basso elettrico: sono questi, autentici pilastri del gruppo, gli unici musicisti ad aver percorso la sua intera storia, dagli esordi fino alla formazione attuale. Alla voce troviamo Peter Gabriel, che sara' leader del gruppo nei suoi anni piu' gloriosi e in seguito celebratissimo cantautore; alla chitarra l'ottimo Anthony Phillips e alla batteria tale Chris Stewart, o forse John Silver, destinati comunque entrambi all'oblio. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA La Decca avra' a pentirsi amaramente di aver scaricato con tanta leggerezza i Genesis e cerchera' sempre di raggranellare, grazie alla fama del gruppo, qualche soldo con le uniche royalties cui avesse diritto: quelle del primo album. Non deve quindi stupire se di questo unico LP sono in circolazione svariate edizioni, con addirittura diverse copertine. Oltre alla versione in figura, solitamente considerata l'originale, e' necessario almeno citare l'edizione intitolata "The silent sun" contenente, oltre ai brani citati, anche quelli usciti singoli su 45 giri e sulla cui copertina e' raffigurato un luminoso sole al tramonto. E' inoltre reperibile, con gli stessi contenuti, una versione uscita per la collezione "Rock roots" sempre della Decca. TRESPASS - 1970 Looking for someone - White mountain - Visions of angels - Stagnation - Dusk - The knife Con questo album i Genesis approdano alla casa discografica indipendente Charisma che dedica grandissimo spazio al progressive rock e garantisce loro la piu' ampia liberta' di azione; ad essa resteranno coerentemente fedeli anche nelle opere soliste finche' non verra' assorbita dal colosso Virgin. I risultati (sebbene non ancora in termini di incassi) non tardano ad arrivare: l'LP e' di gran pregio; contiene in abbozzo tutta la potenzialita' musicale del gruppo, in particolare nelle liriche di toccante poesia e nella sonorita' completamente rivoluzionata rispetto all'album d'esordio. Piu' che di sparse ingenuita' compositive e' da notare la presenza di alcuni riff e assoli irresistibili, che verranno in seguito inseriti dai Genesis stessi nei loro leggendari medley. Cominciano ad emergere le personalita' di Peter Gabriel e Tony Banks, ma l'impronta piu' riconoscibile nell'album e' quella del chitarrista Anthony Phillips, che pero' decide di lasciare il gruppo e dedicarsi a composizioni proprie. Portera' avanti la sua carriera senza clamore, ma con grande coerenza e sensibiliita'; la relazione con i genesis, comunque, non verra' mai interrotta: i vecchi amici vorranno la sua collaborazione alle loro opere soliste e parteciperanno alle sue in veste di session-men. Alla batteria subentra, sua unica prova piuttosto incolore, John Mayhew. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA L'album e' stato distribuito in Italia come album ad anta singola, ma ne esistono edizioni straniere a doppia anta con una illustrazione pittorica extra in seconda e terza di copertina. NURSERY CRIME - 1971 The musical box - For absent friends - The return of the giant hogweed - Seven stones - Harold the barrel - Harlequin - The fountain of Salmacis Entra nei ranghi del gruppo Phil Collins alla batteria; in possesso di una tecnica strumentale straordinaria, diverra' leader del gruppo dopo la defezione di Peter Gabriel nel 1975. Alla chitarra subentra Steve Hackett, membro storico del gruppo fino alla scelta di dedicarsi alla carriera personale nel 1977. Grazie anche all'apporto dei nuovi musicisti, il fenomeno Genesis esplode: le estrose chitarre di Steve Hackett e le fantasiose ritmiche di Phil Collins fanno da base al mellotron e al piano di Tony Banks, il quale conferisce all'album un'impronta timbrica inconfondibile. Le mature liriche di Peter Gabriel richiamano sovente i temi medieval-mitico-misteriosofici tanto cari ai Genesis di questo periodo (si legga, al proposito, il testo di The fountain of Salmacis) e sono talvolta delicatamente poetiche (ne e' un esempio Harlequin). Il successo non tarda ad arrivare, ed e' talmente clamoroso da trascinare nuovamente il precedente Trespass nelle classifiche di vendita. E' questo un album assolutamente imperdibile, autentica pietra miliare del progressive rock, a mio parere il migliore e piu' innovativo, comunque il piu' rappresentativo dei genesis primo-periodo. La lunga suite The musical box (che apre l'album e ispira a Paul Whitehead, gia' illustratore di Trespass e del futuro Foxtrot, il dipinto di copertina) dev'essere considerata a tutti gli effetti Storia della musica. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA L'edizione originale di Nursery Crime e' un album a doppia anta che riporta al suo interno le liriche ed alcune splendide miniature di Paul Witehead. La successiva ristampa e' invece ad anta singola, con una pessima realizzazione grafica e priva dei testi e delle miniature. Esistono tuttavia tarde ristampe di importazione molto fedeli all'originale, come ad esempio la versione tedesca anni ottanta gia' etichettata Virgin. FOXTROT - 1972 Watcher of the skies - Time table - Get'em out by friday - Can-utility and the coastliners - Supper's ready Album in tutto e per tutto simile al precedente (anche nell'impostazione e contenuto della grafica: si noti che in quarta di copertina e' riprodotto in miniatura il dipinto di Nursery Crime, quasi a voler sottolineare la continuita' col precedente lavoro), e che tuttavia appare meno visionario, sia nelle musiche che nei testi. E' doveroso citare, tra i brani, Get'em out by friday (che precorre di piu' di vent'anni gli attuali turbamenti legati all'ingegneria genetica) e la lunghissima suite Supper's Ready che occupa l'intero lato B ed e' tra i brani piu' noti del gruppo. GENESIS LIVE - 1973 Watcher of the skies - Get 'em out by friday - The return of the giant hogweed - The musical box - The knife Compendio dal vivo dei Genesis primo-periodo, contiene i brani piu' rappresentativi dei primi album, compatibilmente con lo spazio a disposizione. Esecuzioni fedeli alle versioni originali. SELLING ENGLAND BY THE POUND - 1973 Dancing with the moonlit knight - I know what I like (in your wardrobe) - Firth of Fifth - More fool me - The battle of Epping forest - After the ordeal - The cinema show - Aisle of plenty I Genesis cambiano leggermente rotta (gia' la copertina, affidata ora a Betty Swanwick, lo dimostra) e creano un nuovo, grandissimo capolavoro. Merito in primis di Peter Gabriel, qui al massimo del suo esibizionismo vocale (inimitabile la sua esecuzione di The battle of Epping forest), e di Tony Banks che inizia ad accostare al mellotron i primi suoni di synth analogico restituendo contemporaneamente spazio al pianoforte (l'intro di piano in Firth of Fifth e' da antologia); ma anche di Steve Hackett, raffinatosi sia nei timbri che nell'armonia. Sempre impeccabile Phil Collins, impegnato, tra l'altro, nel suo debutto come voce solista in More fool me. E' un album indispensabile per chi voglia conoscere la musica dei Genesis, un autentico anello di congiunzione col successivo The lamb lies down on Broadway, che sara' profondamente diverso da tutte le opere precedenti e l'ultimo a vantare la presenza di Peter Gabriel. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA La ristampa italiana (album a doppia anta) contiene all'interno la traduzione delle liriche a cura di Armando Gallo con numerose note esplicative dei giochi di parole. E' anche reperibile la recentissima edizione celebrativa del centenario EMI in puro vinile vergine 180 grammi, rimasterizzata e curata in ogni particolare. THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY - 1974 The lamb lies down on Broadway - Fly on a windshield - Broadway melody of 1974 - Cuckoo cocoon - In the cage - The grand parade of lifeless packaging - Back in N.Y.C. - Hairless heart - Counting out time - Carpet crawlers - The chamber of 32 doors - Lilywhite Lilith - The waiting room - Anyway - Here comes the supernatural anaesthetist - The lamia - Silent sorrow in empty boat - The colony of slippermen - Ravine - The light dies down on Broadway - Riding the scree - In the rapids - It Doppio concept album, a tutti gli effetti da considerarsi tra le piu' grandi opere della storia del rock, di eccezionale spessore musicale e poetico, visionario fino alla follia. In un'unica suite di oltre novanta minuti Peter Gabriel canta le avventure in un mondo sotterraneo da incubo dello sbandato Rael; la trama e' ricca e coinvolgente al punto che se ne tento' una trasposizione cinematografica rimasta incompiuta. Collabora alla realizzazione dell'album anche il musicista sperimentale Brian Eno: il suo apporto e' evidente in alcune vere e proprie allegorie sonore degli ambienti descritti nei testi da Peter Gabriel. L'effetto di queste composizioni e' realistico fino al brivido; se non ci credete, ascoltatele di notte seduti al buio voltando le spalle ad una porta aperta, e poi raccontatemi... Inutile esaltare a parole un'opera di per se leggendaria (solo il finale, sia nella musica che nella trama, e' a mio parere un piccolo flop); questo e' un album che ogni vero conoscitore dovrebbe possedere. Se non fossi certo che cio' lo sminuirebbe e lo renderebbe inviso a molti (nonche' convinto che la cultura musicale sia, per sua natura, strettamente elitaria) ne renderei obbligatorio lo studio nei licei, al posto delle opere di tanti pifferi e barbagianni che hanno ammorbato con i loro "capolavori" la mia ed altrui gioventu'. Voto: 110 con lode, menzione e dignita' di stampa. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA L'edizione originale (necessariamente a doppia anta: si tratta di un doppio LP) riportava in seconda e terza di copertina il concetto della trama (testo di Peter Gabriel), sulle fodere interne i testi dei brani e conteneva su fogli sciolti la traduzione sia della trama che delle liriche in italiano. Questi ultimi non vennero inclusi nelle successive ristampe. La qualita' dell'incisione non e' eccelsa poiche' molti brani vennero registrati in studio mobile con apparecchi di concezione piuttosto casalinga ed integralmente riversati nell'album in fase di missaggio. A TRICK OF THE TAIL - 1976 Dance on a volcano - Entangled - Squonk - Mad man moon - Robbery, assault and battery - Ripples - A trick of the tail - Los endos Al termine del tour mondiale che segui' l'uscita di The lamb lies down on Broadway, Peter Gabriel usci' dai Genesis per dedicarsi ad una carriera solista che sara' prodiga di successi. Con una scelta per nulla scontata, ma che si dimostrera' piu' che proficua, le parti vocali vennero affidate a Phil Collins. Ne scaturirono due album (A trick of the tail e Wind & wuthering) stilisticamente simili tra loro; senz'altro piu' accostabili, almeno nella struttura, a "Selling England" che al precedente "The lamb". Ottima la prova di Phil Collins al canto (molto convincente, ad esempio, nel ritmo trascinante di Squonk); e' da notare l'introduzione di una certa vena malinconica nelle armonie (si ascolti per esempio l'inizio di Mad man moon). Un album piu' che piacevole, con la sola sfortuna di essere stato preceduto da capolavori talmente straordinari da offuscarne la fama. WIND AND WUTHERING - 1976 Eleventh earl of Mar - One for the vine - Your own special way - Wot gorilla? - All in a mouse's night - Blood on the rooftops - Unquiet slumbers for the sleepers... - ...In that quiet earth - Afterglow L'esperienza del progressive rock sta ormai per volgere al termine e lasciare spazio a nuove idee; di questa atmosfera risente Wind and wuthering, stilisticamente simile ad A trick of the tail, ma decisamente meno ispirato ed ancor piu' marcatamente malinconico. Notevoli, pero', Blood on the rooftops ed Afterglow, composta da un Tony Banks sempre piu' ricercato nelle scelte timbriche. A titolo di curiosita': Unquiet Slumbers For The Sleepers In That Quiet Earth sono le parole conclusive di Cime Tempestose, il famoso romanzo di Emily Bronte. SECOND'S OUT - 1977 Squonk - The carpet crawlers - Robbery, assault and battery - Afterglow - Firth of Fifth - I know what I like (in your wardrobe) - The lamb lies down on Broadway/The musical box - Supper's ready - The cinema show - Dance on a volcano - Los endos Ottimo doppio album dal vivo. Phil Collins, impegnato al canto anche nel repertorio che fu di Peter Gabriel, viene sostituito alla batteria dal buon Bill Bruford (YES); da antologia i loro duetti alle percussioni. Alla fine del tour mondiale, Hackett, non soddisfatto del suo ruolo, decide di uscire dal gruppo e proseguire la sua carriera come solista. Down and out - Undertow - Ballad of big - Snowbound - Burning rope - Deep in the motherlode - Many too many - Scene's from a night dream - Say it's alright Joe - The lady lies - Follow you, follow me Prova sottotono del trio superstite. Dopo l'abbandono di Hackett, Mike Rutherford cura sia le parti di basso che di chitarra, con sonorita' generalmente piu' grintose. Un LP, nel complesso, piacevole ma spesso banale. Vacue, a tratti, anche le liriche. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA La versione originale a due ante presenta in seconda e terza di copertina i testi in inglese, e la traduzione in italiano sulla fodera interna. DUKE - 1980 Behind the lines - Duchess - Guide vocal - Man of our times - Misunderstanding - Heathaze - Turn it on again - Alone tonight - Cul de sac - Please don't ask - Duke's travel - Duke's end Splendido rientro che segue un album critico: i Genesis sembrano aver trovato una nuova via per esprimere la propria creativita'. Gli unici brani mediocri sono proprio quelli in cui si cerca ancora un legame col passato, come nella suite d'apertura: il progressive rock deve ormai essere considerato un'esperienza definitivamente conclusa. La divertente Misunderstanding diviene una hit di discreto successo, ma i brani pregevoli sono molti (bellissimo, ad esempio, il ritornello di Heathaze). Il commento di Mike Rutherford alla chitarra e' leggero, raffinato ed elegante. Molte liriche si ispirano all'esperienza matrimoniale di Phill Collins conclusasi con il divorzio; almeno da questo punto di vista, l'album puo' essere considerato un concept album molto sui generis. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA La custodia originale e' a doppia anta e riporta i testi in inglese; le traduzioni in italiano si trovano sulla fodera interna. Entrambe sono decorate con disegni di Lionel Koechlin, autore anche dell'illustrazione in copertina. ABACAB - 1981 Abacab - No reply at all - Me and Sarah Jane - Keep it dark - Dodo - Lurker - Who dunnit? - Man on the corner - Like it or not - Another record Si apre una lunga crisi compositiva per i Genesis, che non riescono a mantenere le promesse dell'album Duke. Nasce sfortunato, questo Abacab: tra i numerosi lavori dei Genesis sara' il meno noto, e con buone ragioni. Talvolta eccessivamente commerciale, a tratti noioso, qua e la' opprimente, raggiunge le vette dell'Arte solo in Abacab e Dodo, brani dal "grip" sorprendentemente rock. E', assieme al successivo Genesis, l'album piu' critico del gruppo. THREE SIDES LIVE - 1982 Turn it on again - Dodo - Abacab - Behind the lines - Duchess - Me and Sarah Jane - Follow you, follow me - Misunderstanding - In the cage/Afterglow - Paper late - You might recall - Me and Virgil - Evidence of Autumn - Open door Doppio album live pubblicato in un periodo certamente non propizio; puo' essere al piu' un'occasione per ascoltare alcuni brani tratti da Duke eseguiti dal vivo. Non deve pero' passare inosservato il meraviglioso medley In the cage/Cinema show/Slippermen/Afterglow dove un grande Tony Banks decisamente in giornata unisce in un unico brano le piu' avvincenti piece di tastiera da lui composte nel corso degli anni. Si affiancano ai genesis, in veste di session-men, Chester Thompson alle percussioni e Daryl Stuermer al basso elettrico (Mike Rutherford preferisce esibirsi, dal vivo, alla chitarra). I due simpatici musicisti free-lance di ispirazione Jazz/Fusion diverranno negli anni a venire un'assidua presenza nelle tournee, sempre accolti con grande favore dal pubblico. I brani inediti del quarto lato (inciso in studio) non sono eccezionali, pur essendo migliori di molti pezzi regolarmente inseriti negli album precedenti. Molto "collinsiano" lo stile; tranne Evidence of autumn, a tratti smaccatamente "banksiana". GENESIS - 1983 Mama - That's all - Home by the sea - Second home by the sea - Illegal alien - Taking it all too hard - Just a job to do - Silver rainbow - It's gonna get better Album senza titolo, che si collega nello stile e nella piattezza al precedente Abacab. E' incredibile la mancanza di fantasia che opprime i Genesis in questa fase; non solo nella musica ma anche nella scelta dei titoli (It's gonna get better ha pero' un che' di profetico) e nella grafica di copertina. Il brano Mama, lanciato come singolo, raggiunge una discreta notorieta'. INVISIBLE TOUCH - 1986 Invisible touch - Tonight, tonight, tonight - Land of confusion - In too deep - Anything she does - Domino - Throwing it all away - The brazilian Dopo un lungo e fruttuoso periodo di grave meditazione, i Genesis rientrano finalmente alla grande con questo attesissimo album. Abbandonata definitivamente la filosofia Progressive (d'altronde vorrei vedere chi, al giorno d'oggi, si sciropperebbe un'assolo di flauto o batteria di quaranta minuti senza strangolare i musicisti con le proprie mani e dare alle fiamme il palcoscenico), i Genesis dimostrano che anche un rock di ispirazione commerciale puo' essere di grande spessore. I brani sono tutti raffinatissimi, le armonie ricercate, gli arrangiamenti curati maniacalmente, l'incisione perfetta; nel complesso il lavoro appare prodotto con grande intelligenza: destinato a soddisfare sia gli ascoltatori distratti che i palati piu' raffinati. E' un LP caratterizzato da una grande maturita' professionale, e destinato ad un grande successo di pubblico: Land of confusion, lanciata come singolo, diverra' una hit da classifica, e lo stesso dicasi per Tonight, tonight, tonight; il ritmo trascinante di Invisible touch si fara' sentire anche in discoteca; In too deep e la piece strumentale The brazilian diverranno colonna sonora rispettivamente del film "Monna Lisa" e di numerosi cortometraggi di cronaca sportiva. Le potenzialita' positive espresse in Duke vengono qui pienamente sviluppate; ma a questo album seguira' un lunghissimo periodo di silenzio. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA I Genesis rimangono coerentemente fedeli alla gloriosa etichetta Charisma, tanto cara a chi ha avuto a cuore la buona musica negli anni settanta, ma le regole del mercato discografico sono inflessibili e l'album deve uscire comunque con etichetta Virgin. E' ad anta singola; la fodera interna riporta i testi ed e' illustrata; l'etichetta riprende il pattern grafico di copertina. WE CAN'T DANCE - 1991 No son of mine - Jesus he knows me - Driving the last spike - I can't dance - Never a time - Dreaming while you sleep - Tell me why - Living forever - Hold on my heart - Way of the world - Since I lost you - Fading lights Ulteriore conferma dei Genesis come musicisti di gran classe, ed ulteriore grande successo di pubblico. No son of mine e Jesus he knows me (sprezzante parodia di un certo modo di sfruttare economicamente la fede religiosa) vengono lanciate come singoli, ma la vera hit da classifica sara' I can't dance, nel cui videoclip uno sfortunatissimo Phil Collins e' alle prese con le amenita' della vita quotidiana. Interessante il tema di Driving the last spike, dedicata ai minatori ferroviari inglesi dell'ottocento; sofisticate le ritmiche di Living forever, dalla coda strumentale generosa e sanguigna. La veste grafica, dopo alcuni anni di decadenza, e' nuovamente molto curata; i dipinti all'acquerello sono opera di Felicity Roma Bowers. L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA Sebbene pubblicato in piena era CD, esiste dell'album anche una versione long playing 33 giri, doppio ma ad anta singola. Le fodere interne contengono i testi e sono illustrate con miniature ad acquerello in tema con le liriche; le etichette riprendono l'illustrazione in prima e retro di copertina. Calling all stations - Congo - Shipwrecked - Alien afternoon - Not about us - If that's what you need - The dividing line - Uncertain weather - Small talk - There must be some other way - One man's fool Phil Collins, oberato di impegni professionali, abbandona il gruppo; il duo superstite, nonostante Tony Banks abbia mostrato di esserne all'altezza in piu' occasioni, decide di non cimentarsi nelle tracce vocali. Entra cosi' a far parte ufficialmente dei Genesis il cantante Ray Wilson: e' questa la prima rimodulazione del complesso dal lontano 1971. La risposta a chi accusa Mike Rutherford e Tony Banks (per altro storicamente alieni a questo tipo di espedienti) di aver scelto Ray Wilson piu' per l'avvenenza fisica che per l'abilita' canora (con lo scopo di incrementare le vendite), e' un album elaborato, complesso, talvolta difficile, molto, molto di rado commerciale. UNA SELEZIONE DELLE OPERE SOLISTE PHIL COLLINS FACE VALUE - 1981 In the air tonight - This must be love - Behind the lines - The roof is leaking - Droned - Hand in hand - I missed again - You know what I mean - Thunder and lightning - I'm not moving - If leaving me is easy - Tomorrow never knows Immediato successo di pubblico per il debutto del batterista-cantante dei Genesis, che irrompe sulla scena mondiale con un album dall'impostazione ampiamente curata e professionale, qualitativamente superiore alle opere soliste degli altri membri dei Genesis. Molto personali anche le timbriche, con l'introduzione di percussioni elettroniche e parti per tromba, strumento quest'ultimo di cui Phil Collins e' un vero e proprio cultore. Behind the lines e' una riedizione (decisamente piu' sincopata) dell'omonimo brano genesisiano; l'atmosfera dark di In the air tonight (lanciata anche come singolo) e' da antologia; impossibile non entusiasmarsi per questo elegante e sofisticato long playing. HELLO, I MUST BE GOING ! - 1982 I don't care anymore - I cannot believe it's true - Like China - Do you know, do you care? - You can't hurry love - It don't matter to me - Thru these walls - Don't let him steal your heart away - The west side - Why can't it wait til morning Seconda ottima prova, stilisticamente e timbricamente parallela alla prima, dell'eclettico cantante-tuttofare inglese. La filosofia musicale di Phil Collins e' originale ed inconfondibile, la sua tecnica di strumentista e cantante impeccabile da ogni punto di vista. Assieme a Face Value, un album che ogni vero intenditore non manchera' di apprezzare. NO JACKET REQUIRED - 1985 Sussudio - Only you know and I know - Long long way to go - I don't wanna know - One more night - Don't lose my number - Who said I would - Doesn't anybody stay together anymore - Inside out - Take me home Per quanto riguarda l'impostazione grafica dei suoi LP, bisogna ammettere che Phil Collins ha poche idee ma molto chiare, e questo No jacket required non fa certo eccezione. Fra tutti, lanciato dall'universalmente noto singolo Sussudio, sara' quello destinato ad una maggiore fama presso il grande pubblico. A titolo di curiosita': le riprese del videoclip "Take me home" vennero girate in ogni citta' toccata dal tour mondiale che segui' l'uscita dell'album; Phil Collins passeggia, cantando come se niente fosse, tra increduli spettatori dei suoi concerti appena terminati. Nel coro del brano si deve registrare la presenza di Peter Gabriel e Sting; di quest'ultimo e' anche la seconda voce in Long long way to go. L'impostazione lascia, nel complesso, piu' spazio all'elettronica degli album precedenti; il successivo smalto e un'eccessiva semplificazione compositiva. ...BUT SERIOUSLY Hang in long enough - Thats just the way it is - Find a way to my heart - Colours - Father to son - Another day in paradise - All of my life - Something happened on the way to heaven - Do you remember? - I wish it would rain down Tra tutti gli album di Phil Collins e' questo contemporaneamente il piu' easy-listening ed il meno entusiasmante. Another day in paradise, lanciata come singolo, sara' molto popolare; da registrare la presenza di David Crosby e di un ottimo Eric Clapton, che nobilita la conclusiva I wish it would rain down. Le chitarre, come da tradizione, sono affidate a Daryl Stuermer. DANCE INTO THE LIGHT Dance into the light - That's what you said - Lorenzo - Just another story - Love police - Wear my hat - It's in your eyes - Oughta know by now - Take me down - The same moon - River so wide - No matter who - The times they are a-changin' UNA SELEZIONE DELLE OPERE SOLISTE PETER GABRIEL I - 1977 Moribund the burgermeister - Solsbury hill - Modern love - Excuse me - Humdrum - Slowburn - Waiting for the big one - Down the dolce vita - Here comes the flood II - 1978 On the air - D.I.Y. - Mother of violence - A wonderful day in a one way world - White shadow - Indigo - Animal magic - Exposure - Flotsam and Jetsam - Perspective - Home sweet home III - 1980 Intruder - No self control - Start - I don't remember - Family snapshot - And through the wire - Games without frontiers - Not one of us - Lead a normal life - Biko IV - 1982 Rhythm of the heat - San Jacinto - I have the touch - The family and the fishing net - Shock the monkey - Lay your hands on me - Wallflower - Kiss of life SO - 1986 Red rain - Sledgehammer - Don't give up - That voice again - In your eyes - Mercy street - Big time - We do what we're told Album che ha definitivamente consacrato Gabriel come artista di fama mondiale, risultato conseguito grazie agli splendidi (tutti) brani di questo album ma anche grazie ad indovinati videoclip: il cortometraggio Sledgehammer e' ad esempio un'animazione di sculture in pongo mentre Big time e' realizzato accelerando riprese di vita vegetale. Ospite d'eccezione: Kate Bush, che duetta con Peter Gabriel nella struggente Don't give up. Assolutamente imperdibile. US - 1992 Come talk to me - Love to be loved - Blood of Eden - Steam - Only us - Washing of the water - Digging in the dirt - Fourteen black paintings - Kiss that frog - Secret world Album realizzato interamente presso i nuovi Real World Studios fondati da Peter Gabriel stesso, con la collaborazione di molti artisti provenienti da ogni parte del mondo e che attorno agli Studios gravitano. Com'e' ovvio, sara' molto apprezzato da coloro i quali amino le commistioni culturali, molto meno da chi preferiva il Peter Gabriel della prima ora. Comunque sia, quest'album rimane un esperimento pionieristico ed un assoluto punto di riferimento per la musica multietnica, di cui l'autore e' divenuto, nelle idee ma anche molto piu' concretamente nei fatti, un convintissimo alfiere e promotore. UNA SELEZIONE DELLE OPERE SOLISTE TONY BANKS A CURIOUS FEELING - 1979 From the undertow - Lucky me - The lie - After the lie - A curious feeling - Forever morning - You - Somebody else's dream - The waters of Lethe - For a while - In the dark Interessante esordio solista dello storico tastierista dei Genesis, qui coadiuvato da Kim Beacon (voce) e Chester Thompson (percussioni), che soddisfera' di certo chi voglia approfondire la conoscenza della sua filosofia musicale (l'intro di piano elettrico From the undertow e', ad esempio, quanto di piu' banksiano si possa concepire). Un'occasione in piu' per avvicinarsi a questo straordinario musicista, ingiustamente misconosciuto solo perche' meno esibizionista di molti suoi colleghi (un esempio? Keith Emerson!). THE FUGITIVE - 1983 This is love - Man of spells - And the wheels keep turning - Say you'll never leave me - Thirty threes - By you - At the edge of night - Charm - Moving under Autentico album "fatto in casa" a suon di sequencer, dove il buon vecchio Tony si cimenta, con esiti tutt'altro che deplorevoli, anche nelle parti vocali. Tra i pochi aiuti esterni, il fido Daryl Stuermer alle chitarre; buono, nel complesso, il risultato. SOUNDTRACKS - 1986 Short cut to somewhere - Smilin' Jack Casey - Quicksilver suite - You call this victory - Lion of symmetry - Redwing suite Raccolta di commenti musicali per lungometraggi cinematografici commissionati a Tony banks in epoche diverse. La classe non e' acqua, ed anche in questo caso viene a galla; a mio modesto modo di vedere, pero', le colonne sonore lasciano sempre il tempo che trovano. BANKSTATEMENT - 1989 Throwback - I'll be waiting - Queen of darkness - That night - Raincloud - The border - Big man - A house needs a roof - The more I hide it - Thursday the twelfth Davvero a Tony Banks ispirazione e voglia di fare non vengono mai meno; in questa ennesima impresa lo aiutano le voci di Alistair Gordon e Jayney Klimek, il basso elettrico e' quasi ovunque affidato al famoso (nel suo ambito, e' chiaro) Pino Palladino. Ne risulta un album di rock piu' che piacevole e, a tratti, anche piuttosto grintoso. STILL - 1991 Red day on blue street - Angel face - The gift - Still it takes me by surprise - Hero for an hour - I wanna change the score - Water out of wine - Another murder of a day - Back to back - The final curtain Lavoro atipico e ricco di influenze: non manchera' di soddisfare, tra gli altri, i fan di Nik Kershaw (gia' autore di brani di straordinaria popolarita' come Wouldn't it be good e I won't let the sun go down), co-autore e voce solista in piu' brani. Ma Tony Banks e' ormai egli stesso un cantante smaliziato e ne da' ulteriore prova nella sofisticata Hero for an hour. UNA SELEZIONE DELLE OPERE SOLISTE MIKE RUTHERFORD SMALLCREEP'S DAY - 1980 Smallcreep's day - Moonshine - Time and time again - Romani - Every road - Overnight job Impegnativa prova d'esordio del bassista-chitarrista storico dei Genesis. Il primo lato, a struttura concept, e' ispirato all'omonimo romanzo di Peter Currell Brown: e' la storia del signor Smallcreep che, dopo aver lavorato alla linea di montaggio per quaranta anni e sorpreso dal non conoscere affatto lo scopo della propria opera, intraprende un inquietante viaggio nei meandri della fabbrica. Le tastiere sono affidate all'amico ed ex-Genesis Anthony Phillips; piu' che buono, nel complesso, il risultato. ACTING VERY STRANGE - 1982 Acting very strange - A day to remember - Maxine - Halfway there - Who's fooling who - Couldn't get arrested - I don't wanna know - Hideaway UNA SELEZIONE DELLE OPERE SOLISTE STEVE HACKETT VOYAGE OF THE ACOLYTE - 1976 Ace of wands - Hands of the priestess part I - A tower struck down - Hands of the priestess part II - The hermit - Star of Sirius - The lovers - Shadow of the hierophant PLEASE DON'T TOUCH - 1978 Narnia - Carry up the vicarage - Racing in a - Kim - How can I? - Hoping love will last - Land of a thousand autumns - Please don't touch - The voice of Necam - Icarus ascending SPECTRAL MORNINGS - 1979 Every day - The virgin and the gypsy - The red flower of Tachai blooms everywhere - Clocks, the angel of Mons - The ballad of the decomposing man - Lost time in Cordoba - Tigermoth - Spectral Mornings Ennesima ottima prova di Steve Hackett; in particolare l'atmosfera di Lost time in Cordoba e' incantevole, mentre l'assolo di chitarra in Spectral Mornings vale l'acquisto dell'album. La migliore scelta per conoscere la sua personalissima concezione della musica; in copertina, come da tradizione, un dipinto opera della moglie Kim Poor. DEFECTOR - 1980 The steppes - Time to get out - Slogans - Leaving - Two vamps as guests - Jacuzzi - Hammer in the sand - The toast - The show - Sentimental institution HIGHLY STRUNG - 1983 Camino royale - Cell 151 - Always somewhere else - Walking through walls - Give it away - Weightless - Group therapy - India rubber man - Hackett to pieces BAY OF KINGS - 1983 Bay of kings - The journey - Kim - Marigold - St. Elmo's fire - Petropolis - Second chance - Cast adrift - Horizons - Black light - The barren land - Calmaria Album raffinato ed atipico che presenta, con partitura per chitarra classica, brani non tutti inediti dello storico chitarrista dei Genesis. Un' occasione diversa per accostarsi alla musica di Steve Hackett. TILL WE HAVE FACES - 1984 Duel - Matilda Smith Williams home for the aged - Let me count the ways - A doll that's made in Japan - Myopia - What's my name - The rio connection - Taking the easy way out - When you wish upon a star UNA SELEZIONE DELLE OPERE SOLISTE ANTHONY PHILLIPS THE GEESE AND THE GHOST - 1977 Wind tales - Which way the wind blows - Henry; portraits from Tudor times - God if I saw her now - Chinese mushroom cloud - The geese and the ghost - Collections - Sleepfall: the geese fly west Eccezionale album d'esordio del primo chitarrista dei Genesis, che volontariamente allontanatosi dai clamori della fama e della vita pubblica ha saputo creare opere di profonda poesia. Mike Rutherford collabora alla chitarra e, libero di esprimersi al di fuori degli schemi genesisiani, mostra una personalita' sorprendente ed inattesa; le parti vocali sono affidate ad un quanto mai convincente Phil Collins, che si scalda in vista del futuro successo. Ne esce un album delicato, raffinato, assolutamente imperdibile. PRIVATE PARTS AND PIECES - 1978 Beauty and the beast - Field of eternity - Tibetan yak-music - Lullaby/old father time - Harmonium in the dust - Tregenna afternoons - Reaper - Autumnal - Flamingo - Seven long years Album che inaugura la lunga serie delle Private Parts And Pieces e che contiene, in questo caso, brani vari composti (in bagno o sul retro dei biglietti del tram, riferisce l'autore) ed incisi tra il 1972 ed il 1976. Curioso notare quanto genesisiano sia lo stile di Anthony Phillips, in particolare se si considera per quanto poco tempo abbia effettivamente militato nel gruppo. La copertina dell'album, come quasi sempre affidata a Peter Cross, e' un'autentica meraviglia. SIDES - 1979 Um & aargh - I want your love - Lucy will - Side door - Holy deadlock - Sisters of remindum - Bleak house - Magdalen - Nightmare 1984 - 1981 Prelude '84 - 1984 part 1 - 1984 part 2 - Anthem 1984 ANTIQUES (private parts and pieces III) - 1982 Mother forest - Hurlingham suite - Suite in D minor - Danse nude - Esperansa - Elegy - Otto's face - Sand dunes - Old wives tale Durante il missaggio di Sides, Anthony Phillips incontra il chitarrista argentino Enrique Berro Garcia, suo grande ammiratore. Dopo aver sentito una sua interpretazione del brano Collections l'ex musicista dei Genesis afferma con molta modestia che sarebbe stato piu' logico se lui fosse stato un suo fan, ed immediatamente nasce l'idea di una collaborazione. L'album che ne scaturisce e' davvero di gran classe ed e', non servirebbe neanche dirlo, dominato dalla chitarra classica: ne tengano conto coloro i quali non fossero proprio appassionati di questo strumento. UNA SELEZIONE DELLE COLLABORAZIONI BRAND X - DO THEY HURT? - 1980 Noddy goes to Sweden - Voidarama - Act of will - Fragile - Cambodia - Triumphant limp - DMZ Non molti sanno che Phil Collins e' stato batterista, oltre che dei Genesis, anche dei Brand X, misconosciuto complesso jazz-rock riservato ad un pubblico di conoscitori. La loro musica e' sempre estremamente colta e si distingue per essere priva di ogni parte vocale. MIKE OLDFIELD - QE2 - 1980 Taurus 1 - Sheba - Conflict - Arrival - Wonderful land - Mirage - QE2 - Celt - Molly Il famoso (e' sua la serie Tubular Bells) tastierista-chitarrista autodidatta si associa audacemente alle percussioni di Phil Collins e presenta al pubblico il suo ennesimo sforzo creativo. Con tali premesse i risultati, grazie anche alla siderea voce di Maggie Rielly (abituale collaboratrice di Mike Oldfield che le affidera' le parti vocali in Moonlight Shadow e Foreign Affair), non possono essere che di altissimo livello. MIKE & THE MECHANICS - LIVING YEARS - 1988 Nobody's perfect - The living years - Seeing is believing - Nobody knows - Poor boy down - Blame - Don't - Black & blue - Beautiful day - Why me? Mike Rutherford, storico bassista-chitarrista dei Genesis, e' anche leader del complesso rock Mike & The Mechanics, da lui fondato e sostenuto. Dopo anni di onesto lavoro il gruppo e' riuscito a conquistare una discreta notorieta' grazie al singolo The living years, collocatosi tra le prime venti posizioni nelle classifiche di vendita sul finire degli anni ottanta. GLOSSARY, KEY WORDS AND LINKS PROGRESSIVE ROCK Genere musicale sorto al termine degli anni sessanta e tramontato a meta' dei settanta la cui filosofia principale fu sperimentare nuove armonie, timbri e schemi ritmici in contrasto con la stagnante scena melodica dell'epoca. Come conseguenza, vennero composti brani musicali dalla struttura complessa, caratterizzati da continui e improvvisi cambi di tono, ritmo e modo (a contrasto con la struttura classica strofa-ritornello-strofa), talvolta di straordinaria lunghezza (fino a coprire il tempo di un intero LP) o brevita' (pochi secondi), spesso strumentali o, all'opposto, eseguiti dalla sola voce solista, sempre pero' restando nell'ambito dell'armonia classica (non si tratta, in altre parole, di musica sperimentale). In essi viene dedicato ampio spazio agli strumenti a tastiera ed al flauto; i testi dei brani, ulteriore contrasto con la musica pop, sono spesso di commovente poesia; il tradizionale 4/4 e' quasi bandito: gli si preferiscono tempi piu' sofisticati (tra i piu' usati il "mitico" 9/8, ma anche 5/4, 6/4, 7/8, 12/8...) e comunque mai ballabili. Tra i complessi piu' noti, oltre ai Genesis, si devono ricordare King Crimson, Jethro Tull, Van Der Graaf Generator e gli Yes. Il Rock Progressivo non e' di facile effetto e necessita, per essere apprezzato, di reiterate sedute d'ascolto e di una spiccata sensibilita' musicale, essendo indirizzato ad un pubblico di intenditori. Il suo declino fu inesorabile quando i suoi schemi, liberi ed innovativi per ipotesi, si mostrarono nella realta' definiti e chiaramente riconoscibili. CONCEPT ALBUM Long playing in cui i brani, anziche' essere episodi isolati, sono legati da una trama o un tema di fondo (ispirato da un romanzo, una poesia, un mito, una leggenda o frutto della pura fantasia) e talvolta uniti musicalmente da code strumentali. Si tratta di una struttura che fu molto apprezzata dai musicisti progressivi; tra gli esempi piu' noti e' bene ricordare, oltre The lamb lies down on Broadway dei Genesis, The wall dei Pink Floyd e Thick as a brick dei Jethro Tull. MEDLEY Performance (quasi esclusivamente dal vivo) in cui piu' pezzi originariamente concepiti come a se stanti vengono fusi o concatenati fino a formare un'unico, lungo brano musicale. CHARISMA Storica etichetta discografica inglese, ora sotto il controllo della Virgin, che diede molto spazio, tra gli anni sessanta e settanta, al progressive rock; tra gli artisti da essa lanciati, oltre ai Genesis e Peter Gabriel, vi sono i Nice, Van Der Graaf Generator, Lindisfarne e Brand X. SESSION-MAN Musicista che partecipa, in veste di ospite o collaboratore, ad una seduta di registrazione o esibizione live di un gruppo musicale, pur non entrando a far parte di esso in modo stabile. FREE-LANCE Musicista che presta, dietro compenso (anche immateriale), la propria opera a qualunque complesso o solista, senza essere legato a nessuno di loro da un contratto a lungo termine. MELLOTRON Strumento elettromeccanico a tastiera in cui la generazione sonora e' affidata ad anelli preincisi di nastro magnetico che scorrono, dietro comando dell'esecutore, su testine fonorivelatrici. I pochissimi (4) timbri a disposizione, sempre affascinanti, malinconici, inquietanti e vagamente distorti, sono assolutamente inconfondibili: tra i brani "dominati" da questo strumento basti ricordare Watcher of the skies dei Genesis (organo a canne) e In the wake of Poseidon dei King Crimson (registro dei violini). Si tratta, in un certo senso, di un campionatore ante litteram. Fu lo strumento piu' amato dai tastieristi progressivi, che lo preferirono sempre al pur piu' flessibile organo Hammond; mentre pero' quest'ultimo gode oggi di un immutato favore, il mellotron puo' invece essere considerato, ed e' un peccato, un raro pezzo da museo. SEQUENCER Dispositivo elettronico che, opportunamente programmato, e' in grado di comandare tramite impulsi elettrici il funzionamento di una o piu' tastiere consentendo cosi' ad un singolo musicista l'esecuzione di parti destinate a piu' strumentisti. Tramite opportune regolazioni e' in grado di eseguire arpeggi automatici o modificare la cadenza temporale delle note; possibilita', quest'ultima, che consente di superare i limiti umani nella rapidita' d'esecuzione. Lo si potrebbe definire, tramite un neologismo, un "pianista virtuale". GIANT HOGWEED Vero e proprio mito per ogni fan genesisiano, l'artemisia gigante (questa la traduzione meno improbabile del termine inglese) e' un vegetale (Heracleum Mantegazzi v. Mantegazzianum) realmente esistente in natura e di cui si trova traccia nei testi piu' completi di botanica sistematica. Venne introdotta in Inghilterra dal Caucaso per essere coltivata come rara curiosita' biologica nei giardini botanici: si tratta infatti di una singolare specie, al confine tra erbe ed alberi, la cui altezza puo' raggiungere i tre metri nel ciclo stagionale. Avendo pero' in questa nuova dimora trovato un habitat ben piu' favorevole al proprio sviluppo di quello d'origine, si diffuse in breve nei paesi del nord Europa come pianta infestante ed autentico flagello.