12114 Piove, Piove! / Arcobaleno

[Marco Gilardetti]

FONIT 12114
MATRICE 74734
DATA 1-1-44
NATALINO OTTO CON L'ORCHESTRA DA BALLO ZUCCHERI

PIOVE, PIOVE!

La classica dicitura di ritmo moderato va un po' stretta a questo veloce fox trot fittamente punteggiato dal pizzicato di contrabbasso. L'apertura è tutta per la chitarra di Zuccheri nel suo tipico stile alla Django Reinhardt, che cede poi il passo ad un lamentoso assolo di violino. Le trombe in sordina ed i clarini sono in evidenza lungo tutto il brano, e col loro suono nasale conferiscono ad esso una sfumatura fumosa e ventosa di carattere descrittivista. Natalino Otto entra su note piuttosto acute, e affronta quasi subito il primo degli impegnativi crescendo armonici sincopatissimi, quasi dodecafonici, che caratterizzano questa complessa canzone. Notevole, al terzo giro dopo il ponte, lo scat descrittivista <<uuuh-uuuh-uuuh>> che raffigura in modo efficacissimo il vento turbinoso. Dopo un assolo di pianoforte ed un pieno orchestrale, che presenta per un'ultima volta l'ardito crescendo armonico del brano, la canzone si chiude su una sincope di pianoforte. Degne di menzione anche le liriche, simpatiche e con false rime tutt'altro che banali (gocce / ghiacce / frecce...). Un pezzo per palati fini.

[Marco Gilardetti]

FONIT 12114
MATRICE 74733
DATA 1-1-44
NATALINO OTTO CON L'ORCHESTRA DA BALLO ZUCCHERI

ARCOBALENO

Un ritmo moderato dalla durata soprendente (3'25'', quasi un record per un 78 giri da 10'') e dalla costituzione solo apparentemente più semplice, mette alla prova Natalino con raffiche di parole a perdifiato e scale swingatissime che partono da note particolarmente gravi per la sua estensione vocale; prova che Natalino vince in scioltezza! L'apertura è di nuovo riservata alla chitarra di Zuccheri sulle note dell'orchestra, talmente sincopata in un passaggio a circa 0'51'' da dar l'impressione che si sia perduto il ritmo o che il disco salti! Degni di nota anche gli assoli centrali in cui clarino, sassofono e pianoforte, retti da una batteria in rim shot, si cedono la parola in pieno stile jazz. La canzone era la colonna sonora di un film omonimo, di cui non sono riuscito a trovare traccia sul Morandini. Certamente, visto l'allegro clima di questo motivetto, non può trattarsi dell'omonimo drammone sovietico di Mark Donskoy datato 1944. Ritengo possibile che possa trattarsi di uno dei brani registrati per un film musicale con Totò e Macario dell'anno precedente, film che non fu mai finito, e in cui Natalino Otto apparentemente non è elencato tra gli interpreti. Può darsi che si sia deciso di dare comunque alle stampe questa canzone, ormai già composta ed arrangiata se non addirittura già registrata.

[Lele del Gatto]

I soggetti delle canzoni non furono certo scelti a caso dall'autore D'Anzi: pioggia sul lato A, e arcobaleno (al ritorno del sereno) sul lato B...
Per il resto, non mi sento di aggiungere una parola a quanto già detto, se non per dire che ritengo questo disco tra i più straordinari da me ascoltati. E' impressionante il livello artistico che avevano raggiunto strumentisti e cantanti italiani durante gli anni più duri della Guerra. Un livello che giudico irripetibile e che lascia letteralmente senza fiato.